CENNI
STORICI
Le imponenti mura, tutt'ora visibili, in località Civitella e
Castellone, fanno pensare a una di quelle fortezze realizzate
dai Sanniti nel corso delle guerre contro i romani. Erano
composte, oltre che di minuscole abitazioni, anche di recinti
per il bestiame. Il luogo fece parte della contea di Isernia
nel periodo longobardo, nello stesso momento in cui nei
settori confinanti si facevano strada i conti Borrello. In
seguito Frosolone fu feudo degli Evoli, (seconda metà del XIV
secolo), quindi dei conti di Montagano (XVI sec.) dei Re Raho,
Marchesano, per giungere all'epoca dell'abolizione della
feudalità con i Muscettola. Architettura E' ben conservato il
centro storico medioevale di Frosolone. Lungo l'ipotizzabile
cinta muraria si riconoscono gli antichi ingessi. Sul luogo
dove un tempo esisteva il castello medioevale, sorge oggi una
residenza signorile che mette ben in evidenza il loggiato
tardo-rinascimentale. La settecentesca chiesa parrocchiale di
Santa Maria Assunta presenta la facciata in stile barocco.
All'interno si conservano due tele di Giacinto Diana e il
tesoro con arredi sacri di un certo valore storico. Queste due
tele rappresentano quanto di più importante conserva la
chiesa di Santa Maria delle Grazie. Una particolare attenzione
va posta sulla tela raffigurante l'Immacolata (1660) nella
chiesa di San Nicola. Un ricordo dell'arte romanica lo
troviamo in Piazza della Vittoria con due leoni in pietra,
riutilizzati ai piedi di un interessante croce seicentesca.
FESTE
E SAGRE
Un'occasione
di socializzazione, con canti popolari, balli e gustando cibi
locali la troviamo la sera dell'8 maggio in onore di San
Michele, la tradizione vuole che in ogni rione del paese si
accendino dei fuochi (piccoli falò), questa manifestazione è
denominata "Luaure". Un'altra manifestazione tipica
popolare è la "sagra del caciocavallo", a metà
agosto. Più spiccatamente culturale la mostra fotografica e
dell'artigianato in legno che organizzata annualmente dalla
Pro Loco e si tiene ancora ad agosto. Con le sagre dei
peperoni e del baccalà si apre la sfilata di carri allegorici
del 1 agosto. Si passa dalle culture alle fiere, che
richiamano in paese molta gente, con quella del 13 giugno di
Sant'Antonio e il 21 e 29 Settembre quelle di San Matteo e San
Michele.
S. Egidio
– Frosolone (IS)
Frosolone è
ubicato sulle pendici del Monte Gonfalone ed è immerso in un
paesaggio montano molto suggestivo, caratterizzato da rocce
carboniche dalle più svariate forme.
La chiesa di S.
Egidio sorge nei pressi della centrale eolica ed è collocata
ai piedi della montagna su cui sorge il paese, a circa quattro
chilometri dall'abitato.
La chiesa di S.
Egidio costituiva un edificio staccato dal convento
benedettino di S. Onofrio (oggi scomparso) e venne costruita
per ricordare un miracolo avvenuto su quella stessa montagna
ad un pastore di Frosolone.
La data della
sua fondazione ancora oggi non è certa, ma da un'analisi
delle mura e della tipologia costruttiva è possibile datarla
intorno al XIII secolo.
Il convento
invece risale ai primi anni del dominio normanno, tra il
secolo XI e il XII.
La chiesa di S. Egidio non ha svolto sin dall'inizio funzioni
ecclesiastiche; inizialmente, proprio perché facente parte di
un convento benedettino, rappresentava un luogo di ricovero
per poveri e pellegrini.
La chiesa fu
danneggiata dal terremoto del 1456 ma, grazie all'opera
prestata dagli abitanti del paese, venne rimessa in sesto e
continuò a svolgere funzioni di ricovero e di ospizio.
