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Ver Sacrum
E'
un'iniziativa che vuole portare all'attenzione di
tutti la necessità di conoscere il proprio passato,
di conoscere le proprie origini.
La ricostruzione dei rituali si basa sulle notizie
tramandateci da scrittori greci e latini e dai
recenti studi di archeologia, glottologia e
filologia.
La rappresentazione si articola in quattro sequenze
sceniche.
La I scena rappresenta il Ver Sacrum, un rito
molto diffuso tra le popolazioni italiche. Il
rito era dettato dal principio di popolazione in un
determinato momento storico: il Ver sacrum è
il distacco di giovani dalla patria di origine alla
ricerca di nuove terre, adeguate al proprio
sostentamento.
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La
scena si basa sulla consacrazione e sulla
divinazione celebrata dal Sacerdote prima di inviare
i giovani alla ventura. Subito dopo, si assiste alla
migrazione dei Sabini, capeggiati da Comio Castronio
e guidati da un bue che si stanzieranno alle falde
del Tifernus mons, dando origine alla città
di Bovianum.
La II scena rappresenta l'istituzione del
Matrimonio, fondamentale nella vita dei Sanniti:
esso si attuava come un rito comunitario. Basato non
su una scelta privata, ma pubblica, l'amore era
asservito agli interessi della patria e la donna era
considerata la giusta ricompensa al valore dei
guerrieri.
La III scena ha il suo centro nella figura di un
vecchio saggio che, sebbene abbia perduto il figlio
in battaglia, incita i giovani guerrieri a
perseverare nella virtù e nel valore, considerati
cardini fondamentali di una società giusta e
felice.
La IV scena rappresenta un rito antichissimo: il
giuramento dei giovani che costituivano l'esercito
sannita. Ciascun guerriero, davanti all'altare,
invoca la maledizione su di sé e sulla sua stirpe
qualora non combatta con valore o fugga con codardia
dalla battaglia. Il guerriero che rifiuta di giurare
è ucciso e buttato tra i mucchi delle vittime umane
ed animali sacrificate nelle cerimonie precedenti,
come monito agli altri. |
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