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6 febbraio 1951 6 febbraio 2001
Mamma,
se un bisognoso bussasse alla tua porta....
La
Casa di Riposo di Boiano, dalle origini ai nostri giorni
Fotografie :
Archivio
Casa di Riposo
Introduzione
L’idea
di un testo legato all’evento del 50° anniversario della nascita
della Casa di Ricovero “SS. Cuori di Gesù e Maria”, è scaturita dalla
necessità di stimolare e facilitare una riflessione sul significato che
promana dall’Istituzione fondata da don Antonio Nuzzi il 6 febbraio 1951.
Invero lo stesso don Antonio a più riprese ha espresso il desiderio di voler
mettere mano alla stesura di un libro, cosa resa impossibile dai suoi
innumerevoli impegni. Siamo certi che in un prossimo futuro sarà proprio il
fondatore a riprendere con maggiore profondità l’iniziativa. Oggi, senza
pretendere di presentare un opera di grande valore letterario, ci proponiamo
unicamente di sollecitare l’attenzione del lettore fissando alcuni aspetti
peculiari. E’ da premettere che il testo è stato redatto ricorrendo ad uno
stile sobrio, semplice ed essenziale e questo in linea con lo spirito
fondamentale della Istituzione, nata per esaltare l’amore agli ultimi, ai
soli, agli abbandonati. Sono almeno tre le dimensioni nelle quali è possibile
disaggregare il valore della benemerita Istituzione : la dimensione morale, la
dimensione ecclesiale, la dimensione organizzativa aziendale. Per descrivere
queste tre caratteristiche il testo raccoglie il racconto di storie autentiche
che riguardano eventi e persone. Si è cercato in primo luogo di evidenziare
l’aspetto morale di Ente sorto per assistere sul piano morale e materiale
persone comunque bisognose di aiuto. La
dimensione ecclesiale traspare come filo conduttore che ha accompagnato tutto
il cammino e il percorso dell’Opera. E questo non solo perché la Casa di
Ricovero è stata fondata da un sacerdote, e riconosciuta ufficialemnte
dall’Ordinario Diocesano, con esplicito decreto, ovvero perché ogni giorno
viene celebrata la S. Messa e viene dato adeguato risalto al momento della
preghiera, ma fondamentalmente perché la storia di essa è una storia dove il
messaggio evangelico si è concretizzato. Non va sminuita peraltro la
dimensione organizzativa aziendale. Intervengono al riguardo i complessi
aspetti legati alla necessità di assicurare l’erogazione di servizi di
assistenza in presenza di oggettive difficoltà nel reperire, a costi
sostenibili, le risorse finanziarie. Anche la Casa di Ricovero è una azienda,
ancorchè senza scopo di lucro, che tuttavia deve polarizzare la propria
attenzione alle regole gestionali, agli aspetti organizzativi, all’uso
effficiente delle risorse. Non è semplice infatti coniugare il concetto
dell’efficienza con i principi dell’intervernto sociale, che implica la
finalizzazione dell’impegno alle persone in difficoltà, il disinteresse, la
condivisione. Si può affermare che l’esperienza concreta dell’Ente è una
dimostrazione di come è possibile porre al servizio di un’idea di
solidarietà concetti quali la responsabilità, l’innovatività, la ricerca
dell’efficienza e dell’efficacia proprie dell’agire imprenditoriale.
L’avvenimento del 50° anniversario della Casa di Ricovero proietta
l’Istituzione nel terzo millennio. A tal proposito è utile concludere
questa introduzione con le parole del Santo Padre Giovanni Paolo II contenute
nella lettera apostolica “Novo millennio ineunte” del 6 gennaio
2001. In essa il Papa raccomanda un impegno speciale per il rispetto della
vita di ogni essere umano, ed auspica che il tempo che si apre porti con sè
una più forte dedizione ai poveri. La Casa di Ricovero è pronta ad
accogliere questo messaggio, icarnato già nell’oggi. E’ pronta
soprattutto per trasmettere alle generazioni future l’invito a far crescere
e sviluppare quel seme di carità, già tanto fecondo, e di cui il testo è
soltanto una piccolissima testimonianza. Buona e proficua lettura.
Gli
Autori.
Mamma,
se un bisognoso bussasse alla tua porta....
La
Casa di Riposo di Boiano, dalle origini ai nostri giorni
1956
Nicola Evangelista e Giuseppe Iannetta fra i primissimi ospiti della Casa
(Messaggio di
Mons. Dini )
Sommario
Presentazione
6 febbraio 1951 :
nasce l’Opera
La prima vera
casa
La Casa famiglia
Mamma Lucia
6 febbraio 1976 :
25° anniversario
31 gennaio 1999 :
è pronta la nuova sede
6 febbraio 2001 :
50° anniversario
Parte
seconda : vita dell’Opera
Gli ospiti
I collaboratori
La Casa e la
solidarietà
Le nuove iniziative
Antonio Nuzzi :
uomo della Provvidenza
Appendice
Fotografie, documenti, statuto,
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Parte prima : La storia
Le
tappe fondamentali
Se
il Signore non costruisce la casa invano si affaticano i costruttori
(Salmo126)
6 febbraio
1951 : Don Antonio Nuzzi fonda la Casa di riposo
per anziani;
25 marzo 1955
:
Con Decreto n. 121/55 la Casa
diviene un Ente Ecclesiastico;
22 maggio 1963
: La Casa diviene un Ente Morale Riconosciuto, con
Personalità giuridica;
29 novembre
1964 :
Si riunisce per la
prima volta il Consiglio di Ammininistrazione;
6 febbraio
1976 : Ricorre il 25° anniversario della Casa;
21 giugno 1994
: Si ottiene il rilascio della Concessione edilizia per
la
fabbricazione della nuova sede di loc. Terre Longhe;
31 gennaio
1999 : Avviene il trasferimento presso la sede di località
Terre Longhe;
6 febbraio 2001 : Ricorre il 50° anniversario della Casa.
6 febbraio 1951: nasce l’Opera
(Mamma, se un bisognoso bussasse alla tua
porta….)
Il 7 agosto 1949, Antonio Nuzzi viene ordinato
sacerdote. La giovinezza del parroco e le sue prime esperienze pastorali sono
caratterizzate da un paesaggio e
da una realtà dominate dalla miseria. Il periodo è quello del
primo dopoguerra, manca l’elettricità e l’acqua corrente, le strade non
sono asfaltate, qualche edificio ancora porta i segni evidenti dei
bombardamenti e i generi di prima necessità scarseggiano. Gli anziani ed i
bambini sono quelli che più soffrono per la durezza dei tempi. Dalla borgata
di Civita, dove don Antonio svolge il ministero di parroco, scendendo a Boiano,
la situazione non migliora di molto. Molti anziani tirano avanti in condizione
di solitudine e di abbandono, vivendo di stenti e di tribolazioni. |
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Con la benedizione della mamma, ed anche con il suo aiuto economico, don Antonio inizia a dedicarsi al suo progetto. Mons. Alberto Carinci, vescovo della diocesi, è molto contento dell’idea del giovane parroco e lo esorta a proseguire senza esitazioni. Don Antonio non vuole dare solo un tetto ed un pasto caldo agli anziani, ma anche e soprattutto vuole dargli un po’ di calore umano, vuole che si sentano amati e rispettati. La casa degli anziani insomma deve avere come pietra angolare il Vangelo Vivo. Per far questo è indispensabile la presenza di qualche suora caritatevole, oltre che del sacerdote. Don Antonio è colpito dal carisma delle suore di una giovane congregazione, operante da qualche tempo anche a Boiano, le Discepole di Gesù Eucaristico, congregazione fondata da uno zelante Raffaello Delle Nocche, Vescovo di Tricarico. Il colloquio con la madre generale della congregazione delle Discepole, suor Maria Machina, suggella una collaborazione tra la Congregazione e la costituenda Casa di riposo prodiga di frutti spirituali. La Madre colpita dall’entusiasmo e dallo zelo evangelico del giovane Antonio Nuzzi, dopo aver meditato a lungo nella preghiera, ritenuto il carisma delle Discepole compatibile con la cura degli anziani della Casa di riposo, manda le prime tre suore presso la Casa degli anziani di Boiano. Suor Patrizia Buzzelli, prima superiora della Casa di riposo, e suor Marianna, seguite poi da suor Battista, sono le pioniere dell’apostolato delle Discepole fra gli anziani, ed iniziano con entusiasmo ad occuparsi della Casa fondata da don Antonio. Il seme è gettato, bisogna ora farlo germogliare; la mano esperta e agile dell’agricoltore vi contribuisce efficacemente,e la messe si prospetta abbondante e vigorosa. |
Don Antonio Nuzzi con sua mamma |
La prima vera Casa ..mai trasferimento
fu più atteso e ben