Santa
Maria Assunta - Frosolone (IS)
Frosolone
presenta un territorio montano ricco di fascino ed è meta di
numerosi escursionisti e amanti della natura.
All'interno del
centro storico, a cui si accede attraverso tre porte antiche,
è collocata la chiesa arcipretale di Santa Maria Assunta.
Frosolone è un
paese di origine molto antica; viene identificato con "Fresilia",
città del Sannio conquistata nel 304 a.C. da Marco Aurelio
Massimo.
Il paese conserva mura ciclopiche realizzate probabilmente dai
Sanniti, denominate "mura Pelasgiche", collocate in
località Civitella e Castellone.
La chiesa di
Santa Maria Assunta è di origine medievale.
La sua costruzione fu terminata probabilmente nel 1309, quando
venne citata per la prima volta in un atto notarile. Il titolo
arcipretale fu acquisito a partire dal 1332.
Il 5 dicembre 1456 la chiesa fu totalmente distrutta dal
terremoto, che ebbe Frosolone come epicentro.
Con molta difficoltà iniziarono i lavori di ricostruzione,
che terminarono nel 1531, anno in cui venne riconsacrata.
Anche il
successivo terremoto di "Sant'Anna" del 1805
provocò gravi danni alla struttura; i lavori di ricostruzione
iniziarono solo nel 1822 e proseguirono con notevole lentezza
e molti problemi burocratici, tanto che la chiesa fu riaperta
al culto solo nel 1877.
Alla chiesa di
S. Maria Assunta si accede attraverso una doppia rampa di
scale, che conduce al portale principale.
La facciata è
divisa da paraste, che delimitano la parte intonacata in
tempera chiara dall'altra in piccoli blocchi di pietra bianca;
quest'ultima racchiude il portale e una finestra con vetri
istoriati, che permettono alla luce di filtrare all'interno.
La torre
campanaria, di notevoli dimensioni, sorge immediatamente a
ridosso della facciata ed è stata edificata con conci di
pietra di piccole dimensioni.
Molto evidente
è il contrasto tra il colore chiaro della facciata e quello
scuro del campanile.
Entrando nella
chiesa il visitatore rimane affascinato dalla magnificenza
dell'edificio.
LA MONTAGNA DI FROSOLONE
E LA SUA NATURA
Frosolone, ridente paese ubicato alle pendici del monte Gonfalone, deve la
sua suggestivita' alla bellezza del paesaggio montano in cui e' inserito.
Geograficamente la vera montagna si sviluppa oltre i 1000 m del Colle Croce e
degrada con colli e valli fino ai monti più alti che, nell'ambito del Comune,
culminano net monte Pesco la Messa a quota 1383 m.
L'ambiente montano e' caratterizzato da rocce
carbonatiche che presentano forme bizzarre e suggestive come
la famosa Morgia Quadra, il gruppo roccioso di Colle Sereno
sopra Acquevive, e del Cervaro che sovrasta a strapiombo la
strada che va verso Sessano del Molise.
Il sottosuolo si presenta bucherellato come
una gruviera da caverne che si sono formate per erosione
carsica del massiccio calcareo. Alla periferia ovest del
centro abitato sgorga acqua fresca e limpida dalla Grotta; nel
complesso della Morgia Quadra si trovano delle voragini: i
buchi, meglio conosciuti come "Rattafunn", profondi
in media una quindicina di metri e lunghi settanta; inoltre
sopra le cave di pietra si aprono le caverne delle Cuccette
(m. 4Ox7O), la Grotta di Daviduccio (m. 23x47),
l'Inghiottitoio del Diavolo (m 5Ox4O) che nell'interno sono
tappezzate da fantasiose stalattiti e stalagmiti.
Maestosi sono i blocchi di calcare affioranti
dalla faglia sottostante le Tre Madonne che si ergono come
statue vicino alla Fonte dei Frati e che rappresentano ambite
mete per i rocciatori.
