Alife

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Attrezzi



  Mausoleo degli Acili Glabrioni
  Collocato fuori Porta Napoli, il Mausoleo della famiglia degli Acili Glabrioni originariamente ricoperto con paramento di grandi lastre di calcare, fu trasformato nel XIII secolo in cappella dedicata a S. Giovanni Gerosolimitano e nel 1924 in cappella ai Caduti; dopo gli interventi di restauro del 1938, raccoglie il materiale archeologico attinente all'antica Allifae. Nonostante i molteplici rimaneggiamenti, il Mausoleo conserva ancora quasi integra l'originaria struttura cilindrica con copertura a cupola, ma ben poco è rimasto all'esterno del rivestimento in lastre calcaree. Nelle sue proporzioni, il Mausoleo degli Acili Glabrioni ripete in scala il rapporto interno del Pantheon. L'interno presenta in basso otto nicchie rettangolari; il pavimento originario si trova a circa 130 centimetri sotto il piano attuale.
  Mura Romane
  Realizzata nel I secolo a.C. in opus incertum la cinta muraria ha la forma di un parallelogramma ed è costruita con pietre quadrangolari. Su ciascun lato si apre una porta, ognuna costruita con grossi macigni fino ad una certa altezza e sormontata ai lati da bastioni quadrati. Lungo il perimetro si ergono mezze torrette quadrate o circolari piene di pietre e calcina. Di tre porte, Porta Roma, Porta Piedimonte e Porta Fiume, è stata messa in luce parte della struttura originaria. L'impianto urbano della Alife romana è ancora ben conservato; le sue mura e le sue porte con le loro torri, racchiudono ancora oggi la maggior parte dell'abitato.
  Cattedrale di Santa Maria Assunta
  L'antica Cattedrale paleocristiana, distrutta dalla devastazione dei Saraceni dell'865, fu trasferita nella Chiesa di Santa Lucia presso l'area dove venne poi costruita la nuova Cattedrale di San Sisto. L'attuale Cattedrale, dedicata all'Assunta fu fondata nel 1132 per volere del conte Rainulfo III di Alife, cognato di Ruggiero II; accolse le reliquie di San Sisto I, papa e martire, traslato da Roma per liberare la città dalla peste, che divenne il protettore della città. In seguito ai danni del terremoto del 1456 ed di quello del 1688 vennero compiute delle riparazioni che alterarono il gusto medievale dell'edificio, che fu riaperto al culto nel 1692 con facciata tardobarocca. Nella seconda metà del XVIII secolo altri radicali lavori di restauro furono effettuati: le colonne delle navate furono sostituite da possenti pilastri, il presbiterio fu ampliato verso le navate, l'abside centrale fu sfondata e fu effettuato il conseguente ampliamento del coro; il campanile fu ricostruito. Ma il terremoto del 1805 causò nuovi danni, che furono riparati prontamente e nel 1820 la facciata fu di nuovo rifatta. Nonostante le trasformazioni posteriori, rimangono considerevoli elementi sul retro delle absidi, dell'originaria costruzione normanna che richiamava la pianta dell'Abbazia di Montecassino. All'interno, nel Battistero, si ammira un archivolto di stile longobardo normanno, appoggiato su due mensole a forma di elefante, dove sono raffigurati santi, uccelli, mostri e animali. Nella prima cappella a destra c'è l'archivolto del portale principale del sec. XII, elegantemente scolpito, che richiama i rilievi del Duomo di Carinola. Di notevole interesse artistico, all'interno della cattedrale, sono:
- il coro ligneo dell'abside del XVIII secolo;
- un'Ultima Cena del XVIII secolo
- una tavola della fine del XVII secolo raffigurante San Sisto in gloria;
- il busto di San Sisto del 1740
- gli affreschi di G. Bocchetti del 1937.
  Di grandissimo interesse è, poi, la cripta romanica, conservata intatta, a cui si accede da due rampe delle navate laterali. La cripta è realizzata con l'impianto ad oratorium, a pianta rettangolare, sostenuta da colonne provenienti dal teatro romano di Alife; ha un abside centrale e due absidiole laterali, e sorge su un'area termale romana i cui resti si possono ancora osservare nel pavimento. I capitelli sono in parte più antichi, in parte anteriori al sec. XI e imitanti l'antico. Nell'abside centrale si trova l'altare in muratura dove, fino al 1716, furono riposte le reliquie di San Sisto, traslate, poi, nell'altare di una cappella appositamente costruita nel transetto superiore.
 

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 Mausoleo degli Acili Glabrioni





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