accolto di questo. La prima sede della Casa di Riposo fu una casa in via Erennio Ponzio, in pieno centro storico di Boiano presa in fitto dalla famiglia Roccio. La prima Casa degli anziani dispone soltanto di otto camere ed accoglie appena cinque vecchietti e tre suore. L’arredo e le suppellettili sono rimediati dalla pietà popolare ma sono sufficienti per dare un alloggio povero eppure decoroso ai primi ospiti. Per quasi cinque anni quell’angusta casa è stata l’abitazione di pochi anziani che ritrovano così il calore di una famiglia. La necessità di avere più spazio a disposizione e poter così ospitare un maggior numero di persone, diviene con il trascorrere dei giorni sempre più pressante. Man mano che passa il tempo infatti aumentano sempre più le domande di ricovero, alcune sono vere e proprie richieste di aiuto da parte di persone abbandonate nella miseria. Queste esigenze spingono il parroco alla ricerca di una nuova sede. Nel 1955 gli anziani e le suore si trasferiscono in via Biferno affittando la casa di don Domenico Romano. Gli spazi a disposizione degli anziani sono molto più ampi e confortevoli, e la famiglia inizia ad aumentare in numero arrivando ad ospitare circa 15 ospiti. Il secondo trasferimento è più doloroso ed è dovuto a circostanze contingenti. Il proprietario, don Domenico Romano, per diversi motivi, non può più ospitare la Casa di
Riposo presso la propria abitazione; ciò costringe don Antonio alla ricerca
di una nuova sede, ricerca che si rivela piuttosto problematica e
difficoltosa. Il trasferimento infatti deve avvenire entro un lasso di tempo
piuttosto esiguo. Don Antonio non riesce a trovare nessuna soluzione, neanche
provvisoria, nonostante l’assiduo ricorso alla preghiera. Un giorno mentre
passeggia pensieroso e preoccupato nel cortile, proprio poco prima di aver
invocato l’aiuto dei Santissimi cuori di Gesù e Maria, ai quali aveva
intestato l’Opera (inizialmente denominata Casa di riposo S. Bartolomeo),
riceve la visita di don Pasquale Prioriello, parroco del Castellone, borgata
della periferia di Boiano. “Antonio come mai sei così pensieroso? Hai
qualche problema? Posso fare qualcosa per aiutarti?”, gli chiede don
Pasquale; “Veramente avrei un problema e non riesco a trovarne la
soluzione ma non penso che tu possa aiutarmi” risponde don Antonio. Solo
dopo alcune insistenze don Antonio espone le sue preoccupazioni e don Pasquale
risponde “E ti preoccupi per così poco, perché non vi trasferite al
Castellone alla casa parrocchiale?” E’ questa un’ulteriore conferma
che laddove le forze umane non arrivano, il Soccorso divino fa la sua parte. E
così gli anziani e le suore raccolte le proprie cose e qualche suppellettile
si trasferiscono presso la casa parrocchiale di Castellone, terza sede
dell’Opera. Il continuo pellegrinaggio tra le varie case prese in affitto,
spesso inadeguate, piccole e arredate con mezzi di fortuna, con tutti i disagi
connessi ai trasferimenti, fa
maturare in don Antonio l’idea di acquistare una Casa per gli
anziani. Don Antonio vuole insomma una casa che sia la vera Casa degli
anziani, una casa abbastanza confortevole e
che rimanga la sede definitiva dell’Opera. La mancanza di mezzi non
spaventa certo don Antonio, sempre fiducioso nell’aiuto divino.
La Provvidenza dispone gli avvenimenti spianando la strada al progetto
di don Antonio con il lascito del sig. Guastaferri Antonio, che con testamento
olografo costituisce la Casa di Ricovero “SS. Cuori di Gesù e Maria”
erede di tutti i suoi beni, mobiliari ed immobiliari. E’ il momento giusto
per costruire la prima vera Casa degli anziani. Mons. Carinci con
decreto n.121 del 25 marzo 1955 erige la Casa di Ricovero “SS. Cuori di Gesù
e Maria” in Ente Ecclesiastico e concede a don Antonio alcuni locali
adiacenti la vecchia sede vescovile, trasferitasi ormai a Campobasso per
iniziativa di Mons. Alberto Romita. L’esilio presso la casa parrocchiale di
Castellone dura meno del previsto, addirittura meno di un anno. Nel 1957 gli
anziani hanno infatti la loro prima vera Casa, e mai trasferimento fu
più atteso e ben accolto di questo. La prima vera Casa degli anziani, è
quindi la Casa di largo Episcopio, quarta sede dell’Opera fondata da don
Antonio Nuzzi. Inizialmente anche la Casa di largo Episcopio non è molto
ampia, dispone di poche stanze e di un salone comune piuttosto angusto, ma ha
un meraviglioso cortile e tanto spazio per edificare altri locali. In questi
spazi, inizialmente furono allevati anche alcuni aimali : maiali, conigli e
qualche gallina. Grazie a lasciti e oblazioni varie che accompagnano la Casa
sin dalla sua fondazione, don Antonio può mettere mano all’aratro e
fare della Casa di largo Episcopio una sede moderna ed efficiente,
costruendo nel giro di un paio di lustri un intero nuovo reparto della Casa,
un salone comune di oltre 100 metri quadrati, una cappella, sistemando inoltre
il cortile e molti altri locali annessi a pertinenza. Questa realizzazione si
avvalse delle poche risorse, frutto di lasciti, offerte di ospiti, del
sostegno di mamma Lucia e della famiglia Nuzzi, gli oboli della gente, la
collaborazione di persone quali : la ditta Giovanni Colalillo,
il falegname Giovanni Lopa, il geom. Emilio Sisto, i muratori Michele
Del Riccio e Antonio Romano, e tanti altri. Questa Casa, la prima vera Casa,
ha ospitato, per 41 anni, tantissimi anziani, dando assistenza, amore e
conforto a tante persone sole e bisognose anche di paesi del circondario.
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La Casa Famiglia “Mamma Lucia”
I più piccoli a Natale mettono la letterina sotto il
piatto di don Antonio
Don Antonio Nuzzi, sin dagli albori della sua
vocazione ha nutrito un affetto particolare per i giovani, specialmente per
quelli con situazioni familiari precarie e problematiche. Molto attento e
disponibile, ha saputo attirare i fanciulli con la sua semplicità e con la
sua profonda bontà. Tutti i giovani, anche quelli di altre parrocchie, o
quelli lontani dalla Chiesa e da Dio, hanno trovato in don Antonio un
interlocutore attento ed un amico sincero. Le concrete esigenze di alcuni
giovani boianesi con situazioni familiari difficili spingono don Antonio a
prendere in considerazione l’idea di creare una Casa Famiglia che si prenda
cura di loro e li segua negli studi fino al compimento della maggiore età.
Nel novembre del 1971 un primo gruppetto di ragazzi e ragazze viene accolto in
un’ala dell’ex Episcopio. Considerati i buoni risultati conseguiti
nell’assistenza prestata ai minori, attraverso l’esperimento iniziato nel
novembre del 1971, con delibera del Consiglio di Amministrazione, n° 27
del 2 settembre 1974, viene ufficialmente fondata la sezione speciale
per l’assistenza ai minori, la Casa famiglia “Mamma Lucia”. La Casa
famiglia viene creata in base al disposto dell’art. 3 dello statuto
dell’Ente il quale prevede la possibilità dell’istituzione di una sezione
speciale, quando l’ampiezza dei locali e la sufficienza dei mezzi lo
consentano,
sezione da tenere completamente separata da quella
per gli anziani e regolata da apposito statuto. L’obiettivo fondamentale che
don Antonio vuole perseguire tramite la Casa Famiglia, è quello di accogliere
in un ambiente, che riproduca per quanto è possibile, quello familiare i
minori rimasti privi di genitori o di una adeguata assistenza familiare. La
Casa Famiglia Mamma Lucia, vuole essere insomma una vera e propria famiglia
per loro. A tal fine don Antonio chiama un gruppo di famiglie e di
collaboratori, che con il loro servizio ed il loro esempio possano riprodurre
un vero clima familiare. La scelta del nome è molto significativa,
“Mamma Lucia”; ancora una volta, don Antonio trova nelle sua mamma
la spinta, la forza, il sostegno per iniziare una nuova storia di amore verso
il prossimo. L’Istituto ha sede in un’ala dell’ex Episcopio di Boiano,
ceduta in uso perpetuo alla Casa di Ricovero da Mons. Alberto Carinci, con
documento del 24/03/1972. Per consentire all’Opera di assumere la fisionomia
di una famiglia, il numero degli assistiti è piuttosto ristretto : circa una
ventina sono i ragazzi ospitati dalla Casa Famiglia. Don Antonio nutre molta
premura per la sorte dei suoi ragazzi e cerca di essere per loro un padre
attento e affettuoso. Li segue, li incoraggia, li forma alla vita con
ammonimenti e consigli. Molto spesso la domenica li porta a fare delle piccole
escursioni : al mare nel periodo estivo, a Campitello, a sciare, nel periodo
invernale. I ragazzi vivono in una Casa che sentono come la propria casa; al
mattino fanno colazione, si recano a scuola, poi pranzano insieme, giocano nel
cortile e fanno i compiti nel salone comune sotto lo sguardo attento dei
collaboratori della Casa. I ragazzi vedono in don Antonio una figura paterna
di sicuro affidamento. I più piccoli, il giorno di Natale mettono la
letterina sotto il piatto di don Antonio, come se fosse il loro vero padre.