Scalando la "Morgia Quadra.
Oltre al mondo inaccessibile ed affascinante
delle bellezze geologiche, l'ambiente naturale offre un
pittoresco paesaggio floristico dipinto net corso dei millenni
dalla mano dei fattori climatici e degli esseri viventi.
Sulle quote, più alte, di Monte Marchetta (m
1376) e del Colle dell'Orso (m 1393) vegeta la faggeta che ha
raggiunto lì una condizione di equilibrio permanente con I'ambiente
(fascia fitoclimatica Fagetum).
Il maestoso faggio trova nel "Pedalone"
o "Favarone" del bosco delta Grisciata il più
grande rappresentante vivente delle faggete di tutta la
montagna; questo monumento botanico, alto una quarantine di
metri, ha vissuto passivamente le vicende naturali e storiche
degli ultimi centenni.
Il bosco a faggio si e' diffuso sull'Appennino
nel periodo postglaciale (2500 a.C.) occupando alle latitudini
del Molise la fascia vegetazionale che va al di sopra dei 900
m., dove il clima e' più fresco ed umido, preferendo suoli
medio - acidi.
Si raccoglie in faggete, pure ad alto fusto,
sulla sommita' di Monte Marchetta formando il bosco delta
Grisciata e del Colle dell'Orso fino alla valle delta Contessa
e del Lago di Civitanova, creando spaziosi corridoi d'ombra.
Qui fioriscono le dentarie (Dentaria butbifera
e Dentaria poliphilla), i gialli ranuncoli (Ranunculus brutius),
i ciclamini selvatici (Cyclamen repandum e Cyclamen
neapolitanum), i bianchi bucaneve (Galanthus nivalis) ecc.
Dopo le piogge spuntano tanti funghi, tra cui
anche i ricercati porcini ed i gallinacci.
Ai bordi dei boschi vegetano le piante
medicamentose di belladonna e di valeriana, gli arbusti di uva
spina, le siepi di prugnolo e di rosa canina che nella Valle
delta Contessa formano una macchia impenetrabile e pungente.
Nella zona di transizione dal bosco al prato
vivono piante di media taglia come i meli selvatici, i
perastri, gli aceri montani, gli ornielli, qualche esemplare
di agrifoglio, di sorbo dell'uccellatore (Pirus aucuparia) e
del velenoso tasso (Taxiis baccata), meglio conosciuto come
"albero della morte".
Nella Grisciata si rinvengono dei nuclei di
conifere ad abetine (Abies alba) in prossimita' del Guado del
Pedalone e della Coppa dello Stivale che, con un aspetto quasi
fiabesco, dominano la sottostante vallata del Guado la Rocca.
Lungo le pendici del Gonfalone e sul Colle
Martino, vicino ai ruderi del convento di S. Martino,
verdeggiano i rimboschimenti di pini montani e di pochi
ontani.
Gli abitatori di questi luoghi boscosi sono
gli uccelli insettivori come il picchio verde (Picus viridis),
i rampichini (Certhia familiaris e Certhia brachydactyla), il
picchio tiratore (Sitta europaea) che, con il loro becco,
martellano le superfici degli alberi morenti o morti alla
ricerca di larve di coleotteri scolitidi e cerambicidi; le
minuscole cince (Parus palustris e Parits atricapilltis) che
perlustrano a gruppi gli angolini piu' remoti della foresta a
caccia di afidi, mosche e coleotteri.
Tra i vegetariani e' frequente la peppola o
montano (Fringilla monifringilla), il fringuello (Fringilla
coelebs) ed in modo più sporadico il noto frosone (Coccothraustes
coccothraustes) che ha dato quasi certamente il nome al paese
di Frosolone.
I cantori del bosco che con i loro melodiosi
linguaggi allietano I'ambiente sono il verdone (Chloris
chloris), il cardellino (Carduelis carduelis) dalla maschera
nera e rossa, il grazioso verzellino, qualche usignolo, ecc.
