La Paleontologia
è la disciplina delle Scienze Naturali che studia i fossili,
ovvero i resti di organismi che sono vissuti nel passato. Sono
fossili non solo i resti scheletrici, ma anche tutte quelle
tracce conseguenti ad attività organica. Una tana scavata entro
un sedimento, un' impronta impressa sul fango, un uovo
depositato, una goccia di resina sono fossili a tutti gli
effetti perchè testimoniano inequivocabilmente la presenza di
organismi che erano in vita. La Paleontologia viene suddivisa in
Paleobotanica (che studia le piante del passato), in
Paleoantropologia (che studia gli uomini del passato) e
Paleozoologia (che studia gli animali del passato).
Le probabilità
che un organismo morto possa fossilizzare sono minime, in quanto
vi sono numerosi agenti che determinano la sua distruzione.
Infatti appena un organismo muore viene aggredito da agenti
biologici (azione di necrofagi e batteri) che provocano la
putrefazione e la decomposizione delle sue parti molli (pelle,
organi interni, etc.). Successivamente intervengono gli agenti
chimici (sostanze acide) e fisici (azione erosiva ad opera di
venti e acque) che distruggono le parti dure (ossa, gusci etc.).
Tuttavia se un organismo viene rapidamente ricoperto da un
sedimento (sabbia, fango ecc.), prima che gli agenti distruttori
possano agire, le parti dure potranno conservarsi integre o
quasi e quindi, poiché subiscono una serie di trasformazioni
chimiche ad opera dei fluidi circolanti nel sedimento,
fossilizzare. I processi di fossilizzazione più comuni sono
quelli dell' impregnazione (assorbimento di minerali), della
mineralizzazione (sostituzione di minerali), della
carbonizzazione (arricchimento in carbonio), dell'incrostazione
e dell'inglobamento. Al contrario, un organismo costituito solo
da parti molli, come per esempio un verme o una
medusa, a
causa dell'azione degli agenti biologici non si conserva.
Tuttavia in condizioni prive di ossigeno, gli agenti
biologici non si attivano e quindi l'organismo può fossilizzare.
I resti organici
fossilizzano generalmente si trovano nelle rocce sedimentarie e
quindi devono essere cercati nelle arenarie, nelle argille, nei
calcari e nelle dolomie. Raramente si possono rinvenire anche
nelle rocce di origine vulcanica, come le tufiti. Più difficile,
ma non impossibile, è rinvenire fossili in quelle metamorfiche
di origine sedimentaria, come gli scisti. Il territorio
italiano, essendo costituito per lo più da rocce di origine
sedimentaria, è relativamente ricco di fossili. Si possono
rinvenire fossili di tutte le età, da quelli del Cambriano,
vecchi di 500 milioni di anni, a quelli del Pleistocene, vecchi
di poche migliaia di anni. E' importante ricordare che la legge
italiana (ma anche numerose leggi locali) vieta la raccolta e la
compra-vendita di fossili raccolti in Italia.
Nell'ambito
delle Scienze Naturali, la Paleontologia copre un ruolo di
importante in quanto permette di ricostruire da una parte la
storia della vita durante le ere geologiche, dalle prime forme
monocellulari a quelle più complesse pluricellulari, e
dall'altra di fornire le prove dell' evoluzione degli organismi.
Inoltre permette, attraverso il rinvenimento di fossili guida,
di datare con notevole precisione gli strati geologici e anche,
in associazione con i dati della sedimentologia (la disciplina
che studia i sedimenti), di trarre considerazioni
paleoecologiche (ossia sugli ambienti del passato) e
paleogeografiche (ossia sulla geografia del passato). I fossili
guida sono fossili che hanno un' ampia diffusione geografica
(devono cioè essere molto diffusi), una limitata distribuzione
stratigrafica (devono cioè essere limitati nel tempo) e devono
infine essere di facile reperimento e riconoscimento.
La paleontologia ha anche importanza industriale in quanto
fornisce un valido supporto per la ricerca di minerali
(soprattutto idrocarburi).
Numerose sono le prove paleontologiche che dimostrano l'
evoluzione degli organismi. La ricostruzione dell' albero
genealogico di un organismo, avviene attraverso lo studio
comparato dei suoi resti con quelli di altri organismi. Uno
degli alberi meglio noti è quello dei cavalli. La storia, qui
molto concisa, comincia circa 60 milioni di anni fa,
nell'Eocene, quando compare Eohippus, un minuscolo equide alto
appena 60 centimetri che abitava nei boschi, caratterizzato da
arti anteriori con 4 dita e arti posteriori con 3 dita.
Nell'Oligocene, 40 milioni di anni fa, visse Mesohippus, un pò
più alto, ma con gli arti con sole tre dita, delle quali quelle
laterali piuttosto ridotte. Segue Merychippus, comparso durante
il Miocene, 20 milioni di anni fa, caratterizzato da dimensioni
ancora maggiori e da arti con le dita laterali estremamente
ridotte, che fu il primo equide ad abbandonare i boschi per le
praterie. Quindi nel Pliocene, 5 milioni di anni fa, compare
Pliohippus, un cavallo molto simile a quello attuale,
monodattilo. Infine nel Pleistocene, compare Equus cioè il
cavallo di oggi
Per fossili
Matesini, sono state fatte molte ricerche e scritti libri, fra
le montagne di Gurdiaregia, S.Polo Matese e Bojano sono
stati rintracciati molti fossili.. |
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