Nel 1996 nel corso dei
lavori di restauro all'interno della Chiesa Cattedrale di
Bojano, sotto l'antico altare maggiore, ad una profondità
di circa m. 3,70, si sono rinvenute numerose ceramiche
attribuibili, in massima parte, ai secoli IX - XVI in
concomitanza con due absidi antiche che testimoniano
precedenti fasi della chiesa madre Bojanese.
Nel luglio del 1997 gli scavi, a cura della Soprintendenza
ai Beni Artchitettonici, Archeologici, Artistici e Storici
del Molise, hanno interessato il lato sud-est dell'edificio
religioso, sia per motivi di consolidamento, che per
riportare alla luce la struttura della chiesa originaria,
sottostante il portale del XV secolo, aprendo una trincea di
circa 10 m. di lunghezza e 2 m. di larghezza. Questo
intervento ha portato in luce numerose ceramiche medievali
attribuibili, per la maggior parte, ad un ambito cronologico
compreso tra il IX ed il XVI secolo. Tra questi materiali
troviamo ceramica dipinta in rosso a linee sottili, ceramica
invetriata verde, ceramica invetriata bicroma, ceramica
invetriata graffita, protomaiolica, maiolica arcaica e
maiolica.
Mi soffermo brevemente sulla protomaiolica. Si tratta di
frammenti riferibili a ciotole oltre che ad un piatto. Le
ciotole si presentano in due tipi: a corpo continuo o a
bassa carena.
I motivi decorativi sono realizzati in nero, verde-azzurro e
giallo.
Essi comprendono per lo più motivi geometrici tra i quali
si enuclea come caratteristico della produzione di Bojano,
il motivo del rombo a lati concavi che si dispone sul fondo
dei vasi aperti, così come appare peculiare il motivo della
fitta spirale, circondato da una fascia di motivi
curvilinei.
Tracce di motivi zoomorfi, come nel caso del frammento sulla
destra, con parti delle zampe del volatile.
Tali elementi ci permettono di suggerire l'esistenza di una
produzione in loco, anche se questo andrà verificato con
analisi specifiche.
Nonostante gli scavi siano stati condotti con altri fini, i
materiali recuperati permettono una ricostruzione abbastanza
dettagliata del panorama ceramico tardo-medievale presente
nella città matesina.
Debbo alla cortesia e disponibilità del Direttore dei
Lavori, Arch. Ludovico Lopa e dell'Alto Sorvegliante della
Soprintendenza, Arch. Oreste Muccilli, l'opportunità di
recuperare e studiare questi materiali. Li ringrazio
vivamente.
Ruderi della Cripta sec XI |
In questa sede presento
brevemente i pochissimi, ma significativi, frammenti di
ceramica invetriata dipinta a decorazione bicroma recuperati
nell'intervento del 1997 e distinti in due gruppi principali
in base agli impasti:
- Argilla camoscio-giallino appena rosata all'interno, a
grana fine con vacùoli;
- Argilla rossa a grana fine con vacùoli e minuscoli
inclusi bianchi.
EST.CATT.B100
Il primo frammento, riferibile ad una ciotola, presenta uno
stretto orlo assottigliato e parete a curvatura continua.
Interno ricoperto da vetrina piombifera lucente. L'esterno
è nudo.
La decorazione è dipinta in nero-bruno e verde su ingobbio
biancastro. Una fascia circolare verde corre sull'orlo.
Sulle pareti corrono due linee circolari in nero ed una
fascia in nero, sottoscritte da fasci di linee verticali in
verde alternate con linee in nero a serpentina.
EST.CATT.B103
Il secondo frammento, riferibile alle pareti di un vaso
aperto, presenta una carena stondata.
L'interno è ricoperto da vetrina piombifera quasi opaca.
L'esterno è nudo.
La decorazione è dipinta in nero e verde su ingobbio
bianco. Linee in nero marginano un motivo a foglia
cuoriforme campita in verde.
EST.CATT.B.104
Il terzo frammento, riferibile alla tesa di un piatto,
presenta una larga tesa pendente verso l'interno distinta
dal cavetto da una netta risega, ed orlo semplice
arrotondato.
Interno ricoperto da vetrina piombifera quasi opaca. Esterno
nudo.
La decorazione, su ingobbio biancastro non uniforme e con
due chiazze più consistenti, è dipinta in nero e verde.
