Questo uccellino rotondetto, dai grandi occhioni,
contrariamente alle apparenze è litigioso e
prepotente. Il suo canto melodioso venne imitato da
Chopin nel tema principale della “Grande polonaise
brillànte” e da ciò è invalsa l'abitudine di chiamare
il Pettirosso “Chopin dell'aria” mentre più giusto
sarebbe stato forse chiamare il famoso musicista
“Pettirosso di Varsavia”. |
Una
gentile leggenda, fra le tante fiorite su questo
grazioso pennuto, attribuisce il colore del suo petto
a una goccia del sangue di Cristo, cui il Pettirosso
avrebbe cercato di alleviare le sofferenze sforzandosi
di strappare le spine della corona. |
Il
pettirosso (Erithacus
rubecola)
è lungo da 13 a 15 cm ed ha la fronte, i lati del capo, la
gola ed il petto rosso arancio. Le parti superiori sono di
un colore bruno oliva mentre l'addome è bianco; sia il
becco che le zampe sono brune. Non c'è differenza fra
soggetti di sesso diverso. I giovani non hanno il petto
arancio e presentano numerose macchie bruno-scure e
fulve.
Raggiunge
un peso massimo di 16 grammi.
E' un
uccello dalla vivacità inesauribile. Sul terreno si muove
con una rapida successione di lunghi balzi, in posizione
quasi curvata per un passo o due, poi si arresta in
atteggiamento eretto, facendo vibrare talvolta ali e coda.
Se incuriosito o eccitato, inclina rapidamente il corpo da
lato a lato, movendo ali e coda. Il volo è solitamente
lento e breve.
Il
canto è semplice e cristallino ed è particolarmente
melodioso all’epoca degli amori. Emette un
tie ripetuto e persistente, un tsip o ts'ssp
debole, un tsii sottile e lamentoso. Se
eccitato, emette un iss simile al suono prodotto da
un gatto irritato; canta anche la femmina.
Il
Pettirosso è diffuso in tutta Europa sino al circolo
polare artico e dall'Atlantico agli Urali; alcune
sottospecie dimorano nell'Asia Minore, nelle Canarie e
nell'Iran. In Italia è stanziale ovunque.
I boschi
di conifere e i boschi cedui costituiscono il suo habitat
nei mesi estivi, habitat che viene abbandonato
in autunno per la ricerca di cibo nelle pianure e nei
giardini presso l'abitato, dove spesso il pettirosso
s'inoltra spinto dalla sua insaziabile curiosità, lesto
però a sfuggire l'uomo di cui non gradisce la presenza.
Le specie
nordiche sono più frequentemente migratrici e si spostano
nelle ore notturne.
E'
animale solitario e di indole aggressiva verso i consimili
di cui non ama la vicinanza e con i quali ingaggia spesso
in primavera lotte sanguinose.
Entrambi
i sessi difendono il loro territorio e nell'atteggiamento
di difesa, la testa è tenuta eretta, per mostrare la
macchia color arancio del petto, ed il corpo viene
inclinato rapidamente da lato a lato.
a
fine aprile o ai primi di maggio, nel nido costruito dalla
sola femmina e collocato in un cespuglio o in una fossetta
sul terreno e sempre bene occultato, vengono deposte 5-6
uova bianche macchiate di bruno pallido. La cova dura
13-15 giorni; i piccoli abbandonano il nido dopo un paio
di settimane pur continuando ad essere imbeccati dai
genitori ancora per un certo tempo. Qualche volta vengono
portate a termine tre covate in una stagione riproduttiva.
Il
pettirosso si ciba soprattutto di insetti e le loro larve,
lombrichi, semi e piccoli molluschi, ma integra questa
dieta con una grande quantità di frutta e bacche, more,
lamponi, mirtilli, fragole e ribes.
Fortunatamente quest’uccello, dal bel canto e dall’indole
orgogliosa, non è oggetto di bracconaggio come i suoi
simili granivori a causa della difficoltà di reperimento
dell’alimentazione indicata.
Gli
esemplari che sopravvivono ai primi giorni di prigionia
finiscono per rassegnarvisi abbastanza presto, senza però
mai perdere del tutto il timore suscitato dalla presenza
dell'uomo.
E’
ovviamente protetto in Italia dalla legislazione vigente