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LA
ZAMPOGNA ORIGINI LA
ZAMPOGNA MOLISANA LA ZAMPOGNA IN BOJANO ZAMPOGNARI DEL
MATESE LE ZAMPOGNE DI GIULIO CESARE |
LA
ZAMPOGNA |
La zampogna è uno
degli strumenti che attrae maggiormente gli appassionati di musica
popolare. E' il prodotto di un caratteristico e ricercato
artigianato che sta svanendo. La zampogna nasconde inconfutabili
significati antropologici, come simbolo di vita delle comunità
contadino-pastorali. "La zampogna è uno strumento musicale che,
per molti versi può definirsi 'favoloso' la sacralità è dovuta al
suo legame con la religione cristiana, poiché si vuole che la
zampogna sia stata suonatadai pastori accorsi alla grotta di
Betlemme. |
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Zampogna a ciaramella di San Polo Matese (Foto
Mimmo) |
Zampogna a ciaramella di San Polo Matese (Foto
Mimmo) | |
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ORIGINI |
La zampogna,
aerofono ad ancia doppia, è uno strumento musicale antichissimo.
Probabilmente si può collocare l'origine della zampogna al tempo
degli strumenti musicali preistorici (carnix, lur, sonagli). Gli
organologi iniziano la ricostruzione storica della zampogna
dall'epoca nella quale avevano ampia diffusione strumenti musicali a
fiato realizzati in canna (arundo donax), con fori digitali, muniti
all'estremità di un dispositivo composto da sottili linguette di
canna o legno (ancia). E' risaputo che nel terzo millennio prima
di Cristo in tutta l'area del Mediterraneo erano adoperati
particolari tipi di flauti con le caratteristiche innanzi citate.
Questi flauti erano diffusi nei villaggi e nelle campagne, mentre
negli ambienti urbani si utilizzavano coppie di tubi sonori ad
ancia. Gli studiosi indicano questi strumenti a fiato negli "auloi"
dei Greci e le "tibie" dei Romani. Questi strumenti dureranno fino
al Medioevo. Il limite di queste canne era rappresentato dalla
impossibilità, per il suonatore, di ottenere un suono continuo. Era
necessario associare alle canne sonore un serbatoio d'aria. Sembra
che i primi tentativi furono fatti in Asia orientale (Licia). La
prima zampogna di cui si hanno notizie storiche, risale al primo
secolo dopo Cristo, all'epoca di Nerone. Gli storici Svetonio e
Dione Crisostomo raccontano di uno strano strumento suonato da
Nerone realizzato con canne inserite in un sacco (otre) da
comprimere con il braccio. Da qui il nome latino "utriculus". La
zampogna, nel corso dei secoli, ha subito delle evoluzioni più o
meno accentuate a seconda del contesto sociale dove lo strumento
veniva adoperato. Alcuni elementi della moderna zampogna hanno avuto
una formazione in epoca medioevale quali ad esempio il "bordone". E'
ipotizzabile che la zampogna, ancora presente oggi nell'Italia
centrale e meridionale, sia una diretta discendenza dell'utriculus
latino mentre non altrettanto può essere affermato per le zampogne
di provenienza medioevale e rinascimentale quali la "musa", la
"piva" (Italia settentrionale), il "biniou" (francese), la "gaita"
(spagnola), e la tipologia delle zampogne più sofisticate
(northumbrian , cabrette, uilleann). |
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LA ZAMPOGNA MOLISANA
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A Scapoli, in
provincia di Isernia, in angusti e poveri laboratori artigianali, si
costruisce la "zampogna molisana". Lo strumento è così
strutturato: · Due canne di lunghezza diseguale, divergenti e
coniche, di cui quella destra è detta "ritta", mentre quella
sinistra è definita "manca". La canna ritta presenta cinque fori
digitali; la canna manca ne presenta quattro di cui l'ultimo è
provvisto di una chiave meccanica azionabile con il dito mignolo.
· Due canne dette "bordoni" delle quali una produce un suono
fisso e costante, mentre l'altra, più corta, generalmente è muta.
· Alimentazione a bocca tramite una piccola canna che fa
giungere l'aria nell'otre. · Ance doppie applicate sulle canne
sonore.