Nell’arco di un decennio tutti i ragazzi raggiugono la maturità, completano
gli studi e si inseriscono nel mondo del lavoro. La Casa Famiglia ha raggiunto
il suo grande obiettivo. I successivi incarichi pastorali di don Antonio, non
consentono, purtroppo, una ripetizione dell’esperienza e con delibera del
Consiglio di Amministrazione n. 60 del 5 dicembre 1981 viene sancita la
chiusura della Casa Famiglia
“Mamma Lucia”. Quale sarebbe stato il destino di tutti quei giovani se don
Antonio non si fosse occupato di loro? Difficile saperlo; sicuramente
l’affetto di un padre quale è stato don Antonio per i suoi ragazzi, ha
notevolmente aiutato tanti giovani a costruirsi un futuro, ritrovando una
speranza di vita.
Il
25° anniversario
Questa Casa è opera della
Provvidenza (Mons. A. Carinci)
Ogni anno il 6
febbraio viene celebrata una messa di ringraziamento in occasione
dell’anniversario della fondazione della Casa. Il 6 febbraio 1976 è un
giorno particolare, l’Opera infatti compie 25 anni di vita. L’evento viene
festeggiato adeguatamente con una solenne celebrazione Eucaristica presenziata
da tre alti prelati, Mons. Carinci vescovo emerito della diocesi
Campobasso-Boiano, Mons. D’Antonio vescovo della diocesi Campobassso-Boiano,
Mons. Santoro vescovo di Termoli, e da
tutto il clero della forania. La celebrazione si svolge nella chiesa dei “
SS. Erasmo e Martino” gremita di fedeli. Nell’omelia Mons. Carinci, molto
vicino e partecipe all’Opera, evidenzia il ruolo della divina Provvidenza
nella realizzazione di un progetto che le sole forze umane non sarebbero
riuscite a realizzare. Dopo la messa i sacerdoti e i vescovi si sono recati in
visita agli anziani della Casa di Riposo trattenendosi a lungo con essi. Un
pranzo prelibato è stato servito a tutti i prelati e agli anziani in un clima
di sentita fraternità. Il pomeriggio e la serata sono stati caratterizzati da
un momento di festa e di allegria animato dai canti e dalle musiche dei
ragazzi del gruppo parrocchiale di S. Erasmo. A ricordo dello storico
avvenimento è stata posta una targa in marmo benedetta da Mons. Carinci. |
31 gennaio 1999 : è pronta la nuova sede.
Dopo 41 anni anche la sede di largo Episcopio va in pensione.
Con gli inizi degli anni novanta, al fine di far fronte alle accresciute
richieste di ospitalità e di migliorare la qualità dell’assistenza
offerta, si è posta l’esigenza
di un ultimo trasferimento. Ritenuto
più vantaggioso ed economicamente conveniente costruire un nuovo fabbricato
rispetto al riattamento dell’edificio di largo Episcopio, la Casa di Riposo
ha elaborato un progetto generale per la costruzione della nuova sede. Con
delibera n. 77 del 26 dicembre 1987 è stata affidata la progettazione del
fabbricato della futura sede all’Ing. GianMaurizio De Fabritiis. Per tale
progetto, approvato dagli organi competenti, la Casa di Riposo ha ottenuto la
concessione edilizia n° 29 del 21 giugno 1994 e ha iniziato i lavori relativi
al primo stralcio funzionale. Il progetto generale prevede la costruzione in
Boiano in località Terre Longhe di un edificio su quattro piani inserito in
un ampio parco. Il piano seminterrato è destinato al parcheggio coperto e ad
alcuni dei servizi : lavanderia, stireria, guardaroba, ambulatorio, palestra,
auditorium e depositi. Il piano rialzato prevede gli uffici, la cappella,
l’atrio, il ristorante, le cucine e parte delle camere. Il piano primo è
destinato alle camere, all’appartamento per il
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Il
6 febbraio 2001 : 50° anniversario
E’ nel Vangelo di Cristo che bisogna rileggere la
storia della Casa (A. Nuzzi)
Il 6 febbraio del 2001 la Casa di Ricovero “SS. Cuori di Gesù e Maria” ha conseguito lo storico traguardo dei suoi primi cinquanta anni di vita. L’evento ha in sè qualcosa di grandioso e di eccezionale ed è stato ricordato con una solenne celebrazione Eucaristica presso l’Antica Cattedrale di Boiano. La celebrazione, assistita da una composta folla di fedeli, è stata presenziata da Mons. Antonio Nuzzi; i ragazzi del coro di voci bianche “Z. Kodaly” diretti dalla prof.ssa Linda Cinque hanno animato la liturgia. Il Vescovo della diocesi di Campobasso-Boiano, Mons. Armando Dini, assente, perché impegnato fuori regione pe un importante impegno pastorale , ha inviato un sentito messaggio di auguri e di ringraziamento a Mons. Nuzzi. “Carissimo mons. Antonio, grazie per i cinquanta anni della Casa di Ricovero. Grazie a te e a tutti, sorelle e fratelli in Cristo, che hanno lavorato e lavorano per una condizione più umana e cristiana di vita per i fratelli e sorelle anziane” Nell’omelia, don Antonio ha riletto la storia dell’Opera in chiave evangelica. La storia della Casa, è una storia di persone; persone che in essa sono state accolte, persone che in essa hanno lavorato, persone che hanno contribuito in tanti modi alla sua crescita. “…..noi questa sera contempliamo, con gli occhi della nostra santa e benefica fede, leggendo in quel libro misterioso, perché collocato nel Cielo, fatto di due capitoli - amo così pensare - quello del Cuore di Gesù e quello del Cuore di Maria, a cui la Casa è intitolata, un lungo elenco di nomi; quelli innanzitutto delle decine e decine di ospiti della Casa, gli ospiti dei cinquanta anni trascorsi e quelli dei giorni presenti; leggiamo i nomi delle elette e care persone che hanno donato se stesse, perché l’Opera avesse vita ed esprimesse carità cristiana e solidarietà umana; leggiamo i nomi dei tanti e tanti benefattori, che se possono sfuggire al nostro ricordo, non rimangono dimenticati allo sguardo infallibile di Chi ha affermato : quello che avete fatto al più piccolo dei miei fratelli lo avete fatto a me. ….
Parte seconda : vita dell’Opera
Nella Casa di Ricovero cosa c’è di più importante
degli ospiti? Sicuramente nulla. Non certamente la moderna ed efficientissima
struttura, non il Consiglio di Amministrazione, tantomeno il suo Presidente, né
le suore nè il personale; lo si può affermare senza retorica. Tutto questo
non ci sarebbe infatti se non ci fossero gli anziani. Gli anziani sono
importanti non solo perché costituiscono la ragione stessa dell’esistenza
della Casa, ma anche e soprattutto perché sono persone create
ad immagine e somiglianza di Dio, persone che devono essere accolte e
rispettate, persone che hanno una dignità. Lo scrittore Primo
Levi memore della drammatica esperienza della deportazione nei campi di
concentramento, per stigmatizzare la situazione di uomini privati totalmente
della loro dignità, umiliati e maltrattati ha scritto un’opera intitolata
“Se questo è un uomo”; anche noi di fronte ad un anziano solo e
abbandonato, di fronte ad un anziano emarginato, bistrattato e umiliato
dobbiamo chiederci : “…se questo è un uomo”. Se la risposta è, come
spesso accade, : “questo non è un uomo”, dobbiamo fare tutto il possibile
per ridargli dignità. L’anziano è una persona che merita attenzione e
rispetto. Questo concetto è presente sin dalle origini e dalla fondazione
dell’Opera. La storia della Casa di Riposo è una storia di persone, persone
che hanno donato, persone che hanno contribuito in vario modo, persone che
hanno accolto, ma soprattutto persone che sono state accolte. Quante storie si
sono intrecciate sotto i tetti della Casa di Riposo. Quante vite sono
trascorse, quante sofferenze sono state lenite, quanti affanni sono stati
alleviati. Ogni persona che è stata ospite presso la Casa di Riposo ha
costituito un tassello di un immenso mosaico, un mosaico tenuto unito
dall’amore. Ognuno ha scritto una storia invisibile, ognuno ha dato qualcosa
di sé. Come dimenticare Filomena De Marco prima ospite in assoluto della
Casa? Giuseppe Iannetta giunto adolescente presso la Casa e cresciuto insieme
con essa? Luigi Tedesco lestissimo e preciso nello sbrigare piccole faccende?
