Il documento più antico che
cita Colle d’Anchise risale al 1314, laddove è chiamato “Corranchisio”,
ma il territorio sul quale insiste l’attuale comune è stato
abitato fin dall’età sannita, e a testimonianza di ciò, i
frammenti di laterizio risalenti al IV- II sec. a.C.,
ritrovati in località S. Giovanni e Collalto, (alcuni con
l’indicazione del “meddix”, alta autorità sannitica)
potrebbero far supporre in loco, l’ubicazione di un importante
edificio (tempio o torre di avvistamento) risalente a tale
periodo.
Con l’avvento dei Romani anche
i siti sanniti di Colle d’Anchise furono distrutti o
riutilizzati per l’insediamento di colonie e municipi. A tal
proposito l’iscrizione risalente al I sec. d.C. e altri resti
rinvenuti in località Fonte dei Ceci, sono testimonianza di
accadimenti relativi a quest’epoca.
E’ verosimile che la torre
inglobata nei ruderi del “Castello” di Colle d’Anchise possa
essere sorta in tale frangente e quindi può essere datata tra
il IX e XI sec. d.C. Essa è sicuramente la struttura
superstite più antica che ancora oggi si può vedere in paese,
insieme ai ruderi del Palazzo Ducale di età sei-settecentesca,
del quale oggi rimangono sempre meno tracce se si esclude un
tratto, ancora ben conservato, del possente muro a scarpa che
controlla dall’alto la valle del Biferno.
L’eta feudale segna il
passaggio di numerose famiglie notabili, che si avvicendano a
capo dell’abitato : i Pandone, i Sanframondo, i Mormile i
Tomacelli, e a ridosso dei primi anni del Settecento, la
prestigiosa famiglia di Costanzo.
Questa, venuta nel Reame con le armi di Enrico VI, fondatore
della monarchia sveva di Napoli, emerse nel secolo XIII e fu
ascritta al Seggio di Montagna con l’Arma consistente in uno
scudo spaccato di azzurro, con un leone andante di oro nel
campo superiore, e nel campo inferiore sei coste contrapposte
di argento.
Fulvio di Costanzo, Principe di Colle d’Anchise e duca d’Isernia,
deceduto nel 1724, ebbe in dedica la mappa topografica,
realizzata dall’abate Pacichelli nel 1703, ove è raffigurato
il Contado di Molise, ed inserita nel volume concernente il
“Regno di Napoli in prospettiva” Lo stemma della famiglia di
Costanzo, al quale si è accennato, è ben conservato presso
l’altare del SS. Sacramento, posto nella navata laterale
sinistra della Chiesa parrocchiale di Santa Maria degli
Angeli.
Lo scrittore Francesco Jovine,
nel 1941 salendo da Bojano a Civita Superiore, vide Colle
d’Anchise e ne chiese notizie al cocchiere : “Quello di
fronte - mi dice il mio cocchiere - è Colle d’Anchise - Perchè
d’Anchise ? Mi ha sorpreso all’improvviso contro ogni ragione
storica e geografica, il desiderio di una bella leggenda
classica. Ma i vetturini non rispondono mai a domande inutili.
Il mio ha voltato le spalle, si è chinato e si è messo a
strappare erbe intorno per fare un mucchio davanti al suo
cavallo che aveva prima liberato dal morso”. Purtroppo il
toponimo del paese non ha nulla a che fare con l’Anchise
principe troiano Probabilmente, nel periodo medievale Anchise
doveva essere una persona alla quale apparteneva il colle
intorno al quale sorse poi l’abitato del paese, e da qui il
nome Colle d’Anchise.
Arte e
Architettura
Nel paese
interessanti da visitare sono :
i già
citati ruderi del Palazzo ducale seicentesco con la torre di
età longobarda inglobata nel muro di cinta;
la chiesa madre di Santa Maria degli Angeli, di età medievale,
come testimonia un pregevole battistero ottagonale in pietra
risalente al 1300 circa conservato al suo interno. Nella
parrocchiale, vi è anche l'importante ciclo di affreschi
realizzato dal maestro Amedeo Trivisonno negli anni che vanno
dal 1934 al 1936, probabilmente tra le opere più significative
dell'artista molisano, che ha qui riproposto temi cari
all'arte sacra quali l'Ultima Cena, l'Assunzione e
l'Ascensione.
La Chiesa
di San Sisto che conserva al proprio interno un acquasantiera
in pietra del 1700 e la statua lignea del Santo Patrono di
Colle d'Anchise, San Sisto;
la
cappella di San Nicola, situata in un'area boscosa di grande
interesse naturalistico, in località omonima.
La cappella di Santa Margherita, sorta su i ruderi di un
vecchio tempio pagano e circondata da un rigoglioso bosco di
querce |
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