Della zampogna molisana esistono vari
modelli identificati con i numeri. La più comune è definita "25"
generalmente intonata in LAb. I legni usati per la fabbricazione
della zampogna sono quelli presenti nell'ambiente: ulivo, prugno,
albicocco, sorbo, ciliegio, acero. A Scapoli, oltre alla
zampogna, si costruisce anche la "ciaramella" detta anche
"bbiffera". La ciaramella viene utilizzata in coppia con la zampogna
per l'esecuzioni delle parti soliste. Gli attrezzi adoperati per la
costruzione della zampogna sono essenzialmente utensili realizzati
dagli stessi artigiani quali alesatori, sgorbie, punte a cucchiaio.
Il tornio, una volta a pedale, si avvale oggi di motori elettrici.
Nel Molise, accanto alla costruzione della zampogna, resiste
anche la tradizione dei suonatori di zampogne (zampognari). Virtuosi
suonatori sono presenti in alcuni paesi quali: Scapoli, S.Polo
Matese, Castelnuovo, Bojano. |
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LA ZAMPOGNA IN
BOJANO |
Notizie circa la
presenza di suonatori di zampogne in Bojano si attingono dal
racconto delle persone anziane. E' un dato certo che zampognari
bojanesi, nella seconda metà dell'Ottocento e metà del Novecento,
avevano l'usanza di recarsi nell'area napoletana per suonare le
novene di Natale. Si ha notizia che un tal Romano Cosmo, vissuto a
cavallo tra l'800 e il 900, esercitasse l'attività di preparazione e
accordatura della zampogna per conto di amici clienti zampognari.
Un aspetto peculiare della tradizione bojanese è dato dalla
consuetudine di alcuni zampognari che nel giorno di Capodanno
giravano per tutto il paese suonando e cantando la "maitunata" per
augurare buon anno a tutti i cittadini. L'uso della zampogna in
Bojano è andato in crisi dopo gli anni '40, causa l'emigrazione, il
cambiamento degli stili di vita, meno associati alla figura dello
zampognaro-pastore e lo scarso interesse per questo particolare
strumento.
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ZAMPOGNARI DEL
MATESE |
Da qualche anno
(1990) la tradizione della zampogna in Bojano è stata gradualmente
rivitalizzata grazie all'attività del gruppo chiamato "GLI
ZAMPOGNARI DEL MATESE". Il gruppo è composto da: Antonio Romano,
suonatore di ciaramella; Fernando Romano, suonatore di zampogna;
Giancarlo Romano, suonatore di percussioni. Il gruppo predilige
l'esecuzione di brani tipicamente bucolico-pastorali senza
disdegnare melodie classiche rielaborate in chiave moderna, nei
limiti tuttavia consentiti, dalla limitata estensione della scala
musicale della zampogna. Gli zampognari del Matese annoverano,
nel loro breve ma intenso curriculum, presenze e partecipazioni a
manifestazioni anche prestigiose.
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Elenchiamo i momenti
più significativi: |
Anni 92-93 |
Roma |
Esibizioni in Piazza
S.Pietro - Città del Vaticano |
28.12.94 |
Roma |
Esibizione innanzi al
Papa Giovanni Paolo II |
06.01.95 |
Greccio
(RI) |
Rappresentazione
presepe vivente presso la grotta di S.Francesco |
30.07.95 |
Scapoli |
Festival
internazionale della zampogna |
13.08.95 |
S. Polo Matese
(CB) |
Festival della
zampogna |
18.08.95 |
Bojano (CB) |
Poesie e musica
"Pietrecadute" |
20.12.95 |
Roma |
Sala Paolo VI -
Esibizione innanzi al Papa |
12.05.96 |
Trento |
Inaugurazione Ostello
"Giovane Europa" - Hostelling international |
04.08.96 |
Bojano (CB) |
Poesia e musica
"Pietrecadute" |
13.08.96 |
S. Polo Matese
(CB) |
Campionato italiano
di zampogna - Primi classificati |
08.12.96 |
Roma |
Piazza S.Pietro -
Partecipazione a "La 'Ndocciata" |
24.12.96 |
Roma |
Inaugurazione del
presepe del Papa in Piazza S.Pietro in diretta TV
nazionale |
27.07.97 |
Scapoli
(IS) |
Festival
internazionale della zampogna |
26-28.10.97 |
Toronto
(CAN) |
Concerto per gli
italo-canadesi |
13/14.12.97 |
Francoforte
(GEN) |
Concerto per conto
dell'Ist.Italiano di Cultura |
17.12.97 |
Roma |
Sala Paolo VI-
Esibizione innanzi al Papa |
16.12.98 |
Roma |
Sala Paolo VI-
Esibizione innanzi al Papa |
01/08.08.99 |
Toronto e Montreal
(CANADA) |
1° congresso Mondiale
dei Molisani in Nord America |
12.05.00 |
Betlemme (Terra
Santa) |
Esibizione nella
Grotta della Natività di Gesù |
30.07.00 |
Scapoli
(IS) |
Festival
internazionale della zampogna | |
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LE ZAMPOGNE DI GIULIO
CESARE |
Si narra che Giulio Cesare, intrapresa
la conquista dell'isola britannica, fosse stato seriamente
inpensierito dalle resistenze dei guerrieri locali. Questi, infatti,
sebbene meno equipaggiati e meno preparati dei soldati romani,
possedevano grande coraggio enon dimostravano timore nella lotta.