In Primavera si ode il monotono cuculo, alla
ricerca di altri nidi dove deporre le sue uova, il rauco verso
d'amore del colombaccio (Columba palumbus) ed, ogni qual volta
entri nel bosco un intruso, si leva il grido d'allarme della
ghiandaia (Garrulus glandarius).
Tra i mammiferi i luoghi inaccessibili e
tranquilli della Grisciata e della Contessa offrono rifugio al
raro lupo appenninico, all'errabondo cinghiale ad alle
numerose volpi che, durante la notte, cacciano i topi
campagnoli e le arvicole.
In distanza il"Gonfalone" e Monte Marchetta
Le radure ed i pianori montani sono tappezzati
da formazioni erbacee che hanno sostituito l'originario bosco
di faggi abbattuti nei secoli scorsi dall'uomo per farne legna
da ardere e da costruzione.
L'erba del pascolo costituisce un ecosistema in continuo
dinamismo verso precari equilibri di comunita' vegetali che
risentono dell'azione del clima, del terreno, delle piante e
degli animali.
Questo perenne tappeto di verde, grazie al
pigmento della clorofilla, rappresenta un importante
laboratorio di ossigeno e una incessante fabbrica di foraggio
(circa 100 q di erba fresca per ettaro) che oltre a nutrire le
vacche, i cavalli, le pecore, le poche lepri, ed i numerosi
topi campestri, grilli e cavallette, costituisce un'importante
coltre antierosiva ed una componente ambientale di elevato
valore percettivo.
I pascoli del Chianone, di Brecce Rosse, e del
Cervaro sono costituiti da un'associazione erbacea a Brometo
caratterizzato dal Bromo eretto, dalla Festuca ovina, dal Fleo
pratense e dalla Poa triviale che nelle zone piu' degradate si
e' evoluto in Xerobrometi ad Agrostide e Nardeto.
Nelle depressioni naturali il verde del
pascolo viene interrotto da minuscoli specchi d'acqua quali i
laghetti dei Castrati, del Cervaro, dell'Acqua Spruzza e delle
Cannavine che raccolgono le acque meteoriche e vengono
utilizzate per abbeverare le mandrie di cavalli e di mucche
durante la montificazione.
Nella vicina "piana di Civitanova"
si forma in primavera il temporaneo pittoresco lago di S.
Lorenzo che consente delle entusiasmanti escursioni in canoa.
Sotto l'aspetto ricreativo le vallate ed i
pianori rappresentano delle naturali piste per praticare in
inverno lo sci di fondo ed in estate quello di prato. I
sentieri dei boschi, tracciati già negli anni cinquanta dalle
"fasciaiole" che andavano a piedi a raccogliere le
fascine di legna (erano di ritorno a casa prima di iniziare la
giornata regolare!), e le piste aperte dai carbonai si
prestano ad essere trasformati in sentieri natura dove il
turista può conoscere e fruire direttamente 1'ecosistema
bosco.
Le eccessive strade ben si prestano ad essere
percorse dai cavalieri e dai ciclisti su mountain-bike,
attratti oltre che dal fascino della montagna anche dalle
centrali eoliche che con le loro eliche trasformano la
perpetua forza del vento in energia elettrica.
Al disopra degli aereogeneratori il cielo e'
frequentato dai rapaci diurni come le poiane, i gheppi, i
lodolai e qualche nibbio, che volteggiano a caccia di
roditori, rettili e lucertole (numerosi sono gli orbettini) e
piccoli uccelli.
La presenza nelle quote più alte di questi
indicatori ecologici sta a significare che 1'ecosistema
montano ancora gode di una buona salute.
Ora alle soglie del 2000 sta all'uomo,
protagonista indiscusso delle sorti della natura, saper
amministrare con saggezza un patrimonio inestimabile quale e'
la montagna di Frosolone.
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