Antonio Cordone lavoratore instancabile? Nicola Evangelista che curava una
capretta come fosse un essere umano? Maria Fischietti
sempre allegra? E poi gli altri……? |
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Vogliamo conoscere le persone ospitate dalla Casa
dalle origini fino ai giorni nostri ? Eccole :
Le storie di alcuni ospiti hanno un significato
profonddo. Le proponiamo, naturalmente con discrezione, con rispetto e con
decoro, per l’alto valore umano e la squisita testimonianza cristiana che vi
traspare.
Giuseppe Iannetta
1957 Per tenere occupato Giuseppe, don Antonio lo fa
recare ogni giorno all’istituto Amatuzio a prendersi cura del giardino.
Giuseppe Iannetta è uno dei primi ospiti della casa
di riposo. Originario di Civita, una frazione di Boiano, Giuseppe è
l’ultimo di tre fratelli. Sin da piccolo purtroppo
procura non poche preoccupazioni ai genitori i quali non possono essere
troppo presenti. Di indole un po’ pigra, preferisce trastullarsi anziché
aiutare i genitori nei lavori nei campi. Passa molto tempo nella piazzetta del
suo paese, ed è spesso oggetto
di scherno e di derisione dei suoi compagni di gioco. Non di rado scende a
Boiano con mezzi di fortuna, ed anche qui è spesso schernito bonariamente dai
soliti buontemponi. Don Antonio, parroco di Civita, addolorato e
mortificato per la situazione di Giuseppe, cerca di aiutarlo proponendo ai
genitori di accoglierlo in una casa di riposo. I genitori, impegnati nel
lavoro dei campi, non possono accudire Giuseppe, e, colpiti dall’umanità
del giovane parroco, affidano il loro figliolo alle sue cure. Don Antonio
capisce che Giuseppe ha bisogno anzitutto di affetto e di calore umano e lo
cura, trattandolo come un figlio divenendo anche suo padrino di cresima. Don
Antonio ha un affetto particolare per il giovane Giuseppe, lo segue, lo
incoraggia e soprattutto lo giustifica quando compie qualche
marachella. Infatti spesso Giuseppe si allontana dalla Casa di riposo,
procurando non poche angosce a don Antonio. Addirittura una volta prende il
primo treno in partenza dalla stazione di Boiano e parte senza una meta. Il
controllore trovandolo senza biglietto lo fa scendere a Vinchiaturo, ed è
qui, che don Antonio, avvertito telefonicamente, deve andare a riprenderlo.
Don Antonio possiede all’epoca come unico mezzo di locomozione un vecchio
motorino Benelli, ma non esita un secondo a salire in sella ed a partire alla
volta di Vinchiaturo; non potendo riportare Giuseppe sul motorino, lo fa
salire sul primo treno per Boiano, pregando il capostazione di avvisare il suo
collega di Boiano di trattenerlo in stazione fino al suo arrivo. Un po’ per
la sua sollecitudine, un po’ per i proverbiali ritardi delle ferrovie, don
Antonio arriva per primo a Boiano e può così abbracciare Giuseppe come un
padre abbraccia un figlio di ritorno da un lungo viaggio. Don Antonio
preoccupato per i continui allontanamenti di Giuseppe, temendo di averlo
inserito in un ambiente non troppo adatto ad un giovane, a malincuore lo
riconsegna alle cure paterne sperando che i genitori possano prendersi maggior
cura di lui. Ma la situazione di Giuseppe non migliora, i genitori non possono
essere presenti, e sempre più Giuseppe, che non vuole seguirli nel lavoro dei
campi, diviene un perdigiorno, sempre preso di mira dai soliti buontemponi.
Don Antonio non esita più e va a riprenderselo, questa volta per sempre,
raddoppiando le sue premure e le sue attenzioni. Don Antonio capisce che deve
tenere occupato Giuseppe, e d’accordo con le suore dell’Istituto Amatuzio,
decide di far andare ogni giorno Giuseppe dalle suore per occuparsi ufficialmente
del giardino. Ogni giorno Giuseppe verso le 9 si reca all’Amatuzio facendo
ritorno alla Casa di riposo all’approssimarsi del vespro. La cura funziona a
meraviglia, e Giuseppe si abitua pian piano ad una vita più ordinata e
regolare. Non manca qualche piccola marachella, all’Amatuzio era quasi
impossibile aprire i rubinetti dell’acqua o accendere le luci perché
Giuseppe chiudeva tutte le condutture e
svitava tutte le lampadine, ma il risultato è incoraggiante. Giuseppe non ha
più bisogno di recarsi all’Amatuzio per sentirsi impegnato, si occupa del
giardino della Casa di riposo, nella nuova sede di Largo Episcopio, aiuta le
suore a fare la spesa, aiuta il personale in qualche piccola faccenda.
L’affetto che don Antonio nutre per Giuseppe è abbondantemente ricambiato,
Giuseppe vede in don Antonio quella figura paterna che tanto gli era mancata.
Se anche qualche volta qualcuno lo fa arrabbiare, basta una parola od un gesto
di don Antonio per calmarlo. Ancora oggi una parola o un gesto affettuoso di
Don Antonio donano gioia ed entusiasmo a Giuseppe a suo modo profondamente
grato delle premure del suo padrino.
1955 Giuseppe in preghiera davanti la
Madonnina nel giardino delle suore dell’Amatuzio
Antonio Perfetto
Antonio Perfetto è insieme a Giuseppe Iannetta, uno degli ospiti storici della Casa ed uno degli emblemi degli anziani. Il 20 maggio del 1959, il papà e la mamma di Antonio, piccoli braccianti agricoli, mandano il figlio a portare in dono un po’ di verdura agli anziani. All’approssimarsi della sera, visto che Antonio ancora non fa ritorno a casa, Salvatore, il papà di Antonio, si reca con la sua bicicletta alla Casa di riposo. Trovando Antonio ancora presso la Casa di Riposo, lo invita a tornare a casa con lui, ma Antonio non vuole sentire ragioni e risponde con risolutezza al padre che vuole restare con gli anziani. Dopo aver tentato in tutti i modi di dissuadere il figlio, Salvatore d’accordo con don Antonio, decide di lasciarlo per alcuni giorni presso la Casa di Riposo. La soluzione da provvisoria diviene definitiva ed Antonio rimarrà per sempre ospite della Casa. Gli anziani genitori dapprima sono preoccupati, ma poi, visto che Antonio è felice, sono contenti della soluzione al punto di meditare di trasferirsi anche loro presso la Casa di Riposo.
In capo a qualche mese, anche Maria
Carmina e Salvatore, il papà e la mamma di Antonio divengono infatti ospiti
della Casa. Tutti e tre occupano una piccola stanza al pian terreno della sede
di largo Episcopio come una vera famigliola. Il papà di Antonio mette a
disposizione della Casa le sue braccia e la sua esperienza nel campo agricolo,
occupandosi della sistemazione delle viti e del giardino |
Antonio come Giuseppe vede in don
Antonio un secondo padre, ed è molto legato a lui. Don Antonio è pieno di
premure verso il giovane Antonio, ne diviene il padrino di cresima, lo segue e
lo incoraggia sempre facendolo sentire una persona importante. Antonio si
occupa con impegno di piccole faccende, dedicandosi in prevalenza alla
sistemazione del giardino. Sempre disponibile ad aiutare tutti, è di animo
allegro e socievole e come ha ricevuto tanto affetto e tanto amore dalla Casa
di Ricovero ha dato anche qualcosa di sé a tutti coloro che lo hanno
conosciuto.
I
collaboratori
Operai
nella vigna del Signore
Lo
spirito evangelico di amore ai poveri, ai soli, ai disabili, agli ultimi,
presente sin dalle origini e dalla fondazione dell’Opera, rimane essenziale
faro di riferimento per orientare le scelte, gli atteggiamenti e lo stile
comportamentale di tutti coloro che, a qualsiasi titolo e livello, collaborano
nella conduzione dell’Istituzione.
Le suore
Le suore Discepole di Gesù Eucaristico, l’anima della Casa La
congregazione delle suore Discepole di Gesù Eucaristico è stata fondata il
14 agosto 1927 da Mons. Raffaello Delle Nocche, vescovo di Tricarico. Il
carisma delle Discepole è incentrato essenzialmente sull’adorazione
Eucaristica. Chiamate per il loro fine speciale ad essere adoratrici e
riparatrici, attingono lo spirito eucaristico nell’ora quotidiana di
adorazione, privilegio ed obbligo essenziale della loro vocazione. Magister
adest et vocat te è il motto scelto dal fondatore che vuole essere un
invito continuo a soprannaturalizzare anche le minime azioni, vedendo Dio
nelle creature e negli avvenimenti. Scrive il fondatore nelle prime
Costituzioni : “Se le Discepole dovranno avere una
preferenza, sarà per i campi di lavoro più poveri e disagiati, per
gli ambienti più bisognosi, perché i loro gusti dovranno essere i gusti di
Gesù, perché non solo come persone, ma anche come Congregazione,
preferiranno l’ultimo luogo”. L’apostolato delle Discepole presso gli
anziani della Casa di Riposo è quindi perfettamente in linea con le
indicazioni del fondatore. L’incontro tra suor Maria Machina, madre generale
delle Discepole e don Antonio Nuzzi, giovane parroco fondatore della Casa di
Riposo di Boiano, suggella una collaborazione, maturata nella preghiera,
prodiga di frutti spirituali.
|
Le prime suore
della Congregazione delle Discepole di Gesù Eucaristico, pioniere
dell’apostolato fra gli anziani della Casa di riposo di Boiano sono suor
Patrizia, prima superiora e suor Marianna.
