L' Oasi
Le Mortine, la 96a del WWF in Italia, fa parte di un
bosco a cavallo dei Comuni di Capriati al Volturno e
Venafro. Ha un'estensione di 25 ettari ed al suo interno
ci sono sentieri natura, capanni per l'osservazione
della fauna, uno stagno didattico, un giardino botanico
ed aree per la sosta dei visitatori. L'intero
comprensorio è da considerare, sia dal punto di vista
storico che paesaggistico, il limite settentrionale
della Reale Caccia Borbonica di Torcino e Mastrati. E'
una lanca fluviale artificiale lungo il fiume Volturno,
creatasi in seguito alla costruzione di uno sbarramento
per la produzione idroelettrica. La vegetazione
ripariale è ancora ben conservata, in particolare una
zona di bosco idrofilo costituito prevalentemente da
Ontano nero, Pioppo bianco, Pioppo nero, Salice bianco e
Salice rosso, circondati da orniello, acero campestre,
olmo e farnia nei punti più asciutti. E' punteggiato
all'esterno da esemplari di quercia a testimonianza
delle antiche selve planiziali che avvolgevano i boschi
fluviali e si estendevano sulla piana di Venafro. Nei
fossi e nei canali si sviluppa una vegetazione tipica
composta da giunco, sparto, e fioriture di nasturzio e
veronica. Il canneto borda le ripide rive dell'invaso di
regolazione e si sviluppa in piccoli lembi nel bacino
antistante lo sbarramento ENEL. Le specie strettamente
legate all'ambiente acquatico sono molto diversificate,
specialmente in inverno e durante le migrazioni. Tra gli
uccelli acquatici nidificanti sono presenti il germano
reale, la gallinella d'acqua, la folaga, lo svasso
maggiore, il porciglione. Tra gli svernanti, moriglione,
mestolone, fischione, alzavola, marzaiola, moretta,
codone, airone cenerino, raffigurato nel simbolo
dell'Oasi, tarabusino, cavaliere d'Italia, airone rosso
e garzetta; raramente l'oca selvatica. Molto comuni tra
i rapaci il nibbio bruno, la poiana, lo smeriglio,
l'astore e il gufo di palude mentre sono più rari il
Nibbio reale, il Falco pecchiaiolo e l'Astore. Data
l'abbondanza delle specie ittiche esistenti, è uno dei
luoghi preferiti dagli amanti della pesca, ed è da
menzionare la cattura, a maggio del 2000, di una trota
farnia del peso di oltre 5 chilogrammi.
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