Sotto l'orlo corre un fascio di cinque linee nere. L'interno
era occupato da ampie foglie lanceolate centripete, di cui
una visibile, ed una appena individuabile, marginate in nero
e campite in verde, fiancheggiate a destra e sinistra da
crocette in nero.
EST.CATT.B.106
Il quarto frammento, riferibile ad un fondo di ciotola o
piatto, presenta un basso piede ad anello.
L'interno è ricoperto da vetrina piombifera lucente.
Esterno nudo.
La decorazione, su ingobbio bianco, è dipinta in nero e
verde con tre linee circolari centrali dalle quali si
irradiano linee oblique in nero-bruno e pennellate dipinte
in verde.
EST.CATT.B.105
L'ultimo frammento, riferibile ad un vaso aperto ciotola o
piatto, presenta un basso piede ad anello.
L'interno è ricoperto da vetrina piombifera piuttosto
opaca. Esterno nudo.
La decorazione, su ingobbio biancastro, è dipinta in nero e
verde, con un motivo non pienamente leggibile, forse
animale, di profilo a destra, probabilmente munito di corna,
delineato in nero e campito in verde.
Questa ceramica invetriata,
presenta confronti con le ceramiche emerse in Puglia e
Campania, soprattutto nella forma del piede ad anello, e
nelle varianti degli orli dei vasi aperti, come nella
ciotola a stretto orlo assottigliato presente nella ceramica
invetriata verde pugliese e negli scavi di San Lorenzo
Maggiore a Napoli.
Ciò è comprensibile considerando la strategica
collocazione geografica della città matesina, posta al
centro tra Campania e Puglia lungo le direttrici viarie che
Federico II di Svevia percorse freneticamente fra i due
versanti dell'appennino meridionale, sostando spesso a
Bojano ed è dunque facile pensare ad un interscambio di
influssi nella ceramica.
Purtroppo la mancanza di uno scavo stratigrafico e scarti di
produzione o fornaci, non solo non ci permettono di fornire
parametri cronologici precisi, ma ci privano anche della
possibilità di poter affermare che Bojano producesse
ceramica.
Cronologicamente, ma solo orientativamente, per la ceramica
invetriata bicroma degli scavi della Cattedrale di Bojano,
possiamo proporre una datazione compresa tra il XIII ed il
XIV secolo sulla base dei confronti tipologici con i
materiali Lucerini e di San Lorenzo Maggiore a Napoli.
La ceramica invetriata di Ostuni.
La città di Ostuni, di
antica origine Messapica, presenta anche una fase medievale
finora mai indagata.
La città medievale, si estese sul cucuzzolo della collina e
fu racchiusa in una cinta muraria nel 1356 per volere di re
Ludovico e Giovanna I, come sappiamo da una iscrizione su
pietra già murata su una delle sei porte della città,
Porta di Juse, purtroppo oggi distrutta.
Nel 1930 le autorità comunali di Ostuni permisero la
costruzione di una palazzina adiacente Porta del Ponte,
posta a nord e, nel momento della realizzazione
dell'edificio, si scoprì che la porta aveva due torri ai
lati su una delle quali si impiantò la nuova costruzione.
Nel 1990, nel corso dei lavori di restauro dell'edificio,
riemerse la torre facente parte del circuito murario
medievale della città e lo svuotamento, resosi necessario
per motivi di consolidamento, fu curato dal Prof. Donato
Coppola direttore del Museo di Ostuni.
Il riempimento della torre ha restituito protomaiolica,
ceramiche invetriate, ceramiche a decorazione dipinta non
invetriate, a uccelli, in concomitanza con numerose lucerne
e statuine in terracotta, materiali ceramici eterogenei che
si dislocano tra il XIII ed il XVI secolo.
Lo scavo purtroppo non fu condotto con metodo stratigrafico,
vista l'urgenza dell'intervento, ma i materiali ceramici
emersi furono recuperati e conservati nel museo della città.
In questa sede ne prenderò in esame pochi ma significativi
elementi relativi a ceramica invetriata dipinta a
decorazione bicroma e ceramica invetriata policroma o R.M.R..
Debbo alla cortesia e disponibilità del Prof. Donato
Coppola l'opportunità di studio di questi materiali, da lui
recuperati e messi a mia disposizione. Lo ringrazio
vivamente.