Le suore che
hanno prestato la loro preziosa opera presso la Casa di Riposo sono :
Suor
Patrizia, Suor Marianna, Suor
Battista, Suor Bartolomea, Suor Giannina, Suor Flavia, Suor
Giuseppina, Suor Maria Luisa, Suor
Melania, Suor Concetta, Suor Amalia
Grazie ancora, Gesù, per la tua chiamata! Continuerò a seguirti perché Tu solo hai parole di vita eterna. 1999 Suor Bartolomea festeggia il 50° anniversario di professione religiosa
“Signore
rinnovo umilmente il mio si; fa di me uno strumento del tuo amore”
Con
queste parole suor Bartolomea Palmieri, al secolo Palmieri Carmelina, fa
professione di obbedienza alla madre
generale
che la destina alla Casa di Ricovero di Boiano. Chiamata dal Signore a
seguirlo nella vita religiosa, all’età di 19 anni entra in noviziato presso
la Congregazione delle Discepole di Gesù Eucaristico. Di umili e modeste
origini, diviene suora nel 1949 ed emette i voti perpetui nel 1954. Passa
alcuni anni nelle
comunità
pugliesi di S. Severo (FG) e di Presicce (LE) occupandosi con impegno e
abnegazione della cucina. Problemi di salute la costringono a ritornare in
Molise. Nel 1956 fa professione di obbedienza alla madre generale che la vuole
presso la Casa di Riposo di Boiano a dar man forte alle consorelle suor
Patrizia e suor Battista. Pioniere dell’apostolato fra gli anziani della
Casa di riposo, le suore si prodigano anche nell’assistenza materiale
faticando duramente. Sin dagli albori della sua vocazione, suor Bartolomea
mostra una spiccata attitudine all’azione pur dedicando un giusto tempo alla
preghiera. Ed è presso la Casa di riposo che può spendere le sue energie
adoperandosi per la cura e l’assistenza materiale e spirituale degli
anziani. Suor Bartolomea si dedica ai lavori più umili dando sempre prova di
generosità e di spirito di sacrificio. Sempre al lavoro, non risparmia forze
ed energie sacrificandosi eroicamente
alla sua missione fra gli anziani. Ben presto si rivela uno dei pilastri
portanti della Casa, con la sua dedizione e il suo alto spirito di sacrificio.
Si dedica particolarmente alla cura degli anziani infermi, vedendo in essi il
volto del Cristo sofferente sul Golgota. Quante notti ha passato insonne al
capezzale di qualche moribondo o accanto a qualche anziano sofferente?
Sicuramente tante, come sicuramente anche le sue consorelle compagne di
missione. Si dedica con fervore e con energia alla cura degli ammalati. La
medicazione delle piaghe diviene la sua specialità conquistando i gradi di
infermiera sul campo. Accumula molta esperienza risolvendo casi disperati e
molto delicati. Con lo stesso entusiasmo dei primi giorni continua a dedicarsi
agli anziani, per i quali nutre un amore smisurato (li chiama i miei
bambini). Raggiunge nel 1974 il traguardo del 25° di professione
religiosa, e nel 1999 il 50°, sempre restando al servizio degli anziani della
Casa di Riposo di Boiano.
I Sacerdoti.
Don Antonio, sin dal momento in cui inizia a germinare nel suo cuore l’ideale di fondare una Casa per anziani, vuole che essa si caratterizzi oltre che per l’assistenza materiale, anche e soprattutto per l’assistenza morale e spirituale. Questo ideale si è realizzato grazie alla collaborazione delle suore, ma anche grazie alla collaborazione di alcuni sacerdoti. Inizialmente è don Antonio a celebrare la messa alla Casa di Riposo, ma i successivi incarichi pastorali lo costringono spesso lontano. Successivamente altri sacerdoti collaborano con la Casa di Ricovero celebrando la messa, dispensando i sacramenti e attuando una pastorale per gli anziani : don Domenico Colacchio, don Domenico Di Franco, don Angelo Piccirilli, don Pasquale Prioriello, don Giuseppe Berardinelli, padre Antonio Amatuzio, don Alessandro Iannetta. Grazie a tutti questi collaboratori la Casa ha goduto del grande beneficio della celebrazione Eucaristica quotidiana. Sempre attenti ai problemi degli ospiti, ancorchè anche alcuni di loro anziani, i sacerdoti hanno dato un enorme contributo alla realizzazione dei fini istituzionali della Casa di Ricovero dei “SS. Cuori di Gesù e Maria” |
|
Antonio Ciampitti
Fra i tanti collaboratori della Casa, un posto particolare occupa senza
dubbio Antonio Ciampitti. Dopo aver svolto un incarico di responsabilità
presso le Ferrovie dello Stato in qualità di Segretario Tecnico, raggiunta
l’età della pensione, offre la sua disponibilità a collaborare con la
direzione della Casa di Riposo di Boiano. Il 26 aprile 1976, il Consiglio di
Amministrazione gli affida l’incarico di tesoriere L’esperienza e la
competenza di Antonio Ciampitti, maturate nel delicato lavoro svolto alle
Ferrovie, inducono il Consiglio di Amministrazione ad affidargli oltre la
tesoreria della Casa, anche alcune mansioni relative alla direzione
dell’Opera, come evasione della corrispondenza, ricovero ospiti, disbrigo di
pratiche presso enti ed uffici locali ecc. Antonio Ciampitti, chiamato da
tutti don Antonio in segno di rispetto, diventa insomma il fulcro della
direzione della Casa, soprattutto considerato che gli incarichi pastorali
portano don Antonio Nuzzi, presidente del Consiglio di Amministrazione, fuori
sede. Nel suo lavoro Antonio Ciampitti si fa notare oltre che per la profonda
attenzione per le problematiche degli anziani, soprattutto per l’oculatezza
della gestione. Ancora molto attivo nonostante il trascorrere degli anni,
problemi familiari e di salute lo inducono a prendersi il meritato riposo. |
Salvatore D’Amico
Un grande collaboratore della Casa
di Riposo è stato senza dubbio Salvatore D’Amico. Negli anni 60’, per
mantenere la famiglia è costretto ad emigrare in terra elvetica lavorando
dapprima come magazziniere in una fabbrica di Ginevra, poi per ben due lustri
come assistente di culto presso la locale parrocchia. Nel 1974 torna in
patria, e con i risparmi messi da parte in Svizzera acquista, a S. Massimo,
una casa per la propria famiglia. Si occupa per due anni dell’assistenza a
due suoi zii anziani e malati. Nel 1976 inizia a lavorare alla Casa di Riposo
mettendo a frutto il tirocinio e l’esperienza accumulata assistendo i
suoi zii. Salvatore si dedica con entusiasmo alla cura materiale e soprattutto
spirituale degli anziani, rivelandosi ben presto un aiuto molto prezioso. Si
prodiga in tutti i lavori, soprattutto i più umili sentendo il suo incarico
come una missione. Anima con l’armonium la liturgia eucaristica e spesso
intrattiene allegramente gli anziani suonando melodie popolari con la sua
fisarmonica. Dopo circa un anno Salvatore viene chiamato a lavorare alla SAM,
e don Antonio si rammarica della prospettiva di perdere un collaboratore così
operoso e premuroso verso gli anziani. Don Antonio cerca di trattenere
Salvatore offrendogli uno stipendio più consistente anche se piuttosto
inferiore di quello che avrebbe percepito alla SAM. Salvatore dopo aver
meditato a lungo nella preghiera fa una scelta che pochissime altre persone al
suo posto avrebbero fatto, decide infatti di guadagnare di meno lavorando di
più pur di non abbandonare la sua missione tra gli anziani. Salvatore nei
suoi ventitrè anni in cui ha lavorato alla Casa di Riposo, ha dato tanto,
prodigandosi in consigli e premure verso tutti. |
L’attuale organico in forza alla Casa di Riposo
Se gli anziani costituiscono la ragione stessa
dell’esistenza della Casa di Ricovero, un ruolo delicato ed importante è
svolto dal personale che cura e assiste gli ospiti. Lavorare alla Casa di
Riposo non è come lavorare in una fabbrica o in una amministrazione pubblica;
gli anziani hanno bisogno di cure, affetto, amore ogni giorno della loro vita,
domeniche e feste comprese, anzi in quei giorni in
modo particolare. Non si
viene a lavorare alla Casa di Riposo solo perché non si trova un’altro
lavoro; si viene a lavorare alla Casa di Riposo perché si è consapevoli di
poter dare dignità e rispetto a delle persone che hanno bisogno dell’altro.
