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T26 La compagnia di San Pasquale

Trekking



Sentiero della Compagnia di San PASQUALE QUASI UN PELLEGRINAGGIO.

Anche detto Sentiero dei Ramai..

Un sentiero molto antico che risale sino ai Sanniti, tratta di collegavate fra Sud Est a Nord Ovest...

L’itinerario è quello indicato nella apposita segnaletica del Club Alpino Italiano e fa parte del tratto molisano del Sentiero Italia. Il percorso inizia dal “Cannello”, nome di una località all’interno dell’abitato di Boiano dove vi è la presenza di una antica fontana che consente di riempire la borraccia. Il tragitto prevede come prima tappa Civita, suggestivo borgo di origine altomedioevale, per poi proseguire verso S. Egidio. Qui, oltre che una cappella rurale molto amata dai boianesi, c'è un rifugio che costituisce un punto di sosta attrezzato. Pertanto esso è un punto di passaggio, in un certo senso, obbligato al quale conduce anche l'altro sentiero tracciato dal CAI che ha come luogo di partenza Mucciarone, una borgata poco distante dal centro urbano. Ambedue i sentieri, dunque, raggiungono S. Egidio e, del resto, il CAI privilegia nel tracciamento innanzitutto i sentieri che raggiungono i rifugi. Se quest'ultima è una regola dell'associazione alpinistica, un altro indirizzo scelto dalla sezione CAI di Campobasso è quello di far partire i percorsi escursionistici dai paesi di fondovalle intesi quali porte d'accesso alla montagna: pertanto va considerato come itinerario principale quello che inizia dal centro abitato e non da Mucciarone che è una sorta di borgata fantasma, il quale comunque rimane un itinerario interessante perché un vecchio percorso di pellegrinaggio di S. Egidio come è rilevabile dalla presenza di una edicola con l'effigie del santo, una nicchia ricavata nel fronte di una casa. Il paesaggio matesino sembra consacrato alla distribuzione sistematica di luoghi religiosi, dall'eremo all'edicola fino alla croce posta su una cima di monte Miletto. I due sentieri, come si è detto, si congiungono a S. Egidio permettendo così di effettuare un itinerario pressappoco circolare con il ritorno a valle dal sentiero opposto a quello dal quale si è partiti. Si può ridiscendere a valle anche inoltrandosi verso i Prati di Civita e di qui seguendo il sentiero che porta a Fonte S. Maria dove diventa un vero e proprio tracciato fino a S. Polo. Altrimenti si può proseguire verso la montagna più alta, senza, però, essersi dimenticati di approvvigionarsi d'acqua alla fontana di S. Egidio. Infatti, salendo non sarà più possibile fare il rifornimento idrico perché la sorgente di S. Egidio è, insieme a quella di Capodacqua, una delle più elevate del Matese; è proprio la presenza della sorgente a spiegare l'eremitaggio di un tempo e il rifugio odierno. Un'altra sorgente sta un pò prima di S. Egidio, ai Lontri. Alla fontana, anche qui, si associa un altro elemento funzionale, l'abbeveratoio, costituendo ambedue attrezzature complementari alle vie di montagna così diverse dalla viabilità odierna della quale percepiamo una sola funzione, il transito.Finora si è parlato del percorso, ora tocca spendere alcune parole sulla meta, S. Egidio. Questo eremo ha origine nel medio-evo quando la religione era tutto determinando un distacco dalla vita terrena che spingeva i monaci ad isolarsi in cima a montagne, nel mezzo dei boschi. L'eremo ha sempre esercitato una forte suggestione sulla comunità del posto perché esso richiama il cristianesimo delle origini, quello che ha come proprio sottofondo economico e sociale le medesime condizioni di povertà nelle quali viveva la gente del Matese. L'ubicazione, poi, di questo luogo di culto, dove il primo settembre di ogni anno si svolge una grande festa, distante dal paese sembra funzionale al bisogno di avere una contrapposizione, anche di tipo territoriale, tra il momento della festa e la vita di tutti i giorni; inoltre, attraverso il pellegrinaggio che in occasione della celebrazione del santo porta dal centro abitato all'eremo situato fra i pascoli d'altura si mantiene vivo il legame tra l'agglomerato urbano e il suo contesto produttivo, nel quale in passato aveva un peso rilevante la pastorizia. S. Egidio è circondato da radure erbose sicuramente aperte nel tempo dai pastori, le quali altrimenti dovrebbero coperte da vegetazione arbustiva e arborea, in considerazione della quota, circa m. 1000, alla quale si trovano, che è al di sotto del limite altitudinale del bosco. In effetti la superficie boschiva lungo il versante di questa montagna è interrotta a volte da distese prative, ma solo quando il pendio presenta qualche ripiano (ad esempio la località ‘Prati di Civita’, posta poco più a monte di S. Egidio). Altrimenti su questo fianco del Matese ci sono unicamente boschi perché il terreno è generalmente troppo ripido per le colture. In definitiva il percorso proposto contiene differenti motivi di interesse, da quello storico legato alla presenza dell’eremo a quello naturalistico per le larghe superfici boschive, ai quali va aggiunto quello antropologico connesso alla celebrazione dell’annuale festività del santo fortemente sentita dalla comunità locale la quale costituisce un richiamo anche per i boianesi che vivono all’estero.

Il sentiero Di San Pasquale, prosegue sulla sinistra Guardando la montagna alta, si prosegue sino alle Tre Finestre per un sentiero Segnato Cai. Con numero 112BT , Nei Pressi di Campo Puzzo si Prende il Sentiero 114 , che vi porta al sentiero 150-13B Si, che passa per Colle del Monaco, L’esule, sino al Lago del Matese La Palazzina, Da qui si prosegue per un Bel sentiero , Sino a San Gregorio Matese, proseguente ancora sino al  Convento di San Pasquale.. di  Piedimonte Matese..L'origine del santuario è legata ad una tradizione popolare che vuole che in un sabato di Quaresima del 1436, un pastore del luogo ritrovò la sua pecorella smarrita inginocchiata davanti all'immagine della Vergine, dipinta su un muro. Una volta che la notizia si diffuse per il paese una folla di fedeli e curiosi salì sulle balze del M. Muto decidendo, di lì a poco, di erigere un tempio alla Vergine Maria.
All'origine era solamente l'abside con l'affresco della Madonna a braccia aperte protetta dal Dio Pancreator. 
Durante il Rinascimento all'abside fu unita la chiesa attuale e durante il '600 vi si aggiunsero accorgimenti architettonici in stile barocco, che furono eliminati nei restauri del 1934 ritornando, così, allo stile originario.

Info

Difficoltà : E.E.A
“ con guida “

Attrezzature.
Scarpe alte Trekking
Zaino, Borraccia D’acqua, Viveri.
Tenda - Torcia..
Tempo : dalle 6 alle 14 ore circa
 

 


Bojano


Mucciarone


Tragitto Basso


Prima Fontana


      Castagno Gigante.


Seconda Fontana


Parte alta
 
Lago Matese


San Gregorio Matese


San Pasquale


Campanile S. Pasquale

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