L'bile condottiero capì che bisognava escogitare qualcosa per
vincere la resistenza delle popolazioni dell'isola e per evitare
perdite eccessive. Chiamò , quindi, alcuni suoi fedeli consiglieri
per avere suggerimenti in proposito. Qualcuno pensò alla
costruzione di un novello cavallo di Troia; ma l'idea fu scartata
perchè certamente inadatta al caso. Altri rammentarono gli specchi
di Archimede, con i quali il "pitagorico" aveva incendiato le navi
nemiche; ma il sole inglese non era certo quello siciliano. Altri
ancora proposero una sfida ristretta, sul modello degli Orazi e
Curiazi, certi della superiorità dei guerrieri romani nell'uso delle
armi; ma anche questa ipotesi venne accantonata perchè ritenuta
troppo rischiosa. Continui suggerimenti e repentini ripensamenti
si susseguirono per tutto il giorno e per tutta la notte. Tra i
soldati messi a guardia della tenda dove si svolgeva il consiglio,
v'era un giovane proveniente dalle province sannite. Il suo nome era
Turno. Egli era un vero virtuoso della zampogna ed aveva contagiato
questa sua passione musicale ad altri soldati suoi amici tanto che
molti di essi erano in grado di suonare quello
strumento. All'alba, Turno, smontato di sentinella , dopo una
lunga notte, non resistette alla voglia di suonare per ristorarsi
dalla fatica sostenuta. Ma quella non era l'ora, poichè quasi tutti
ancora dormivano. Pensò bene, quindi, di appartarsi ai limiti
dell'accampamento romano, verso un recinto dov'erano stati riuniti i
cavalli. Appena intonò le prime scale musicali, però, le bestie
cominciarono ad imbizzarrirsi, visibilmente impressionate dal
possente suono della zampogna sannita. Tutto quel trambusto
svegliò l'intero accampamento e il povero Turno fu sottoposto ad
accuse ed invettive da parte dei compagni. Condotto al cospetto del
Generale, confessò la colpa di quanto accaduto e la ragione della
violenta reazione dei cavalli. L'idea geniale scaturì come un
baleno dalla mente di Cesare. Volle che fossero riuniti tutti i
soldati capaci di lavorare legno e pelli. Fece reperire i tronchi
necessari in un vicino bosco e ordinò l'uccisione di molte pecore
per la fabbricazione degli otri. In pochi giorni furono costruite
oltre 100 zampogne. Quando suonavano tutte insieme era possibile
udirle sino alle coste francesi. Sarebbe stato quel meraviglioso
concerto pastorale l'arma segreta per vincere facilmente il
nemico. Due giorni più tardi si decise per l'azione militare
definitiva e un'ampia vallata erbosa fu scelta quale campo di
battaglia. I guerrieri britannici amavano la lotta a cavallo. Sicuri
nel montare i loro magnifici purosangue, sferrarono per primi
l'attacco alle truppe romane. Per poter raggiungere i soldati
avversari, i Britanni furono costretti ad attraversare un lungo
tratto della vallata, ai cui lati erano stati sapientemente disposti
i suonatori di zampogne , i quali, quando fu il momento adatto,
all'unisono, diedero fiato alle canne. Il fragore sonoro spaventò e
fece imbizzarrire così tanto i cavalli che i nemici, impreparati,
furono tutti sbalzati di groppa e, ormai a terra, divennero facili
vittime dei Romani, che vinsero la battaglia. Quando i Britanni
capirono la causa della sconfitta, immediatamente ritennero la
zampogna uno strumento di natura divina, dalle chiare capacità
magiche. Per questo si lasciarono affascinare dal suo suono e
finirono per idolatrarlo, coltivando nel contempo il desiderio di
conquistarne la magia. Anni dopo, infatti, nel ricordo di quella
battaglia, copiarono l'aerofono latino-sannita, realizzando un loro
tipo di cornamusa che ancora oggi è elemento caratterizzante delle
bande militari inglesi e scozzesi.
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