ALTILIA
– CAMPITELLI DI SEPINO
Il nostro itinerario comincia da Altilia. Normalmente siamo abituati a considerare questa città sannitica come meta di percorsi turistici, invece questa volta vogliamo considerarla come un punto di partenza. Infatti accanto a una forza centripeta, cioè una forza di attrazione per le testimonianze archeologiche in esso presenti, questo luogo esercita anche una notevole forza centrifuga. Esso trasmette una spinta centrifuga dovuta al fatto che l'agglomerato di Saepinum non è un sistema chiuso e isolato perché l'impianto urbano è generato dall'incrocio di due strade, il tratturo Pescasseroli-Candela e il tratturello trasversale ad esso che scendeva dal Matese, le quali all'interno dell'ambito urbano diventano il cardo e il decumano. Sono loro a dare quella sensazione centrifuga che si avverte nella visita dell'area archeologica per la continuità che si stabilisce tra la viabilità urbana e quella extraurbana e, quindi, tra il nucleo insediativo e il territorio circostante. La rete stradale è dunque un "segno" forte che caratterizza questo antico abitato. Addirittura si riconosce un'influenza cosmologica nella intersezione delle due arterie che definiscono i punti cardinali. L'altro "segno" forte è la cerchia muraria ed anch'esso rimanda alla tensione centrifuga sprigionata da Altilia che le murazioni tentano quasi di arrestare. Lo stesso nome di Sepino (da saepio: recingere) che significa recinto testimonia l'importanza di questo elemento: la recinzione può essere considerato il primo tentativo umano di impossessarsi di un dato ambiente. Per via dell'accuratezza costruttiva delle mura realizzate con la tecnica dell'opus incertum si può dire che una maggiore attenzione è stata attribuita alla configurazione della cinta fortificata piuttosto che al tessuto urbano. In definitiva, l'itinerario che si propone parte dal foro seguendo il decumano che conduce a porta Boiano. Questa è una strada che anticipa quelle moderne perché ha funzioni diverse, distinguendo lo spazio per la mobilità pedonale da quello per i veicoli; infatti vi è il marciapiede, mentre lungo la carreggiata si notano i solchi prodotti dai carri romani distanziati fra loro di circa un metro a causa dell'asse cortissimo che avevano tali carri. Il percorso procede lungo il tratturo, l'antica via Numicia secondo il cui andamento sono orientate le maglie della centuriazione romana. Si passa per il mulino Peluso che ha un interessante sistema di trasporto dell'acqua, presente anche in altri esemplari di mulini dell'agro di Sepino, che è costituito da un canale sorretto da una serie di archi, assomigliando, in un certo senso, alla struttura di un acquedotto romano. Si lascia qui il tratturo che si svolge nella pianura e ci si dirige verso la montagna. Si incontra prima, in località S. Pietro, un santuario italico rinvenuto di recente dove vi sono ancora in corso gli scavi archeologici e si giunge, dopo, al cosiddetto conventino, una struttura forse mai completata. Si raggiunge, poi, Terravecchia con le sue possenti fortificazioni sannitiche, per arrivare quindi ai pianori di Campitelli i quali costituiscono una sorta di momento di pausa tra i pendii che salgono dalla piana e la parte più elevata del rilievo montuoso. Da Campitelli l'itinerario può continuare in direzione, appunto, di monte Mutria con i suoi m. 1823 che ne fanno una delle vette più alte del Matese, dopo aver valicato monte Tre Confini (le tre province di Benevento, Caserta e Campobasso) ed essersi inerpicati, quindi, lungo il crinale di Costa Palombara che porta alle caratteristiche vallette ("chianelle") del Mutria. Da Campitelli, qualora non si intenda continuare l'ascensione, si può tornare giù dal versante di Guardiaregia dove si incontra il suggestivo casino Albanese, ammirando la vista delle gole del Quirino con le opposte pareti congiunte da quell'ardito ponte che la fantasia popolare ha battezzato "ponte del diavolo" (fra poco questo paesaggio cambierà radicalmente per il grande invaso in costruzione). Infine, si rientra ad Altilia attraversando la borgata Cantoni con le sue interessanti costruzioni rurali, sia ad uso abitativo che a stalla. La ridiscesa da Campitelli, dove ci si può appoggiare per la sosta nel rifugio ristrutturato dalla SNAM, la società che ha realizzato il metanodotto che passa per la zona, può avvenire anche dal lato opposto, cioè dal passo Crocella. Questa volta si segue, a tratti, la strada rotabile che porta fino al parco delle Terme le cui infrastrutture, da completare, serviranno non solo per i turisti, ma anche per migliorare la dotazione di attrezzature civili dell'abitato. Una tappa può essere fatta al rifugio gestito dagli scouts, di proprietà dell'ERIM, l'ente acquedottistico. Dalle terme Tre Fontane (c'è un moderno albergo) si prosegue fino al centro urbano che merita sicuramente una visita approfondita, e più giù si va al convento, che ha la "vocazione", è il caso di dirlo, di struttura di appoggio per il turismo religioso, e quindi si ritorna ad Altilia.
di
Francesco Manfredi
Selvaggi
Precauzioni Scarpe da
Trekking, Cambio
Giacca o maglione.
Dificoltà : E.
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Altilia
Altilia
Presso Terravecchia
Sepino
Casa con Cenni
Via nel Bosco
Campitelli
Campitelli
Monte Mutria
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