Per definire in una parola il personale della Casa, si può dire che esso è
composto da manodopera emozionale. Tutti sono partecipi di un
Opera, e sia pur con i pregi e i difetti propri di ogni essere umano,
laboriosamente si donano agli ospiti, facendo ciascuno qualcosa in più delle
proprie mansioni. I dipendenti che nel corso degli
anni hanno collaborato con la Casa di Ricovero, o con la Casa Famiglia Mamma
Lucia, sono : Del Cielo Angela, Di Mira Anna, Colucci Marinella, Sala Angela,
Colalillo Anna, Manocchio Maria Assunta, Nuzzi Lucia, Concordia Rita, Sbarro
Anna, Iannetta Domenico, D’Amico Salvatore, D’Amico Graziella, Reccia
Filomena, Ciampitti Antonio, Romano Antonio, Martone Salvatore, Michele Ciullo.
L’attuale organico è composto da :
1. Rostani Giorgio;
2.
Venditti Carmine;
3.
Marro Ugo;
4.
Papa Alessio;
5.
Reccia Anna;
6.
Iannetta Michelina;
7.
Perrella Carla;
8.
Farina Marisa;
9.
Del Riccio Anna;
10.
Di Ianni Maria;
11.
Di Ianni Teresa;
12.
Marzilli Regina;
13.
Sferra Rita;
14.
Giancola Giuditta;
15.
De Lucia Luisa.
Il Consiglio di Amministrazione
Il Consiglio di Amministrazione è l’organo
preposto all’amministrazione e all’andamento della Casa di Riposo. Esso a
norma dell’art. 22 dello Statuto, provvede alla ordinaria gestione
dell’Opera ed al suo regolare funzionamento, delibera i regolamenti di
amministrazione e di servizio interno e per il personale, delibera i bilanci,
promuove, quando occorre, la modificazione dello statuto, nomina, sospende e
licenzia gli impiegati e i salariati, delibera in genere su tutti gli affari che
interessano l’istituzione. E’ composto, ai sensi dell’art. 16, da cinque
membri, compreso il presidente, nominati dal vescovo pro-tempore della diocesi
di Campobasso Boiano. I componenti del Consiglio di Amministrazione, non
ricevono alcun compenso per la loro opera, il loro è un servizio gratuito
offerto alla Casa ed agli anziani.
Il Consiglio ha
svolto un ruolo determinante nella crescita e nello sviluppo dell’Istituzione.
Si è riunito per la prima volta il 29/11/64, ed al 31/12/2000 ha deliberato per
ben 173 volte. Oltre alle approvazioni dei conti
consuntivi e dei bilanci di previsione, le delibere del consiglio hanno inciso sugli aspetti più disparati dell’Ente : dall’accettazione di lasciti ed eredità, all’assunzione del personale, da vendite ed acquisti di piccoli appezzamenti di terreni alla costruzione della nuova sede, dalla razionalizzazione delle modalità organizzative e contabili alla stipula di convenzioni con enti ed associazioni varie, dall’insediamento dei nuovi consiglieri alla richiesta di contributi alle autorità.
L’attuale
Consiglio di Amministrazione è composto da :
1.
Nuzzi Antonio;
2.
Sac. Iannetta Alessandro;
3.
Nocera Concetta;
4.
Romano Antonio;
5.
Mainella Michele;
Mons.
Antonio Nuzzi è il Presidente; Il sac. Alessandro Iannetta è il
Segretario ed è delegato per l’animazione morale e spirituale degli
ospiti e del personale; l’ins. Concetta Nocera è delegata per le attività
sociali e ricovero ospiti; il dott. Antonio Romano è delegato per il personale
e per le relazioni con enti pubblici e con i privati; il dott. Michele Mainella
è delegato per il patrimonio e per le iniziative promozionali dell’attività
dell’opera.
I vari Consigli di Amministrazione succedutisi negli anni sono
:
29/11/64 – 30/04/68
1.
Nuzzi Antonio;
2.
De Camillis Claudio Mario;
3.
Ruggiero Raffaella;
4.
Vallillo Carmelina;
5.
Spina Maria;
30/04/68 – 02/09/74
1.
Nuzzi Antonio;
2.
Colalillo Gaetano;
3.
Sac. Di Franco Domenico;
4.
Vallillo Carmelina;
5.
Spina Maria;
02/09/74
– 05/05/80
1.
Nuzzi Antonio;
2.
Sac. Amatuzio Antonio;
3.
Sac. Di Franco Domenico;
4.
Vallillo Carmelina;
5.
Spina Maria;
05/05/80
– 28/04/1989
1.
Nuzzi Antonio;
2.
Sac. Amatuzio Antonio;
3.
Sac. Iannetta Alessandro;
4.
Vallillo Carmelina;
5.
Spina Maria;
6.
28/04/89
– 05/05/93
1.
Nuzzi Antonio;
2.
Sac. Amatuzio Antonio;
3.
Sac. Iannetta Alessandro;
4.
Nocera Concetta;
5.
Spina Maria;
05/05/93
–
1.
Nuzzi Antonio;
2.
Sac. Iannetta Alessandro;
3.
Nocera Concetta;
4.
Romano Antonio;
5.
Mainella Michele;
La Casa e la solidarietà. “
Fatevi tesori nel cielo, dove dove la ruggine non consuma” La Casa di Ricovero sin dalle sue origini si è alimentata della generosità di molti boianesi e di tante persone vicine ai problemi dei sofferenti. L’art. 1 dello statuto della Casa recita “……..Ad aumentare il patrimonio della Casa e per la sua vita si farà ricorso alle offerte spontanee dei buoni”. Lasciti, eredità, donazioni ed oblazioni varie, hanno accompagnato lo sviluppo dell’Istituzione sin dalla sua nascita. I tanti benefattori che hanno contribuito alla crescita di essa hanno rappresentato da sempre lo strumento concreto della Provvidenza divina, sostegno fondamentale dell’Opera. E’ impossibile fare un elenco delle moltissime azioni, palesi e nascoste, che hanno consentito all’Istituzione di nascere, crescere e svilupparsi fino alle dimensioni odierne. Il valore della carità da sempre esercitato verso la Casa ha assunto profondi significati evangelici : in molte situazioni si è compiuto il gesto della vedova che versò nel tesoro del Tempio l’unica moneta che possedeva; tantissime sono state le azioni di elemosine, nascoste agli uomini, ma conosciute a Dio che ha preparato tesori nel cielo. Nei momenti di necessità la solidarietà si è sviluppata con iniziative ad hoc. Come non ricordare, ad esempio, la colletta promossa dai coniugi Ciampitti, per la realizzazione dell’impianto di riscaldamento della sede di largo Episcopio? E come non ricordare tante altre azioni fino ai giorni nostri, cararatterizzate dalle impellenti esigenze per la costruzione della nuova sede di Terre Longhe? Ricordiamo l’operazione Bos, nata il 29 luglio del 1998 con il fine di reperire, in prestito, fondi necessari per il completamento del 1° lotto della nuova sede. I BOS sono Buoni Ordinari non del Tesoro ma della Solidarietà; il tasso è zero anche se favorevolissimo, sempre che si consideri la solidarietà il miglior guadagno; il rimborso in cinque anni a decorrere dal dicembre 1999; garanzia dell’Operazione la Divina Provvidenza. L’appello della Casa ha avuto una risposta straordinaria; la solidarietà dei boianesi è stata grandiosa consentendo un elevato introito totalmente a fondo perduto, anziché in prestito come richiesto. Straordinaria è stata anche la risposta dei tantissimi amici di Teramo, che, come i boianesi, hanno notevolmente contribuito alle esigenze della Casa con offerte a fondo perduto. L’ultima iniziativa in termini temporali, è stata promossa dai boianesi residenti in Canada, fortemente legati alle proprie origini, alla città di Boiano, alla Casa e profondamente sensibili ai richiami della solidarietà e della carità cristiana verso i bisognosi. Nel mese di agosto del 2000 alcune famiglie boianesi di Toronto, coordinate dal Presidente del Boiano Club di Toronto, Cosmo De Santis e dal direttivo composto dai sigg. : A. Colalillo, N. Sisto, C. Sisto, M. Di Biase, C. Malatesta, C. Marzilli, L. Marzilli, T. Ritota, D. Pittari, V. Sisto, hanno realizzato una colletta devolvendo il ricavato agli anziani della Casa di Ricovero. Sempre nel mese di agosto numerose ditte di cittadini boianesi residenti in Toronto hanno promosso in Boiano una vendita all’asta delle proprie produzioni artigianali di divani e mobili donando tutto il ricavato alla Istituzione. L’iniziativa è stata promossa dal sig. Mario Colalillo, presidente della “Edgewood Furniture”, ed ha visto la partecipazione delle seguenti ditte : Alta Moda Furniture di Carmine & Franca Colacci; Braemore Convertibles di Roberto & Maria Rossi; Brentwood Classics di Gaetano Sisto & Mario Colalillo; Campio Furniture di Mario Colalillo & Vito Servelli; Chair Source di Enrico & Mirella Malatesta; Cuoio Designs di Bruno & Giuseppina Russo; Decor-Rest Furniture di Mario & Antonietta Colalillo; Global Art di Gerardo & Susie Colacci; Nunzio’s Chesterfield di Nunzio & Antonietta Priolo; Odeon Chesterfield di Michele & Angelina Malatesta; Paiano Upholstery di Mario & Franca Paiano; Scaila Fine Furniture di Antonio & Palmina Colalillo; Superstyle Chesterfield di Giovanni, Giovannina, Domenico e Biagina Colalillo; Trend-Line Furniture di Danny & Caterina Colalillo. L’amore dei boianesi verso la Casa soventemente si
