Itinerario fotografico
del torrente Quirino
(
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Questo è un
itinerario moto affascinante e difficile.Il percorsi vengo fatti
dentro il Quirino che un torrente alimentato dalle sorgenti di
Monte Mutria che vanno nelle acque del fiume Biferno.
Durande il percorso
si trovano sorgenti, inghiottitoi piccole piscine che e cascate i
nella parte piu a valle e possibile attraversalo solo con
imbracature e funi, mute estive o ci sono corsi d'acqua lunghi e
cascate anche alte 8m, qui ci vuole mota esperienza e professionalità
e rispetto della natura, i percorsi non sono sono consigliati a
turisti "E." ma che abbiano un esperienza ed
allenamento.
Durante
L'attraversata si possono trovare bisce, salamandre, lucertole,
farfalle etc, diverse specie di orchidee e fiori, il contatto
con la natura e molto forte ed affascinate e rilassante dopo una
giornata fra questo torrente monto stress e pensieri sono andati
via.
Possiamo trovare
altri corsi D'acqua sul Matese verso Roccamandolfi ma sono meno impegnativi,
ma anche per questi bisogna essere esperti ed allenati
Rispettate la natura
e la nostra vita sarà migliore...
L'area
delle Gole del torrente Quirino, situata a ridosso del paese, occupa
128 ettari ed è costituita da una stretta e profonda incisione
lunga circa 6 chilometri, tra il centro abitato e le
alture del Monte Capraro e del Monte Torretta e formano una forra
che varia dai 600 ai 1.200 m.
Le Gole del Quirino è uno dei paesaggi più impressionanti
dell'Appennino meridionale:dirupi inaccessibili, anfiteatri
maestosi, colli ameni, speroni di roccia, ripiani strettissimi,
depositi detritici discese su cui si aprono innumerevoli piccole e
grandi grotte generate dal carsismo delle quali, alcune, abitate
nella preistoria, configurano l'imponenza del luogo. Le
gole del Quirino rappresentano la tipica incisione dalla duplice
origine tettonica e carsica, infatti la frattura, provocata dai
grandi eventi che hanno portato al sollevamento del Massiccio del
Matese, è stata scavata e modellata in milioni di anni dal
costante ed impetuoso scorrere delle acque. Nell'area delle gole
è facile rinvenire conchiglie fossili in accumuli carbonatici,
quasi a ricordare che l'attuale formazione rappresentava la
scogliera di un caldo mare tropicale.
La formazione del canyon è dovuta alla concomitanza di più
fattori come la particolare struttura tettonica dell'area, il
sistema litico del territorio costituito prevalentemente da
calcari, l'erosione fluviale che ha inciso profondamente l'area.
Le acque che alimentano il Quirino provengono dai rilievi laterali
alla gola e dalla valle ai piedi del monte Mutria: tutta l'area è
ricca di sorgenti e di corsi d'acqua fra cui i torrenti rio Vivo,
Quirino e la spettacolare cascata di San Nicola con un salto
totale di circa 100 metri.
Le gole del Quirino, oltre ad angoli di rara bellezza creati
dall'integrazione tra corso d'acqua, rocce e dirupi, c'è da
attestare la presenza di un vero e proprio intrico di grotte
all'interno della montagna. Negli ultimi anni è stata redatta una
carta descrittiva che ne illustra tutte le particolarità: esse
sono arricchite da formazioni stalattitiche. Al momento non sono
percorribili dal comune visitatore a meno che non sia uno
speleologo.
Estese, rigogliose faggete, l'altezza delle quali supera a volte i
30 metri, abeti rarissimi, ginepri nani impenetrabili, tassi
vecchi di mille anni, agrifogli dalle bacche rosse, morbidi
muschi, licheni e felci, fiori del sottobosco dai colori
smaglianti caratterizzano la varia e lussureggiante flora
dell'area.
Lupi solarini, volpi, lepri, gatti selvatici, cinghiali,
scoiattoli, muridi, vipere e colubridi, innumerevoli specie di
insetti, rapaci tra cui la poiana e passeri anche non comuni
caratterizzano la fauna del territorio.
Risalire per intero il canyon con i suoi 5 chilometri di percorso
tormentato e tortuoso e con i suoi enormi costoni di roccia
calcarea disposti, per lunghi tratti, a strapiombo sul greto
sassoso del torrente non è facile. Alla Gola del Quirino si
accede in prossimità della cappella di Santa Maria della Neve
costeggiando un rigagnolo che si riversa nel torrente. Il primo
tratto del percorso simile ad un grosso viale ciottoloso, è
agevole da percorrere.
Mano a mano che si risale il torrente, il paesaggio muta il suo
aspetto le rocce, mostrano una incredibile plasticità nelle
forme, autentiche sculture naturali a cielo aperto. A metà
percorso il torrente si biforca in due rami ed il paesaggio
diventa idilliaco: un autentico ambiente tropicale con rocce
altissime, completamente ricoperte da una vegetazione
lussureggiante di erbe e rampicanti che scendono giù a cascata e
la presenza di minutissime goccioline di acqua, condensata sulle
foglie per via dell'elevata umidità del luogo, conferisce una
brillantezza unica al verde dominante, presente in tutte le sue
tonalità. Non molto lontano da quel luogo un'altra meraviglia
della natura: a dieci metri di altezza dal torrente si apre una
caverna con antistante terrazzo naturale in lastroni di pietra.
Procedendo nel percorso si incontrano ostacoli abbastanza
impegnativi, impossibili da superare se non si è in possesso di
mezzi ed attrezzature idonee.
Un enorme masso, precipitato a valle ed incastrato fra due pareti
di roccia con andamento a cuneo verso il basso, sovrasta uno
scivolo d'acqua concavo, con le pareti perfettamente lisce e
levigate. Si attraversa poi un tratto roccioso che la luce
laterale e radente rende del tutto irreale. Viene in mente un
paesaggio lunare, quasi da fantascienza. Un corridoio lunghissimo
e stretto, una profondissima fenditura nella roccia conduce
finalmente allo sbocco del canyon nella piana di Arcichiaro.
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