Comune di S. Maria del
Molise
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(747
abitanti - 980 mt. s.l.m.)
La fascia di territorio compresa tra i
comuni di Castelpetroso e Macchiagodena è caratterizzata dalla
presenza di due nuclei abitati che compongono un'unica realtà
comunale: quello del comune capoluogo, appunto, Santa Maria del
Molise, e quello della circoscrizione di Sant'Angelo in Grotte. I due
centri raccolgono una popolazione totale di 747 abitanti e sono frutto
di un'evoluzione storica e insediativa che ha condizionato l'intera
zona nel corso dei secoli. Oggi i due centri mantengono tra di loro
sostanziali differenze che vanno da quelle ambientali a quelle più
strettamente "urbanistiche".
L'abitato di Santa
Maria è lambito dalla statale 17 e si è formato su di un pendio
naturale. E' posto a 632 metri di altezza sul livello del mare, in
una zona ricca d'acqua e favorevole climaticamente alla
coltivazione della vite. Sant'Angelo in Grotte invece sorge su di
un cocuzzolo (980 m. s.l.m.) che domina dall'altro il sottostante
abitato ed offre una nitida visuale della pianura di Bojano; il
suo territorio è caratterizzato, tra le altre cose, da un bosco ad
alto fusto di 400 ettari, solcato dal torrente Rio Paradiso,
accessibile con una strada di valorizzazione turistica realizzata
dalla Comunità Montana Matese. Gli spazi liberi da vegetazione in
questo punto del comune erano sfruttati in passato come pascoli.
Se è vero, come è vero,
che tra i due centri sussistono differenze, ciò dipende, come si
accennava prima, da diverse origini storiche. L'area oggi occupata
dal comune capoluogo fu sfruttata prima dai Sanniti, poi dai Romani.
A provarlo restano le strutture di una villa rustica, ai margini
dell'abitato, che fu realizzata su di una precedente costruzione
sannitica. Nel corso del Medioevo la situazione di pericolo ed
insicurezza che gravava sul territorio occupato dai Longobardi
costrinse la popolazione a cercare un posto più sicuro dove
dimorare. Questo fu individuato sul colle che oggi ospita Sant'Angelo
dove fu edificato un castello, successivamente trasformato in
palazzo signorile, oggi non più esistente.
Il feudo prese il nome,
che conserva ancora oggi, dai Sant'Angelo, una famiglia signorile
che più a lungo lo possedette. Tra gli altri feudatari vanno
ricordati i Caldora, i Di Sangro e i Mormile. Col passare degli anni
la situazione interna dell'attuale comune si invertì nuovamente. In
seguito al disastroso terremoto del 1805, si formò l'abitato di
Santa Maria grazie all'apporto di numerose famiglie che in parte
provenivano da Sant'Angelo e in parte dai comuni limitrofi. Con il
passare del tempo il centro prese consistenza sino ad essere
insignito della condizione amministrativa di sede comunale nel 1955.
I resti della villa imperiale di Santa Maria sono ancora oggetto di
studi e saggi archeologici, grazie ai quali, precedentemente erano
stati riportati alla luce gli ambienti più rappresentativi
dell'edificio.
A Sant'Angelo in Grotte è
invece di notevole interesse il ciclo di affreschi che decorano le
pareti della cripta della chiesa parrocchiale di San Pietro in
Vincoli. Gli affreschi che raffigurano le "Opere di Misericordia"
occupano tutto lo spazio disponibile nel non eccessivamente ampio
vano. Dalla parete di fondo a seguire, da destra verso sinistra,
appaiono il "Dar da mangiare agli affamati", il "Dar da bere agli
assetati", il "Vestire gli Ignudi" e quindi "Ospitare i pellegrini",
"Visitare i carcerati" e, per concludere "Seppellire i morti". Nella
cripta, inoltre, trovano spazio altre raffigurazioni. E' certamente
interessante quella che riproduce un "sole umanizzato" che dovrebbe
rappresentare il Creatore.
E' tipica anche la
"veduta della città di Betlemme".La grotta di San Michele a Sant'Angelo
in Grotte s'incontra tra i primi edifici dell'abitato. Qui, in un
antro roccioso, esiste una sorgente di acqua benedetta. Secondo una
leggenda locale San Michele Arcangelo aveva deciso di dimorare a
Sant'Angelo, in contrasto con il Padreterno che lo aveva destinato
altrove. Il Santo fu quindi costretto a percorrere un tunnel nella
montagna che alla fine sboccava su di un dirupo. Da qui l'Arcangelo
si involò per fermarsi sul Gargano dove una località prese il suo
nome e vi fu edificato un grande santuario.
All'interno del paese
sono rilevabili altri frammenti, sicuramente di epoca romanica: nei
pressi della chiesa vi è un leone che trattiene un agnello tra gli
artigli e poco oltre, su di un'arcata della torre quadrangolare che
permetteva nel medioevo il transito per il castello, tre pregevoli
teste di leone. Inoltre accanto all'uscio di un edificio privato è
murata una pietra squadrata che mostra un rilievo scultoreo che
secondo la comune interpretazione raffigura la lupa con Romolo e
Remo. E', attualmente, indatata.
A Santa
Maria del Molise evidenti migliorie sono state apportate nell'area
vicina all'abitato, attraversata dal piccolo corso d'acqua che trae
origine dalla falda acquifera localizzabile nei pressi della chiesa,
con il ripopolamento di trote e palmipedi e con l'approntamento di
attrezzature per i pic-nic e di una pista da ballo utilizzabile in
estate. Le tradizioni più sentite sono riferibili alle celebrazioni
di due ricorrenze religiose: a Santa Maria la festività dei SS.
Maria, Filippo e Giacomo (1 Maggio), che oltre ai riti religiosi
prevede anche una fiera di merci e bestiame, a Sant'Angelo (8-9
Maggio) la ricorrenza di San Michele Arcangelo a supporto della
quale vi sono una fiera e spettacoli di piazza.
Ampio risalto è stato
dato negli ultimi anni dall'amministrazione comunale alla
realizzazione o miglioramento degli impianti sportivi. A Sant'Angelo
in Grotte ciò è venuto per il campo sportivo porto a 1000 m. di
altezza. E' ideale per i ritiri, inoltre nel comune è attiva
un'associazione bocciofila e nei pressi della SS. 17 per iniziativa
privata è stato realizzato il cartodromo. Per la ricettività, ancora
a Sant'Angelo sarà presto attivo un albergo con 60 posti letto.