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(662 abitanti - 731 mt.
s.l.m.)
Percorrendo la pianura, su di un pendio che anticipa le alture del
Matese, che fungono da suggestivo sfondo, sorge Campochiaro. E' un
insieme di casette che, in omaggio alle più caratteristiche
cartoline dei piccoli comuni, è tutto raccolto intorno alla
chiesa parrocchiale ed al suo campanile. Ad uno sguardo leggermente
più approfondito salta agli occhi quella che è la particolarità
più indicativa del luogo: l'antitesi, l'alternarsi continuo
tra "vecchio" e "nuovo", antico e moderno, pianura
e montagna. E si potrebbe andare ancora avanti. Proprio partendo da
ciò è possibile apprezzare l'operato di chi, nel corso
degli anni, è riuscito a non isolare i vari aspetti del territorio
che, alla fine appare come un tutt'uno sotto forma di poliedro. Il
paese richiama alla mente le più familiari situazioni di un
piccolo comune dove "solidarietà" ed "amicizia"
non sono solo termini propagandistici, bensì traduzioni pratiche
di una idealità antica che sembra aver preso forma nelle casette
in pietra, nei gradini di piccole scalinate, nei comignoli, il cui
fumo, più che richiamare l'inquinamento, materializza situazioni
difficili da dimenticare. |
L'agro non è eccessivamente
esteso, eppure nel corso dei secoli è stato testimone di
numerosi eventi storici. Furono i sanniti i primi ad essere attratti
dall'amenità della montagna, che sovrasta l'attuale abitato
e che oggi, tra le altre cose ospita floridi castagneti, che vi
edificarono un tempio. Il luogo era facilmente raggiungibile dal
momento che era poco distante dal tratturo Pescasseroli-Candela
e ad esso collegato tramite direttrici minori. A valle gli italici
individuarono varie aree di sepoltura. Nel Medioevo, nel corso della
dominazione longobarda, in zona dovette trovate asilo un numero
cospiquo di quei bulgari che Romualdo, duca di Benevento, aveva
inviato, dopo averli accolti nella propria città, a ripopolare
i desolati territori compresi tra Sepino ed Isernia. Non sono stati
rinvenuti, in zona, resti architettonici ma chiare tracce di quel
popolo al seguito del condottiero Altzeco sono avvertibili in località
Vicenne grazie al rinvenimento di una vasta necropoli. I resti umani
e gli oggetti che vi sono stati rinvenuti appartengono, infatti,
con estrema probabilità, ad essi. Successivamente Campochiaro
divenne feudo ambito da varie notevoli famiglie che con le proprie
imprese, nel bene e nel male, caratterizzarono il Medioevo molisano:
dai D'Aquino ai Gambatesa, dai Caracciolo ai Pandone.
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Restano, come
si diceva, notevoli tracce del passato storico del comune. Il santuario
italicoè in località "Civitella", a poca distanza
dalla località "Tre Torrette" dove gli orgogliosi
guerrieri avevano eretto fortificazioni che rendevano sicuro il territorio
dalla parte del Matese e permettevano una continua vigilianza "armata"
sulla pianura sottostante e quindi sul tratturo. La realizzazione
dell'area sacra dovette avere inizio nel IV secolo a.C. per giungere
a completamento due secoli più tardi. Il luogo è completamente
circondato da una robusta cinta muraria in blocchi poligonali, che
si apriva solo in prossimità dei due ingressi. Quello occidentale
da solo basterebbe per dare un'idea di quella che dovette essere la
grandiosità del complesso. Misura circa 4 mt. in larghezza
e 6 in lunghezza. |
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Il secondo ingresso, quello principale, era probabilmente, posto nella
zona orientale dove una frana ha cancellato la muratura. All'interno
risulta di grande interesse il tempio dedicato ad Ercole del quale
è tornato alla luce tutto il tracciato e la sua divisione interna
(cella e pronao). Accanto al tempio gli scavi archeologici hanno permesso
il ritrovamento di altre strutture: innanzitutto quella di un edificio
di terrazzamento, quindi di un porticato e di una piccola costruzione
rettangolare. |
E' davvero intrisa di
leggenda la località Vicenne. La "città dei morti"
che ha restituito resti umani e oggetti risalenti all'VIII secolo
d.C. non può non evocare immagini affascinanti ad uno sguardo
"moderno", quelle di interi popoli in marcia, alla ricerca
di territori dove trovar pace e soddisfazione alle proprie esigenze.
La maggior parte degli studiosi sembra propensa ad attribuire l'insieme
ai bulgari di Altzeco. Molto importante nell'area di sepoltura,
a ridosso della quale ve ne sono altre di minori dimensioni, non
ancora del tutto esplorate e che potrebbero custodire testimonianze
di epoche precedenti al Medioevo, il rinvenimento di tombe con resti
di guerrieri che riposano accanto alla carcassa del proprio cavallo,
provvisti ancora dei propri armamenti. La cosa, una volta che verrà
del tutto approfondita, dal momento che, in questo senso, i paragoni
in Europa sono rarissimi, potrebbe assurgere ad una notevole importanza
scientifica.
E' da visitare anche
l'attuale centro abitato di Campochiaro che nell'insieme appare
come un formidabile congegno difensivo. Racchiuso entro mura che
riprendevano la forma di un pentagono e difeso da ben 9 torri. Non
c'è più traccia del fortilizio. Al suo posto resta
solo una torre circolare. All'interno dell'insediamento è,
inoltre, da visitare, la chiesa di Santa Maria Assunta, completamente
restaurata. Tra gli arredi sacri ed opere di valore artistico custodisce
una statua lignea dell'Assunta, opera del molisano Paolo di Zinno.
Si diceva prima dell'alternanza
di vari elementi nel comune di Campochiaro. Nella parte pianeggiante
di esso, sullo stesso suolo calcato dai Sanniti, Bulgari e Longobardi,
oggi sorgono strutture moderne che appagano gli interessi degli
appassionati di vari sports. C'è una pista per il decollo
e l'atterraggio di velivoli gestita dall'Associazione Volo che offre
a chiunque la possibilità di partecipare a corsi per ottenere
il brevetto di pilota. Chi non ama le emozioni forti, può
"riparare" nei campi di tiro a volo, al piattello e con
l'arco. Per gli sport più tradizionali sono disponibili i
campi da tennis, di calcio e la palestra polivalente. Momento particolarmente
sentito nell'ambito delle tradizioni locali è quello relativo
ai festeggiamenti per il patrono San Marco, che si celebrano il
25 Aprile.
Tratto da: Comunità
montana Matese (Bojano)
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