Comune Di Sepino
86017 Sepino (CB) - 43, Piazza Nerazio Prisco n.40
tel: 0874 790132
(2309 abitanti
- 700 mt. s.l.m.) L'ambiente ricorda le tipiche atmosfere
bucoliche. La natura a Sepino ha retto bene all'impatto con i tempi
moderni e con il cambiamento delle esigenze della popolazione,
conservando le caratteristiche peculiari di vasti boschi,
fiumiciattoli e ruscelli che spesso nel proprio corso incontrano
dirupi e danno luogo ad irruente cascatelle. Allo stesso tempo nelle
campagne sopravvivono i poderi e nel centro abitato il tessuto
medievale non ha subito particolari stravolgimenti.
Anche per questo
motivo il luogo ha ricevuto e continua a ricevere sempre in misura
maggiore l'attenzione degli operatori turistici regionali e
nazionali. La località "Altilia" ospita annualmente, grazie ai resti
dell'abitato romano, numerosi turisti ed è ormai costantemente
inserita nel calendario di manifestazioni estive itineranti che
propongono spettacoli di teatro-danza di livello internazionale che
hanno, tra le altre cose, anche il pregio di valorizzare
turisticamente le località in cui fanno tappa.
A ciò si aggiunga il
notevole interesse che i molisani ed i turisti in generale
manifestano per la località "Campitello di Sepino" attirati dagli
ampi spazi verdi per gite di breve durata o qualche settimana di
campeggio.
Inoltre la realizzazione degli impianti termali in
località "Tre Fontane", che ospitano rinomate sorgenti di acqua
oligominerale, e la costruzione di un albergo nelle sue immediate
vicinanze, aggiunge al richiamo turistico la possibilità di
effettuare in loco, in un ambiente sano e riposante, le cure
termali. futuro, come in parte già il presente, del piccolo centro,
è legato alle potenzialità turistiche ed al modo in cui le stesse
verranno sfruttate, trovando fermi punti di appoggio nei luoghi
appena citati e nel patrimonio ambientale di rara bellezza. Le
origini dell'attuale comune sono legate proprio a questi elementi,
insieme a qualche altra particolarità
territoriale.
I Sanniti,
infatti, ritennero che fosse un luogo ideale per l'allevamento del
bestiame e lo smercio dello stesso e delle pelli, quello nei pressi
dell'incrocio tra il tratturo Pescasseroli-Candela ed il tratturello
proveniente dal Matese. Qui transitavano le greggi transumanti. Poco
alla volta vi iniziarono a sorgere strutture in pietra e veri e
propri impianti per la lavorazione delle pelli. Nel corso degli anni
i Sanniti a difesa del tratturello del Matese edificarono una
roccaforte presso l'attuale località Terravecchia.
Dopo le guerre
sannitiche questa restò disabitata mentre l'abitato a valle, ormai
denominato Saepinum (Altilia), assurse a punto di riferimento per
l'intero territorio, diventando "municipium" (I secolo a.C.).
Saepinum dopo la caduta dell'impero romano conobbe lo spopolamento e
la devastazione, risorgendo parzialmente nel VII secolo con l'arrivo
della colonia di bulgari al comando di Altzeco.
L'abitato conobbe il
tracollo definitivo con le disastrose incursioni dei saraceni nel
corso del IX secolo. Gli abitanti si rifugiarono in parte nella
roccaforte di Terravecchia e in parte sul colle dove poco alla volta
si sarebbe formato l'abitato di Sepino. Quest'ultimo gradatamente
sarebbe diventato il nuovo punto di riferimento della zona. Il
centro nel periodo feudale conobbe il dominio di vari signori.
Ultimi furono i Pignatelli.
Un'accurata visita nella
zona non può non iniziare dalle rovine di Terravecchia. Qui i resti
delle fortificazioni sannitiche - resta ben visibile una "postierla"
- sono alternati alle sovrapposizioni medievali. Nel complesso,
comunque, resta nitida l'immagine del sistema difensivo realizzato
intorno al III secolo a.C.
Tra i campi e poderi si
distendono geometricamente ordinate, le rovine del municipium di
Saepinum, nella località ora conosciuta come Altilia. I due assi
stradali della cittadina che si incrociano presso il foro che sono
tratti del tratturo Pescasseroli-Candela (divenuto, nel tessuto
insediativo, decumano) e del tratturello del Matese (cardo) sono
costeggiati da edifici civili e sedi di esercizi commerciali.
Lungo
il decumano nel tratto che volge verso porta Bojano (le altre tre
porte sono denominate "Benevento, per il decumano, Tammaro e
Terravecchia per il cardo) sono ubicati il Macellum, la Basilica e,
a ridosso delle mura, le terme. Lungo il cardo invece è visibile la
"fullonica" per le pelli. Gli edifici sacri sono posti nel foro.
Leggermente decentrato il teatro che negli ultimi anni è stato
oggetto di un intervento di restauro.
Nelle sue vicinanze si
incontra un museo che raccoglie i maggiori "pezzi" di valore
artistico e storico, rinvenuti nel corso di varie campagne di scavo.
Sono, infine interessanti, fuori dal recinto murario, i monumenti
funerari di Ennio Marso, presso Porta Benevento e di P. Numisio,
presso Porta Bojano.
Il centro abitato di
Sepino conserva le tipiche caratteristiche medievali. Ad un'ampia
piazza corrispondono un certo numero di tipici vicoletti. Da questi
ultimi si accede alla Chiesa di Santa Cristina, costruita intorno al
XIII secolo.
Nella
cripta è visibile la ricostruzione delle vicende della santa
realizzata con busti di legno. Merita attenzione il campanile
romanico della Chiesa di San Lorenzo.
E' l'immagine
materializzata della contemplazione il convento seicentesco della
Trinità, ubicato a poca distanza dal centro. Ne decorano l'interno
alcuni dipinti, statue e mosaici.
E' molto sentita a Sepino
la tradizionale suonata dei bufù che avviene la notte del 31
Dicembre. A questo strumento, costituito da una canna infilata in
una botte di legno coperta di pelle, viene dedicato un vero e
proprio festival del mese di Gennaio. Tra le altre ricorrenze
tradizionali vanno segnalate quella in onore della patrona, Santa
Cristina che viene celebrata il 9-10 Gennaio ed il 23-24 Luglio e la
sagra delle "Tre Fontane" (Agosto). Sepino dispone di un maneggio,
del campo di calcio, da bocce e dei campi da tennis.
Quercia secolare
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