Viaggiando all'interno
del Molise, spesso si scorgono ai lati delle strade o su isolate
alture o ancora all'interno di alcune cittadine, vestigia antiche
che riconducono alle radici della storia locale. Le strutture
sono spesso, escludendo quelle ubicate nei tessuti urbani, circondate
da una cornice naturale che ne amplifica il fascino. A parte
l'abitato preistorico della "Pineta" di Isernia e
quello protostorico della "Defensola" di Campomarino,
che sono ancora sottoposti a lavori di scavo. le altre località
di interesse archeologico sono quasi tutte visitabili. Brigantaggio
I resti di età
sannitica, probabilmente sono quelli che attraggono maggiormente
per la loro localizzazione e per quel senso di mistero che circonda
una civiltà non ancora del tutto conosciuta. I Sanniti
contesero il possesso dell'Italia centromeridionale ai Romani,
con una fierezza che trova pochi paragoni nella storia. Le tre
estenuanti guerre combattute prevalentemente nei territori delle
attuali Campania e Molise ne costituiscono valida testimonianza.
Gli antichi "padroni" del Molise, impegnati soprattutto
a trarre dalla pastorizia e dal commercio della lana i mezzi
utili per la sopravvivenza, furono costretti a fortificare l'intero
territorio per reggere all'urto degli agguerriti nemici. I luoghi
posti più in alto, quelli più impervi o in corrispondenza
di pascoli, furono cinti da opere in muratura caratterizzati
dalla coesione di grossi blocchi calcarei poligonali. Non mancarono
le vere e proprie fortezze. Uno splendido esempio di accampamento
fortificato è costituito dal colle "Le Case",
in agro di Civitanova del Sannio a circa 1400 metri di altezza.
Qui si riscontra un intercalare di rocce e di blocchi calcarei
per isolare la parte alta del colle, che permetteva una visuale
perfetta dei pascoli che accoglievano mandrie equine e bovine.
Ancora oggi cavalli e mucche occupano gli spazi verdi della
località, raggruppandosi nei pressi delle pozze d'acqua.
Sempre nell'agro di Civitanova è di grande importanza
ciò che resta della cinta muraria del colle "La
Civita". Da questo punto di osservazione era possibile
tenere sotto controllo un buon tratto del percorso del tratturo
Lucera Castel di Sangro che tuttora attraversa il territorio
di Civitanova.
Altri
recinti sannitici sono visibili a Carovilli, a Frosolone, a Ferrazzano,
a Monte Capraro e Monte Cavallerizzo di Capracotta, a Pietrabbondante
ed in altre località sparse per l'intero territorio regionale.
Il più consistente è quello di Monte Vairano, tra
i comuni di Busso e Baranello, a pochi chilometri da Campobasso.
In questo luogo è stata riconosciuta la città di
Aquilonia, teatro di una sanguinosa battaglia, all'epilogo delle
guerre sannitiche (239 a.c.). I Sanniti, autori di un inquetante
giuramento che portò alla composizione della "Legio
Linteata", furono duramente sconfitti e la città data
alle fiamme. Gli studi condotti nell'ultimo decennio permettono
di ipotizzare che le possenti mura di Monte Vairano, racchiudessero
questa città. L'ipotesi può essere formulata prendendo
atto del riconoscimento nell'area di uno pseudo sistema urbanistico
fatto di case costruite ai lati di direttrici stradali. A Monte
Vairano, oltre ai resti di alcuni edifici, tra i quali probabilmente
un tempio, sono stati riportati alla luce oggetti, vasellame e
monete che testimoniano del commercio che i Sanniti esercitavano
in una vasta area dell'Italia e del Mediterraneo.
Altro
esempio di fortificazione è quello di Saipins, in località
Terravecchia (agro di Sepino). Qui lo sfruttamento del luogo da
parte di spaurite popolazioni rurali nel Medioevo, rende meno
evidente la matrice Sannitica. I progenitori dei molisani non
mancarono di prestare una cura particolare all'edificazione di
luoghi di culto. Piccoli edifici di questo genere si incontrano
nell'Alto Molise, a Vastogirardi, e nelle vicinanze di Campobasso,
a San Giovanni in Galdo. Di ragguardevole dimensioni è
il tempio dedicato ad Ercole, nell'agro di Campochiaro. La costruzione,
oggi in via di restauro, è circondata da monti e da boschi
ed è isolata da mura poligonali. Realizzata nel II secolo
a.c. è l'edificio maggiore di un complesso di strutture
alle quali si accedeva da due ingressi (oggi ne resta visibile
solo uno).
