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(849
abitanti - 678 mt. s.l.m.)
E' un paesino molto caratteristico, Cercepiccola, che ha conservato
le testimonianze del proprio passato, notevoli e non, con molta cura,
il che sta a testimoniare come la gente del luogo sia legata alla
propria storia ed alle proprie tradizioni. L'attuale realtà,
nel generale cambiamento sociale che coinvolge l'intera nazione, vede
soprattutto i giovani del luogo protagonisti della realtà locale.
E Cercepiccola dunque appare allo sguardo, pur superficiale, di qualsiasi
visitatore come un paese vivo in cui nessuno lascia al caso le scelte
più importanti e di qualsiasi tipo.
La sua storia, un
pò come per il vicino comune di San Giuliano del Sannio,
inizia nel momento di maggior sviluppo vissuto dal municipium romano
di Saepinum. I ritrovamenti di lapidi in alcune località
sparse sul territorio lasciano pensare che vi fiorirono insediamenti
rurali voluti dalle maggiori famiglie del municipium. Probabilmente
essi ne seguirono la sorte: cessarono cioè di esistere dopo
aver sopportato la decadenza conseguente alla caduta dell'impero
romano ed all'improvvisa desolazione che caratterizzò in
generale tutto il territorio.
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Del centro si ha nuovamente
notizia nel corso del Medioevo, quando appare denominato, in un
catalogo, "Quescus Minor". A questo punto è davvero
interessante l'evoluzione seguita dal nome. Da Quercus Minor (denominazione
normanna) si passa, in epoca angioina a Cerzuola Piczola che diviene
nel 1444, Zercha Pizola. Infine il Cercia Picciola del 1608 prelude
all'attuale denominazione.
Il dinamismo etimologico
purtroppo non è stato corrisposto da quello storico in quanto
il comune non visse, sia nel Medioevo che nelle epoche successive
momenti degni di particolare menzione. Infatti assistette impassibile
a quei continui cambiamenti di feudatario che erano conseguenti
ai cosiddetti giochi di potere ed alle alterne fortune delle maggiori
famiglie dell'Italia Meridionale del tempo. Su tutti i tenutari
vanno, comunque ricordati i rappresentanti delle famiglie dei Carafa
e dei Mormile.
Si diceva prima dei
monumenti conservati a Cercepiccola. In questo senso sicuro punto
di riferimento può essere considerata la chiesa parrocchiale
di San Salvatore. L'edificio andò incontro a svariate vicissitudini
che rese necessari i due restauri del XVIII e XIX secolo. Nonostante
ciò la chiesa dovette essere totalmente ricostruita nel 1950.
All'interno custodisce una statua lignea di buon valore artistico,
raffigurante la Santissima Concezione, opera dello scultore campobassano
Paolantonio Trivisonno. Nei pressi della chiesa è ubicato
il palazzo baronale che, come la chiesa, fu più volte rimaneggiato,
mantenendo comunque alcune caratteristiche che ne testimoniano le
origini medievali. Nel caso specifico è la torre quadrata
che porta più indietro nel tempo di quanto non si sia portati
a fare osservando la struttura nel suo complesso. I maneggiamenti
in definitiva hanno riguardato più l'estetica che la parte
strutturale vera e propria. Sul palazzo bisogna aggiungere qualche
parola su quella che è una tradizione popolare locale non
ancora confermata da esperti del settore. Sembra che da esso partisse
un tunnel che rivedeva la luce nei pressi della località
Pncere, in prossimità di un edificio rurale. Come è
facile da comprendere la cosa non va presa "scientificamente
dimostrata" dal momento che in quasi tutte le località
in cui esista un castello, una torre o qualcosa di simile, fioriscono
aneddoti, spesso frutto di una spiccata fantasia, su tunnel che
conducevano a qualche chilometro di distanza. Con ciò non
si vuole negare a priori l'esistenza di una tale cosa a Cercepiccola,
meglio... attendere la dimostrazione.
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Ciò
che ha dato e continua a dare molto lustro al piccolo centro è
la tradizionale mascherata di Carnevale meglio conosciuta come la
"tradizione dei mesi". E' una visione particolare del Carnevale,
in definitiva, che annualmente viene messa in scena, utilizzando come
palcoscenico lo stesso paese e come attori gli abitanti del luogo.
Non esistono tratti comuni a manifestazioni che si svolgono nello
stesso periodo e hanno la stessa intonazione di quella che si svolge
a Cercepiccola. In pratica ha luogo una sfilata di mesi umanizzati,
preceduti dall'arguzia di quello che sembra il personaggio principe
della sceneggiata, Pulcinella. I mesi recitano una filastrocca nella
quale non trovano posto postille moralizzanti. Il linguaggio è
comprensibilissimo e senza fronzoli. Inutile dire che a questo punto
lo stesso spettatore giunge a non sentirsi estraniato da ciò
che gli sta accadendo attorno. |
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Sul Carnevale di Cercepiccola
bisogna ancora far notare, come nota di colore, l'abbigliamento
stravagante dei protagonisti della vicenda: balzano agli occhi abiti
distinti da accostamenti di colori sgargianti e del tutto inusuali.
Molti personaggi portano orecchini altrettanto fuori dal comune.
In ciò la manifestazione, che molti studiosi che ne hanno
tentato l'interpretazione vedono come una propaggine di culti molto
antichi, si accosta alle manifestazioni di genere. Si è fuori
dall'universo morale e sociale, almeno come in secoli di storia
la comunità sociale la ha concepita. Nulla è proibito
sia negli atti che nel linguaggio. Decisamente è una manifestazione
che merita di essere vista e, secondo la portata intellettuale di
ognuno, approfondita. Sul territorio comunale, per lo sport, sono
ubicati un campo da bocce, un campo di calcio, da tennis, e da calcetto.
Tratto da: Comunità
montana Matese (Bojano)
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