Una via del
paese è intitolata “Presepe Rogati”, le indicazioni presso il
bivio di San Polo Matese e quelle in piazza,sul presepe, attestano
che in paese vi è uno dei più belli e artistici presepi
permanenti, fiore all’ occhiello per quanto riguarda l’aspetto
culturale e turistico di San Polo Matese.
Solamente un
animo di spiccata sensibilità e di una genuina spiritualità,
quale è stato quello del dott. Luigi Rogati, poteva ideare e far
realizzare un’ opera di così alto valore artistico.
La passione
per il presepe e per il paesaggio d’amore e di pace che esso
racchiude, lo hanno indotto, nell’anno 1961, a concretizzare il
sogno, cullato sin dalla fanciullezza, in una stanza(3 metri per
cinque) a pianterreno della sua abitazione.
Il
progettista ed esecutore dell’ opera è stato il grande artista
spagnolo Juan Marì Oliva di Barcellona, coadiuvato, nella
scenografia e nella ordinazione delle figure, dal prof. Angelo
Stefanucci di Roma .
Il presepe è
di stile palestinese e orientale. Tutto riporta e ricorda
l’ambiente della Palestina al tempo di Cristo: il paesaggio(è
la Palestina su scala),le figure, i costumi e gli oggetti.
Le figure in
primo piano, alte 25 cm. Circa, sono state modellate in cartapesta
dallo scultore Antonio Mazzeo di Dragoni di Tequile(LE) sulla
scorta di figurini e di modelli ricavati da antiche stampe,
bassorilievi e pitture.
Quelle in
secondo piano e degli sfondi (in sei diverse altezze da 20 a3 cm.),in
terracotta, sono state modellate su ordinazione a Barcellona, da
un famoso scultore, certo Martin Castells, e poi portate a San
Polo Matese.
Anche gli
alberi le palme, gli ulivi, le agavi e i cespugli, in ferro e
sughero, provengono dalla Spagna, preparati dalla ditta Felix
Bertrand di Barcellona, specializzata in questi lavori.
Si nota, nel
complesso lavoro, la mano delicata e componente di un artista che
ha saputo comporre e armonizzare tutti i più piccoli particolari
in un mosaico che non conosce confronti e non ha precedenti
nell’ arte presepistica mondiale. Nemmeno la Spagna, la patria
del prof.Oliva, Possiede un lavoro così strutturato e
artisticamente riuscito. Solo la mano di un grande artista poteva
congegnare e scrupolosamente rispettare le proporzioni di quel
meraviglioso quadro.
L’attrazione
del visitatore è data dalla bellezza del paesaggio, della gamma
di colori che lo rappresentano e dalla fedele riproduzione dei più
piccoli oggetti.
Le due fasi
del giorno e della notte, in cui si svolgono le diverse
apparizioni, fanno un effetto straordinario e danno allo
spettatore la sensazione di assistere ad una visione celestiale.
Col prodursi
del buio, il cielo si cosparge di selle, verso sinistra compare
l’orsa maggiore e la stella polare, a destra la luna falciata.
Improvvisamente, in questo scenario, appare un angelo,
accompagnato da una musica divina, che pronuncia parole di saluto
alla Madonna: “Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te;
tu concepirai e darai alla luce un figlio e lo chiamerai Gesù.
Egli sarà grande e il suo regno non avrà mai fine”.
L’angelo,
poi, dispare e si illumina la grotta dove sostano i personaggi
della Sacra Famiglia insieme al bue e all’asino. Lì, la
Madonna”diede alla luce il suo primogenito figlio e lo adagiò
in una mangiatoia perché non c’èra posto per loro
nell’albergo”.
Sul fondo, in
alto, si nota la comparsa degli angeli che annunciano ai pastori
la lieta novella della nascita del Salvatore
e la risposta è immediata di costoro che si recano alla
capanna del Cristo a rendergli omaggio. Tornando alle loro case,,
annunciano il lieto evento e glorificano Dio.
Dopo pochi
attimi, compare nel cielo una cometa. Il suo lento cammino, fino a
raggiungere la capanna, e seguito dai magi che son venuti dall’
oriente per adorare il bambino e portagli doni preziosi.
Con questa
apparizione, la notte lentamente si dilegua e viene l’alba e poi
la luce del giorno e …di fronte il bellissimo panorama del
paesaggio palestinese.
A sinistra,
si vede la regione della Giudea, collinosa, con il capoluogo
Gerusalemme circondata dalle mura.
Sullo
sfonda,c’è il lago di Tiberiade, solcato da due barche a vela.
Sulla destra,
in avanti, s’innalzano le case bianche della città davidica di
Betlemme e si nota la presenza di una folla innumerevole di una
folla innumerevole composta dalle carovane dei re magi,con
cammelli; dromedari, elefanti carichi di preziosi, danzatori,
portatori,schiavi e pastori che spingono i loro armenti. Vicino,
c’è il mercato del Caravanserraglio, con il tessitore e il
venditore di tappeti, i venditori di anfore, di ceste di frutta
esotica,il fumatore di narghilè e l’acquaiolo. Sotto il
portico,è visibile una donna con vicino una culla, il cui
giaciglio è posto su due corde e, sopra, vi è il bambino che
dorme.
Tra le altre
cose, sono visibili, ad un angolo, quattro personaggi (sono i
componenti della famiglia Rogati morta nel 1954).
La musica,
che accompagna, con toni diversi, tutto il susseguirsi delle
scene, aggiunge allo scenario visivo un elemento di patetica
suggestione che commuove intimamente.
A lato della
stanza che ospita il presepe, a complemento di questo, il
prof.Juan Marì ha costruito tre diorami: l’Annunciazione, la
Fuga in Egitto, la Bottega di Nazareth.
Nella seconda
scena, sullo sfondo, si intravedono le piramidi e le sfinge; a
destra è stato riprodotto il torrione di San Polo Matese.
Il presepe fu
costruito in sedici giorni, nell’agosto del 1961. Fu inaugurato
la notte di Natale con una suggestiva cerimonia. Dalla Chiesa
Madre, i fedeli si recarono in processione alla casa del dott.
Rogati e, lì, il sac. Francesco Lanese svolse la liturgia della
notte santa davanti al presepe. Terminata la cerimonia, il popolo,
cantando inni sacri fece ritorno alla Chiesa dove fu celebrata la
Messa della notte.
Dai registri
delle firme, tenuto dal dott. Rogati, risulta che il numero delle
persone, che hanno apposta la loro firma dal 1961 al 1975, è di
circa 100.000. L’affluenza maggiore si è registrata nei primi
anni e durante il periodo natalizio. I visitatori sono pervenuti
da quasi tutte le regioni e anche dall’estero. La percentuale più
alta è stata quella dei molisani.
In seguito al
decesso dei Rogati, proletari diretti, il presepe restò chiuso
per un periodo di tempo. Nel 1981 , il parroco, fece intervenire
l’arcivescovo perché ottenesse dai famigliari eredi la
donazione del presepe, mettendo a disposizione la chiesa di S.
Antonio per accogliere l’opera d’arte, perché non venisse
portato via e trapiantato in altro luogo e il paese rimanesse, così,
privo di un capolavoro. La donazione non fu possibile ottenerla.
Il comune, dietro sollecitazioni, acquisto il presepe con tutto lo
stabile nel 1986, riattivando il presepe, mettendovi un custode e
adibendo i locali a sevizi culturali con una biblioteca
Attualmente,
è possibile visitare il
presepe il sabato, la domenica e tutti i festivi dalle ore10 alle
ore13 e dalle ore 15 alle ore 19.
|
|