Nel
cuore dell'Alto Molise a Pietrabbondante il complesso teatro-tempio,
di epoca italica, è quanto di più caratteristico
ed emblematico si possa immaginare sulla civiltà sannitica.
Le strutture sacre realizzate in un arco di tempo che va da IV
al I secolo a.c. si integrano con un teatro ellenistico italico
del II secolo a.c. Questo di Pietrabbondante era il santuario
federale dei Sanniti Pentri. Ben documentata, nell'attuale Molise,
anche l'epoca romana. Anche in questo caso bisogna tener presente
una certa divisione tipologica: gli abitati e le villae rustiche.
Dei primi si conserva sufficientemente bene quello di Saepinum
in località Altilia di Sepino. Il centro fu elevato dai
romani al ruolo di municipium. Vi si conoscono le due principali
strade, il "Cardo" ed il "Decumano" al cui
incrocio si allarga il foro, con edifici di culto e di interesse
pubblico (la Basilica). Appare ben ricostruito il teatro ai margini
dell'abitato, non lontano dal quale, a ridosso della posta detta
"Bovianum", sorgono gli impianti termali. Ancora nel
tessuto urbano, sono riconoscibili altre terme, la "fullonica"
per la lavorazione delle pelli, il "macellum" ed altri
esercizi commerciali, oltre alle abitazioni private caratteristiche
dell'epoca.
Edifici
monumentali dello stesso periodo sono visibili a Larino (Anfiteatro),
Isernia (resti di un tempio e necropoli) e Venafro, ed altre minori
località. I romani furono impegnati soprattutto, seguendo
il proprio senso pratico, a sfruttare le possibilità economiche
del territorio sottomesso. Del resto l'agricoltura ed il commercio
del bestiame erano gli unici settori che permettevano di detrarre
un certo guadagno ai conquistatori. Le "villae" furono
costruite su tutto il territorio. Oggi molte di queste strutture
sono ancora oggetto di studio da parte della Soprintendenza archeologica
del Molise, altre sono invece visitabili. Tutte, ad ogni modo,
presentano elementi degni di attenzione e caratteristiche comuni.
Complessi rurali sono stati riportati alla luce a Morrone del
Sannio, a Santa Maria del Molise, a Roccavivara, a San Giacomo
degli Schiavoni, a Matrice ed ancora in zone che ben si prestavano
all'agricoltura. Su tutte le altre, è stata curata particolarmente
la villa realizzata nel luogo dove oggi sorge la chiesa medievale
di Santa Maria di Canneto. Recenti restauri hanno restituito parte
della costruzione, sufficiente a rendere l'idea del "funzionamento"
di una villa e, soprattutto, della sua ragion d'essere. L'ottimo
lavoro degli esperti, permette oggi a Canneto di poter seguire
un preciso percorso all'interno della struttura e di apprendere
la funzione dei vari ambienti, grazie ad una serie di schede illustrative
poste lungo il percorso.
Oltre
alle vere e proprie strutture molto si è potuto apprendere
delle varie fasi storiche del Molise grazie alle numerose necropoli
che sono state oggetto di studio e di scavo archeologico. La necropoli
di Vicenne a Campochiaro, in questo senso, ha fornito elementi
importantissimi. Vi sono stati rinvenuti cavalieri sepolti accanto
al proprio cavallo. Circostanza particolarissima, riscontrabile
solo in pochissime località europee. Il dato ha permesso
di dare fondamento definitivo allo stanziamento di bulgari nel
VII secolo.
Nonostante
i tanti ritrovamenti oggi si è sicuri che il sottosuolo
nasconda altri preziosi segreti della storia dell'antico Molise.
L'avvenire, forse, chiarirà tanti altri misteri...
Tratto
da: Guida del Molise - Monografie -
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