esprime anche con gesti diversi ma altrettanto significativi (visite di
alunni, studenti, offerte di indumenti, di alimenti ecc.). La Provvidenza,
ombra divina costante dell’Istituzione, non si è configurata solo per
gli aspetti legati alla ricerca di risorse economiche e finanziarie ma
anche per le azioni protese a promuovere i valori umani delle relazioni,
dell’amicizia e della socializzazione. Il passaggio alla nuova sede ha
coinciso con la istituzione della festa della solidarietà. Il 21 agosto 1998, presso il cantiere della nuova sede in località
Terre Longhe, è stata celebrata la festa della solidarietà. In una
suggestiva cornice di pubblico in un clima di festosa armonia sono stati
presentati ai boianesi i lavori già realizzati della nuova sede e
simbolicamente è stato piantato l’albero della solidarietà in memoria
di tutti i benefattori defunti. La manifestazione è stata riproposta
negli anni successivi, caratterizzandosi per l’istituzione del premio
della solidarietà, riconoscimento che la Casa di Riposo assegna alle
associazioni che si sono distinte nelle iniziative a favore della
popolazione del circondario di Boiano ed assegnato finora alla Fidapa e ai
Volontari del soccorso della Croce Rossa. Una iniziativa molto bella scaturita
da una idea di Mons. Nuzzi, è il gemellaggio fra gli anziani della Casa
di Riposo di Boiano e gli anziani della Casa di Riposo di Teramo. Ogni
anno nel periodo estivo, secondo una consolidata tradizione, gli anziani
delle Case di riposo di Teramo e Boiano si scambiano l’ospitalità in un
clima di festa e di allegria. Tra le tante iniziative, quella sempre attesa con particolare intenso desiderio dagli ospiti della Casa è sicuramente la festa della Befana organizzata annualmente dalla Fidapa sezione di Boiano. In questa circostanza ogni ospite riceve un proprio personale dono proprio da una simpatica befana. Le Nuove iniziative
A
seguito del trasferimento nella nuova sede di Località Terre Longhe, in
presenza di una struttura destinata a crescere in dimensione e di un
apparato organizzativo e gestionale più complesso, è intervenuta la
necessità di improntare l’Istituzione a schemi di funzionamento più
razionali e di elevata qualità, sempre in vista delle finalità
istituzionali dell’Ente. In tale ottica l’Ente promuove le più
opportune forme assistenziali, laddove il pieno rispetto della dignità
umana, l’esaltazione della qualità della vita, l’educazione al senso
della vita comune e associata, la tutela della privacy, il riconoscimento
dei valori soggettivi devono rappresentare i cardini di un concetto di
accoglienza che mira ad unire ed integrare sia nell’ambito della vita
interna, sia sul versante dei rapporti esterni, respingendo ed arginando
ogni idea di segregazione e chiusura. Tutto ciò
anche in sintonia con quanto affermato dal Santo Padre, Giovanni Paolo II,
nella sua letterra agli anziani del 01 ottobre 1999. Pertanto l’aspetto generale e pregnante dell’Istituzione può essere sintetizzato in uno schema di semplice lettura : |
OBIETTIVI
: (Missione, finalità
dell’Istituzione è l’assistenza e l’accoglienza delle
persone sole, abbandonate, non autosufficienti )
RUOLI :
(Condivisione dei valori di solidarietà, assunzione di responsabilità,
rispetto delle regole organizzative)
PERSONA
: (L’ospite è al centro del sistema di accoglienza della Casa)
·
Servizi
La
nuova struttura a regime offrirà quattro
tipi di servizi fondamentali : a) servizi generali; b) servizi sanitari; c)
servizi ausiliari; d) servizi integrativi. I servizi generali comprendono la
cucina, un’ampia sala ristorante
con una capienza di oltre cento posti, i servizi igienici idonei anche ai
portatori di handicap e ai disabili, gli uffici, la lavanderia, la stireria e un
capiente guardaroba. I servizi sanitari comprendono un ambulatorio
efficientissimo, un’ampia palestra per fisio-kinesiterapia, un’avveniristico
impianto di idroterapia, la sala di attesa, la sala del medico, i servizi
igienici con comandi a fotocellule, la sala di preparazione delle salme e la
sala mortuaria. I servizi ausiliari comprendono il deposito delle cucine posto
nel seminterrato e collegato alle cucine da un ascensore montacarichi, tre celle
frigorifere, una per le carni, una per la frutta e la verdura e una per i
surgelati, un deposito merci varie, alcuni ripostigli e una capiente
autorimessa. I servizi integrativi comprendono un modernissimo auditorium con
capienza di trecento posti, una biblioteca/sala conferenza per gruppi di lavoro,
un bar annesso all’auditorium, una sala di soggiorno e di lettura, una
cappella che diventerà una parrocchia per la cura pastorale delle anime della
popolosa zona 167, un giardino d’inverno posto sotto il porticato, alcuni
appartamenti per il personale, i servizi per il personale, un campo da bocce, un
laboratorio di ergoterapia, cioè terapia del lavoro per anziani autosufficienti
ed un ampio parco. Particolare cura è stata riservata alla progettazione delle
camere le quali sono concepite come “normali” camere di abitazione, evitando
un’arredo di tipo ospedaliero, ovviamente con le accortezze delle esigenze
specifiche di una casa per anziani. Le camere sono previste per essere
utilizzate da due ospiti, ma possono contenerne anche tre, e comprendono una
zona letto, una zona soggiorno ed un servizio igienico. Ogni camera è dotata di
un quadretto di appartamento con interruttori automatici e salvavita, impianto
luce centrale e ai comodini, impianto telefonico-citofonico, di chiamata e di
allarme con rilevatore di fumi, gas, finestra aperta e acqua aperta collegati ad
un computer centrale posto in portineria. La dotazione impiantistica della
struttura, oltre ad essere adeguata alle tassative norme di sicurezza del
settore, è all’avanguardia sotto il profilo della funzionalità; in
particolare, l’impianto elettrico è collegato ad un computer centrale che
permette di controllare, modificare e ripristinare agevolmente
le impostazioni di tutto il sistema. Particolare cura è stata posta,
sotto il profilo dell’igiene degli ambienti, alla scelta dei materiali e del
dimensionamento degli ambienti e dei loro elementi compositivi in modo da
garantire la massima igiene; particolarmente utile è l’impianto di
aspirazione centralizzata, che permette di aspirare facilmente e silenziosamente
anche la polvere microscopica, gli acari e i batteri che con i sistemi
tradizionali rimangono invece nell’ambiente abitabile.
·
Centro
diurno per anziani
L’Ente al fine di attivare le più adeguate forme
di assistenza istituisce anche un centro diurno, stabilendo per lo scopo
appositi ed idonei spazi, nonché la necessaria organizzazione, che potrà
implicare formule di convenzionamento con Enti, associazioni di volontariato o
cooperative sociali.
I programmi offerti dal Centro sono :
a) Ricreativi giochi sociali (carte, tombola, bocce, ecc.) per soddisfare bisogni di socializzazione.
b) Educativi
informazione sull’alimentazione, sulla salute, sulla sicurezza, sulla
prevenzione mediante partecipazione a conferenze e/o consultazione di testi e
riviste disponibili.
c) Culturali
organizzazione di una biblioteca specializzata in campo geriatrico;
organizzazione di spettacoli e recite con partecipazione attiva dei destinatari;
attività di cineforum.
d)
Artigianato
viene offerta la possibilità di esprimere la propria creatività
attraverso iniziative quali : lavori a maglia o a uncinetto, lavori con il legno
(torneria, traforo, ecc.). ceramica, pittura, iconografia, oggettistica, ecc.
e)
Escursioni
gite periodiche da organizzare per visitare luoghi di attrazione comune.
f) Attività
fisiche ai partecipanti
viene offerta la possibilità di praticare ginnastica quotidiana sotto il
controllo di personale qualificato al fine di migliorare il proprio benessere e
l’abilità fisica.
g)
Spirituali
servizi religiosi quotidiani e celebrazioni di feste religiose.
