Di essa sono visibili strutture murarie antiche
che fungevano da sostruzione ad un grosso edificio. Tali resti, sono
stati seguiti per circa 70 m ed in alcuni tratti sono oggi riconoscibili
per oltre 2 m d’altezza; la superficie coperta dai resti antichi č tale
da farla ritenere la villa romana pił estesa del Molise; 1’intero
complesso, con relative pertinenze, risulterebbe infatti esteso per
circa 150 m in senso nord/sud e per almeno un centinaio di metri in
senso est/ovest, per un’area complessiva di 15000 m2.
Le strutture in luce sono costruite con la tecnica dell’opus reticulatum,
identica a quella presente nelle mura di cinta di Saepinum e fungevano
da sostruzione; davanti ad esse si distribuiscono parallelamente tratti
murari costruiti con la stessa tecnica ed ornati da semicolonne in
cotto, elementi questi che fanno pensare ad un porticato.
Dagli scavi sono venuti alla luce numerosissimi frammenti ceramici che
consentono di ricostruire, sia pure sommariamente, la storia della
villa: gią esistente tra II e I sec. a.C., viene completamente
ristrutturata ed ampliata fino ad assumere le dimensioni oggi note nella
prima metą del I sec. d.C. L’edifico, pur se tra fasi alterne continuerą
a vivere fino al V sec. d.C., quando subirą drastiche ristrutturazioni.
La qualitą degli intonaci (affrescati) e tracce di tessere musive danno
la sensazione di un edificio caratterizzato da eleganza e lusso. La
perfetta esposizione a mezzogiorno mostra una notevole professionalitą
nella realizzazione dell’edificio al punto da far ritenere la villa non
finalizzata esclusivamente alla produzione agricola ma al soggiorno,
almeno temporaneo, dei proprietari del fundus. Il ritrovamento nel
secolo scorso di iscrizioni romane in questa zona, oggi conservate
presso il comune di S. Giuliano del Sannio fanno ritenere che fosse di
proprietą di una famiglia sepinate, la gens Neratia, che godette di
enorme prestigio a Roma tra il I ed il IV sec. d.C. La famiglia annovera
personaggi di rango senatorio e di elevatissima statura politica e
culturale: M. Hirrius Fronto Neratius Pansa, governatore di importanti
province orientali; L. Neratius Priscus, console di Roma nell’87; L.
Neratius Marcellus, console nel 95 e nel 129; L. Neratius Priscus,
insigne giureconsulto, amico dell’imperatore Traiano, forse da questi
designato a succedergli alla guida dell’impero.
La gens Neratia, in epoca imperiale era insediata a Roma e aveva una
residenza sull’Esquilino circondata da ampi horti, ma non dimenticava la
cittą d’origine, Saepinum, dove provvide alla costruzione degli edifici
pubblici pił significativi. I Neratii, pur residendo nella capitale,
continuarono sicuramente ad avere interessi economici probabilmente
legati alla villa di S. Giuliano del Sannio.
La qualitą delle strutture superstiti, che costituiscono 1’unica
emergenza archeologica di livello monumentale nota dell’antico
territorio sepinate e la possibilitą di assegnarla ad una delle famiglie
pił significative della cittą romana di Saepinum, fanno della villa un
terreno di indagine privilegiata ed estremamente promettente. Le
indagini, sia pure preliminari, sembrano far intravedere che la
possibilitą di conoscere anche nuovi elementi su quel periodo ancora
incerto che si colloca tra la fine dell’impero e l’inizio dell’alto
medioevo.
Sul piano turistico la villa si propone come completamento di un
pacchetto turistico proposto dal prof. De Benedittis denominato Sepino:
2000 anni di storia in tre giorni, che vuole trasformare la presenza
turistica nell’area di Sepino da fugace a continuativa, da limitata ad
una rapida visita alla cittą romana ad un percorso colto che vede
coinvolte tre fasi storiche diverse della piana: la fase sannitica con
Terravecchia ed il santuario sannitico di Cantoni; la fase romana con
Altilia e la villa di S. Giuliano del Sannio e la fase medievale con il
centro storico di Sepino e l’antica struttura per la produzione della
lana.
Il Sindaco Avv. Rosario Losito
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