L’abbeveratoio è caratterizzato da due teste di cinghiale
scolpite dall’artista boianese Mario Cavaliere. Esse,
realizzate diversi decenni fa, sostituiscono il semplice
cannello dal quale sgorgava l’acqua di questa copiosa fonte.
La scultura, che va a modificare la scaturigine elementare
preesistente, costituisce una sorta di sublimazione della
natura attraverso l’opera dell’uomo. Questa fonte-abbeveratoio
ha da sempre solleticato l’immaginario collettivo. Di
frequente, in epoca pagana, vi era l’adorazione idolatrica
delle fonti, la quale non è stata sradicata del tutto nell’età
cristiana.
Secondo la cultura popolare, la quale non ha età, una ninfa
innamorata di un cacciatore (la festa di S. Egidio è anche
quella dei cacciatori che dopo la cerimonia religiosa
esplodono dei colpi in aria) non obbedendo all’obbligo di
ritirarsi all’apparire dell’alba è stata trasformata in acqua
dando origine alla fonte. S. Egidio, comunque, nonostante
queste credenze profane rimane un luogo profondamente
religioso. Esso era oggetto in passato di pellegrinaggi ed
ancora oggi il primo settembre molti fedeli raggiungono la
località a piedi. La particolarità di questo sito è quella di
trovarsi in alto, circa a 1000 metri di quota, e la salita che
occorre effettuare per raggiungerlo con la fatica che richiede
rappresenta una specie di ideale ascensione verso il cielo.
Ad
ogni modo il percorso che si segue è disadorno, con l’unica
eccezione di una edicola votiva raffigurante il santo posta
sul muro di una casa in località Mucciarone, perché quello che
più conta è la preghiera nel sito deputato, cioè la chiesa di
S. Egidio. Si tratta di un santo dalla forte caratterizzazione
pastorale che richiama un monachesimo, quello degli eremiti
(appunto l’Eremo di S. Egidio è il nome del posto), superato,
ormai soppiantato dal nuovo modello introdotto da S.
Benedetto. L’iconografia di S. Egidio lo ritrae nei panni di
monaco e di vescovo, che poi sono le figure che generalmente
rappresentano i modelli di santità.
L’unione delle due qualità
ecclesiastiche che sono possedute da S. Egidio non è rara
perché normalmente il monaco riceve anche l’ordinazione
sacerdotale. Se il culto di S. Egidio rispetta i canoni
ufficiali della religiosità cattolica esso, però, contiene
anche alcune concessioni alla cultura popolaresca; tra queste
vi è l’episodio che vede il nostro santo scagliare il diavolo
contro una roccia (alla Fonte dei Lontri, non distante dalla
chiesetta) sulla quale è rimasta impressa l’impronta della sua
grande e mostruosa mano.
Francesco Manfredi Selvaggi |
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