Il centro
diurno offre anche i seguenti servizi :
a)
Pasti i destinatari
possono consumare il pranzo caldo offerto dalla Casa versando un libero
contributo minimo di £ (da stabilire);
b)
Barbiere e parrucchiere il servizio funzionerà nel giorno (da
stabilire), dalle ore 16.00 alle ore 17.00;
c)
Ambulatorio medico verrà attivato per fornire consulenze in campo
sanitario, con personale specializzato (geriatra ed altri specialisti), nei
giorni (da stabilire) dalle ore (da stabilire).
Per
gli ospiti interni della Casa il servizio sarà gratuito, gli esterni verseranno
una libera offerta per il funzionamento del centro.
N.B.
Il centro sito in località Terre Longhe è raggiungibile con gli autobus
municipali.
Il Centro
diurno è per le persone anziane con età superiore ai 60 anni. L’adesione
comporta un tesseramento con un modico costo annuale di £ (da stabilire), quale
contributo per le spese generali.
Il
Centro è aperto dal lunedì al venerdì dalle ore 09.00 alle ore16.00.
·
Centro
sociale per giovani
La Casa al fine di realizzare un clima di integrazione tra gli anziani e il mondo dei giovani promuove anche un centro sociale atto a favorire concrete iniziative soprattutto nell’ambito della limitrofa area residenziale denominata “167”. L’Ente rende disponibile strutture all’uopo destinate (biblioteca, auditorium, spazi ricreativi antistanti) disciplinando con apposito regolamento la fruizione delle medesime. L’Auditorium della Casa è stato intitolato alla figura diun uomo che ha reso un grande servizio alla sua patria, il generale dei carabinieri Franco Romano. L’auditorium in un’ottica di apertura all’ambiente esterno, è spesso concesso in uso per incontri, dibattiti, convegni, feste ecc. La biblioteca è situata di fronte all’Auditorium, ed è stata allestita grazie ad un contributo del Patto Territoriale per il Matese. Oltre ai volumi molto interessanti, la biblioteca è dotata di cinque computer, di un collegamento internet, di un videoproiettore DVD e di un sistema per videoconferenze.
Al
fine di avviare un processo di comunicazione e di informazione, all’interno e
all’esterno, ha inizio nel dicembre del 1998 la diffusione di un giornalino,
ovvero una news, della Casa di Ricovero. Il Presidente ha voluto titolare la
news : “Ricominciamo si dalla solidarietà”
quasi a voler esaltare lo spirito sempre vivo della Istituzione. Trattasi
di un foglio informativo, avente cadenza bimestrale sul quale vengono riportati
avvenimenti particolarmente significativi sulla vita interna dell’Istituzione,
la sua storia, curiosità, ricorrenze, programmi, andamento gestionale ecc.
Antonio Nuzzi :
uomo della Provvidenza
·
3 agosto 1926 : nasce a Boiano da Lucia Vallillo e Nicola Nuzzi;
·
11 febbraio : 1945 Compie la vestizione in Cattedrale;
·
15 febbraio : 1945
entra nel Pontificio Seminario Regionale “Pio
IX” di Benevento, dove compie gli
studi filosofici e teologici;
·
7 agosto 1949 : viene ordinato sacerdote da Mons. Alberto Carinci nella Cattedrale di
Boiano;
·
21 gennaio 1950 : Riceve la prima parrocchia, “S. Giovanni Battista” in Civita di
Boiano;
·
1964 : Diviene parroco dei SS. Erasmo e Martino in Boiano;
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1 settembre 1977 : viene nominato Vicario Generale della Arcidiocesi di Campobasso-Boiano;
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20 gennaio 1979 : Diviene Amministratore Apostolico della Arcidiocesi di
Campobasso-Boiano;
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15 marzo 1981 : Viene
consacrato dal cardinale Baggio, Vescovo di S. Angelo dei Lombardi, Conza, Nusco
e Bisaccia;
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12 aprile 1981 : Avviene l’insediamento in
diocesi;
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31 dicembre 1988 : Viene trasferito alla diocesi di Teramo-Atri;
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4 marzo 1989 : Inizia il servizio in diocesi;
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7 agosto 1999 : Ricorre il 50° anniversario di ordinazione sacerdotale
Questi tratti storici non esauriscono la ricca e straordinaria vita di don Antonio Nuzzi. Sicuramente è una elencazione riduttiva rispetto alle mille e più vicende che
compongono la sua notevole esistenza. Peraltro esula dallo scopo della presente
trattazione l’idea di una biografia di don Antonio. Il desiderio invece è quello di
presentare la persona come strumento della Provvidenza. Invero il lettore scorrendo le
pagine di questo libro ha trovato dinanzi a sé la narrazione di eventi legati alla vita di
don Antonio che sono autentiche testimonianze della sua fede totale e piena nella
divina
Provvidenza, che mai abbandona chi confida in essa. Nell’economia della
Provvidenza
un ruolo fondamentale è stato svolto dalla famiglia di don Antonio Nuzzi : mamma
Lucia, Corrado, Lillina, Giuseppina, Elena. Queste figure hanno rappresentato per don
Antonio non solo un punto di riferimento affettivo, ma soprattutto il luogo ideale ove la
fede e l’idea di un apostolato per i poveri, i soli, gli abbandonati, i disabili, hanno
trovato il clima e il terreno adatto per il loro sviluppo.
Racconti di testimoni viventi.
Se avessimo voluto scrivere tutti gli eventi che
hanno caratterizzato la storia e la vita dell’Opera, avremmo avuto necessità
di alcuni volumi. Le tappe dei cinquanta anni di vita dell’Istituzione, sono
state appena abbozzate. Quante altre storie si sarebbero potute raccontare,
quanti episodi particolari si sarebbero potuti narrare. Ci si è fermati
all’essenziale con la consapevolezza che il messaggio non ha bisogno di molte
parole per sortire il suo scopo. Alcuni eventi particolarmente edificanti o
talvolta singolari sono ancora vivi nel ricordo di testimoni presenti in mezzo a
noi (Angelina Muccilli, Suor Bartolomea e altri), e meritano di essere
accennati. Uno in particolare riguarda la protezione dei Cuori di Gesù e Maria
nei confronti della Casa. Mentre erano in corso i lavori per la costruzione di
un nuovo reparto della Casa di largo Episcopio, don Antonio, che si prodigava
anche come muratore, si rende conto della pericolosità dell’operazione a
causa di un terreno roccioso e molto instabile. Da sempre, nei momenti di
difficoltà, don Antonio stringe la corona del rosario e si affida alla
preghiera. Anche per quei lavori molto pericolosi invoca l’aiuto della Madonna
per proteggere tutti gli operai. Proprio un secondo dopo che don Antonio chiede
ad alta voce l’aiuto della Madre Celeste, si stacca un enorme masso dalla
parete nord delle fondazioni del nuovo reparto e precipita a terra vicinissimo
ad un operaio lasciandolo miracolosamente illeso. Questo avvenimento è stato
narrato da persone che erano presenti e che confermano di aver assistito più
volte ad altri episodi analoghi. Anche alcuni episodi relativi alla vita degli
ospiti sono alquanto edificanti. Una notte don Antonio sogna che un anziano sta
molto male ed ha bisogno del suo conforto. Alle prime luci dell’alba don
Antonio si reca sollecitamente alla Casa di Riposo per sincerarsi dello stato di
salute dell’anziano e lo trova agonizzante e riesce appena in tempo a dargli i
sacramenti. Un’altro vecchietto da alcuni giorni chiedeva insistentemente di
essere portato a Castelpetroso per vedere la Madonna. “Non fatemi morire senza
aver visto per l’ultima volta la Madonna” chiede l’anziano. Un giorno
grida a gran voce, “Non portatemi più dalla Madonna, ecco la vedo, è venuta
lei da me” e dopo alcuni istanti è spirato beatamente. Così racconta
l’episodio suor Bartolomea che era presente personalmente nel momento in cui
ciò si è verificato. Molto simpatico è l’episodio di una anziana ospite da
tempo ammalata. Nel ricevere la visita di mons. Carinci al suo capezzale, molto
contenta delle attenzioni del prelato con voce tremante, quasi a scusarsi dice :
“Eccellenza, se sapevo che venivate da me, vi avrei preparato un piatto di
tagliolini in brodo”. Sicuramente simpatico, è l’episodio che riguarda
un’altro anziano. Mentre seguiva la messa domenicale nella chiesa di SS.
Erasmo e Martino, al momento dell’elevazione del sacramento, osservando dalla
balaustra che fuori fioccava, grida a gran voce “Sciocca, sciocca! Ca mò
putem accide ri puorci” tradotto
“ fiocca, fiocca,
finalmente possiamo ammazzare i maiali” sotto lo sguardo imbarazzato
ma comprensivo di don Antonio.
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