Il deltaplano è
una specialità del volo libero senza motore e prende il nome dalla
forma a delta dell'attrezzo. E' uno sport individuale, non olimpico e
viene praticato, generalmente, rilievi montani e collinari
prospicienti il mare o le grandi pianure. La pratica del deltaplano
consente all'uomo di andare in aria senza l'ausilio di un motore.
Decolla da un pendio che presenti un'inclinazione ed un'esposizione
ottimali al vento, si percorre la distanza che ci separa dal punto di
atterraggio, scendendo sempre rispetto all'aria.
Il parapendio invece, nasce in Europa nel 1980, quando tre
paracadutisti francesi, Jean Claude Bètemps, Gèrard Bosson e Andrè
Bohn, allo scopo di ridurre i costi delle loro esercitazioni, iniziarono
a lanciarsi invece che da un aereo dalle cime del monte Pertuiset, con
le loro ali da lancio tipo Parafoil. Da questo momento in poi
l'evoluzione del parapendio prese la propria strada, discostandosi
sempre più da quella del paracadute da lancio. Decollando da un prato
la vela del parapendio doveva facilmente gonfiarsi a basse velocità e,
una volta in volo, occorreva migliorarne il tasso di caduta e
l'efficienza. Il parapendio oggi è essenzialmente un'ala composta da
due strati di tessuto sovrapposti ad una centina di forma alare. Dalla
parte inferiore della "vela" partono numerosissimi cordini
che, attorcigliandosi più volte tra loro, si collegano a varie
bretelle, che, unite a loro volta in due principali, si agganciano alla
selletta su cui siede il pilota. Un'altra serie di cordini, sdoppiandosi
in due principali "fasci", parte dal posteriore della vela e
giunge a due maniglie, che fungono da "freno", con le quali il
pilota compie quasi tutte le manovre. Il parapendio vola avendo come
unico motore il proprio peso che per effetto della forza di gravità
tende a far scendere il mezzo verso terra. La forma alare consente di
spostarsi obliquamente in avanti di sette metri per ogni metro perso
verticalmente e con una velocità di caduta che si aggira su un metro e
mezzo al secondo.
Sfatiamo però una leggenda. Con il parapendio non ci si butta da
orrendi precipizi. Si corre invece lungo un pendio che abbia una angolo
di discesa superiore a quello del parapendio e pian piano, ci si separa
da esso. I mezzi attuali stanno raggiungendo prestazioni tali per cui il
termine di derivazione francese, "Parapendio" incomincia forse
ad essere non più adeguato e sarebbe più opportuna la definizione
inglese "Paraglider", ovverosia paracadute aliante.
Volare, comunque, non è poi tanto arduo. Basta avere quel pizzico di
entusiasmo e di........coraggio ed il gioco è fatto. Per pilotare un
deltaplano basta spostare il peso del corpo nella direzione in cui si
desidera andare. Più o meno ciò che si fa su una bicicletta, dove ci
si piega a destra per andare a destra e così via, sempre più in alto,
sempre più veloce: dai 50 chilometri orari fino anche ai 150. Che
sogno! Il peso di un deltamotore è abbastanza contenuto: dai 110 chili
dei modelli base ai 180 di quelli veloci. Per spiccare il volo non serve
una montagna, bastano 80 metri liberi da ostacoli. Quindi si dà motore,
inizia la corsa di decollo e, dopo pochi metri, il deltaplano comincia a
sollevarsi. Abbiamo finalmente spiccato il volo. Si può stare in aria
anche diverse ore e raggiungere distanze di centinaia di chilometri! In
pochi secondi si può salire di diverse centinaia di metri e godersi lo
splendido spettacolo del panorama sottostante. Meglio di un volo di
linea! Nessuna fusoliera, nessun vetro, nessuna copertura. Niente tra
noi, l'aria e lo spettacolo che ci circonda. Il massimo della libertà!
Per tornare sulla "terra ferma" non ci sono pericoli. Si
planerà dolcemente, raggiungendo lentamente il punto di atterraggio.
Volare in deltaplano o con il parapendio è un gioco da ragazzi, e per
provare questa emozione indimenticabile basta venire da noi, nel Matese...
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