Sentiero della Compagnia di San PASQUALE QUASI UN
PELLEGRINAGGIO.
Anche detto
Sentiero dei Ramai..
Un sentiero molto
antico che risale sino ai Sanniti, tratta di collegavate fra Sud
Est a Nord Ovest...
L’itinerario è quello indicato nella apposita segnaletica del
Club Alpino Italiano e fa parte del tratto molisano del Sentiero
Italia. Il percorso inizia dal “Cannello”, nome di una
località all’interno dell’abitato di Boiano dove vi è la
presenza di una antica fontana che consente di riempire la
borraccia. Il tragitto prevede come prima tappa Civita,
suggestivo borgo di origine altomedioevale, per poi proseguire
verso S. Egidio. Qui, oltre che una cappella rurale molto amata
dai boianesi, c'è un rifugio che costituisce un punto di sosta
attrezzato. Pertanto esso è un punto di passaggio, in un certo
senso, obbligato al quale conduce anche l'altro sentiero
tracciato dal CAI che ha come luogo di partenza Mucciarone, una
borgata poco distante dal centro urbano. Ambedue i sentieri,
dunque, raggiungono S. Egidio e, del resto, il CAI privilegia
nel tracciamento innanzitutto i sentieri che raggiungono i
rifugi. Se quest'ultima è una regola dell'associazione
alpinistica, un altro indirizzo scelto dalla sezione CAI di
Campobasso è quello di far partire i percorsi escursionistici
dai paesi di fondovalle intesi quali porte d'accesso alla
montagna: pertanto va considerato come itinerario principale
quello che inizia dal centro abitato e non da Mucciarone che è
una sorta di borgata fantasma, il quale comunque rimane un
itinerario interessante perché un vecchio percorso di
pellegrinaggio di S. Egidio come è rilevabile dalla presenza di
una edicola con l'effigie del santo, una nicchia ricavata nel
fronte di una casa. Il paesaggio matesino sembra consacrato alla
distribuzione sistematica di luoghi religiosi, dall'eremo
all'edicola fino alla croce posta su una cima di monte Miletto.
I due sentieri, come si è detto, si congiungono a S. Egidio
permettendo così di effettuare un itinerario pressappoco
circolare con il ritorno a valle dal sentiero opposto a quello
dal quale si è partiti. Si può ridiscendere a valle anche
inoltrandosi verso i Prati di Civita e di qui seguendo il
sentiero che porta a Fonte S. Maria dove diventa un vero e
proprio tracciato fino a S. Polo. Altrimenti si può proseguire
verso la montagna più alta, senza, però, essersi dimenticati di
approvvigionarsi d'acqua alla fontana di S. Egidio. Infatti,
salendo non sarà più possibile fare il rifornimento idrico
perché la sorgente di S. Egidio è, insieme a quella di
Capodacqua, una delle più elevate del Matese; è proprio la
presenza della sorgente a spiegare l'eremitaggio di un tempo e
il rifugio odierno. Un'altra sorgente sta un pò prima di S.
Egidio, ai Lontri. Alla fontana, anche qui, si associa un altro
elemento funzionale, l'abbeveratoio, costituendo ambedue
attrezzature complementari alle vie di montagna così diverse
dalla viabilità odierna della quale percepiamo una sola
funzione, il transito.Finora si è parlato del percorso, ora
tocca spendere alcune parole sulla meta, S. Egidio. Questo eremo
ha origine nel medio-evo quando la religione era tutto
determinando un distacco dalla vita terrena che spingeva i
monaci ad isolarsi in cima a montagne, nel mezzo dei boschi.
L'eremo ha sempre esercitato una forte suggestione sulla
comunità del posto perché esso richiama il cristianesimo delle
origini, quello che ha come proprio sottofondo economico e
sociale le medesime condizioni di povertà nelle quali viveva la
gente del Matese. L'ubicazione, poi, di questo luogo di culto,
dove il primo settembre di ogni anno si svolge una grande festa,
distante dal paese sembra funzionale al bisogno di avere una
contrapposizione, anche di tipo territoriale, tra il momento
della festa e la vita di tutti i giorni; inoltre, attraverso il
pellegrinaggio che in occasione della celebrazione del santo
porta dal centro abitato all'eremo situato fra i pascoli
d'altura si mantiene vivo il legame tra l'agglomerato urbano e
il suo contesto produttivo, nel quale in passato aveva un peso
rilevante la pastorizia. S. Egidio è circondato da radure erbose
sicuramente aperte nel tempo dai pastori, le quali altrimenti
dovrebbero coperte da vegetazione arbustiva e arborea, in
considerazione della quota, circa m. 1000, alla quale si
trovano, che è al di sotto del limite altitudinale del bosco. In
effetti la superficie boschiva lungo il versante di questa
montagna è interrotta a volte da distese prative, ma solo quando
il pendio presenta qualche ripiano (ad esempio la località
‘Prati di Civita’, posta poco più a monte di S. Egidio).
Altrimenti su questo fianco del Matese ci sono unicamente boschi
perché il terreno è generalmente troppo ripido per le colture. In
definitiva il percorso proposto contiene differenti motivi di
interesse, da quello storico legato alla presenza dell’eremo a
quello naturalistico per le larghe superfici boschive, ai quali
va aggiunto quello antropologico connesso alla celebrazione
dell’annuale festività del santo fortemente sentita dalla
comunità locale la quale costituisce un richiamo anche per i
boianesi che vivono all’estero.
Il
sentiero Di San Pasquale, prosegue sulla sinistra Guardando la
montagna alta, si prosegue sino alle Tre Finestre per un
sentiero Segnato Cai. Con numero 112BT , Nei Pressi di Campo
Puzzo si Prende il Sentiero 114 , che vi porta al sentiero
150-13B Si, che passa per Colle del Monaco, L’esule, sino al
Lago del Matese La Palazzina, Da qui si prosegue per un Bel
sentiero , Sino a San Gregorio Matese, proseguente ancora sino
al Convento di San Pasquale.. di Piedimonte Matese..L'origine
del santuario è legata ad una tradizione popolare che vuole che
in un sabato di Quaresima del 1436, un pastore del luogo ritrovò
la sua pecorella smarrita inginocchiata davanti all'immagine
della Vergine, dipinta su un muro. Una volta che la notizia si
diffuse per il paese una folla di fedeli e curiosi salì sulle
balze del M. Muto decidendo, di lì a poco, di erigere un tempio
alla Vergine Maria.
All'origine era solamente l'abside con l'affresco della Madonna
a braccia aperte protetta dal Dio Pancreator. Durante
il Rinascimento all'abside fu unita la chiesa attuale e durante
il '600 vi si aggiunsero accorgimenti architettonici in stile
barocco, che furono eliminati nei restauri del 1934 ritornando,
così, allo stile originario.
Info
Difficoltà : E.E.A
“ con guida “
Attrezzature.
Scarpe alte Trekking
Zaino, Borraccia D’acqua, Viveri.
Tenda - Torcia..
Tempo : dalle 6 alle 14 ore circa
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Bojano
Mucciarone
Tragitto Basso
Prima Fontana
Castagno Gigante.
Seconda Fontana
Parte alta
Lago Matese
San Gregorio Matese
San Pasquale
Campanile S. Pasquale
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