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(2309 abitanti
- 700 mt. s.l.m.)
L'ambiente ricorda le tipiche atmosfere bucoliche. La natura a Sepino
ha retto bene all'impatto con i tempi moderni e con il cambiamento
delle esigenze della popolazione, conservando le caratteristiche peculiari
di vasti boschi, fiumiciattoli e ruscelli che spesso nel proprio corso
incontrano dirupi e danno luogo ad irruente cascatelle. Allo stesso
tempo nelle campagne sopravvivono i poderi e nel centro abitato il
tessuto medievale non ha subito particolari stravolgimenti. Anche
per questo motivo il luogo ha ricevuto e continua a ricevere sempre
in misura maggiore l'attenzione degli operatori turistici regionali
e nazionali. La località "Altilia" ospita annualmente,
grazie ai resti dell'abitato romano, numerosi turisti ed è
ormai costantemente inserita nel calendario di manifestazioni estive
itineranti che propongono spettacoli di teatro-danza di livello internazionale
che hanno, tra le altre cose, anche il pregio di valorizzare turisticamente
le località in cui fanno tappa. |
A ciò si aggiunga
il notevole interesse che i molisani ed i turisti in generale manifestano
per la località "Campitello di Sepino" attirati
dagli ampi spazi verdi per gite di breve durata o qualche settimana
di campeggio. Inoltre la realizzazione degli impianti termali in
località "Tre Fontane", che ospitano rinomate sorgenti
di acqua oligominerale, e la costruzione di un albergo nelle sue
immediate vicinanze, aggiunge al richiamo turistico la possibilità
di effettuare in loco, in un ambiente sano e riposante, le cure
termali. futuro, come in parte già il presente, del piccolo
centro, è legato alle potenzialità turistiche ed al
modo in cui le stesse verranno sfruttate, trovando fermi punti di
appoggio nei luoghi appena citati e nel patrimonio ambientale di
rara bellezza. Le origini dell'attuale comune sono legate proprio
a questi elementi, insieme a qualche altra particolarità
territoriale. I Sanniti, infatti, ritennero che fosse un luogo ideale
per l'allevamento del bestiame e lo smercio dello stesso e delle
pelli, quello nei pressi dell'incrocio tra il tratturo Pescasseroli-Candela
ed il tratturello proveniente dal Matese. Qui transitavano le greggi
transumanti. Poco alla volta vi iniziarono a sorgere strutture in
pietra e veri e propri impianti per la lavorazione delle pelli.
Nel corso degli anni i Sanniti a difesa del tratturello del Matese
edificarono una roccaforte presso l'attuale località Terravecchia.
Dopo le guerre sannitiche questa restò disabitata mentre
l'abitato a valle, ormai denominato Saepinum (Altilia), assurse
a punto di riferimento per l'intero territorio, diventando "municipium"
(I secolo a.C.). Saepinum dopo la caduta dell'impero romano conobbe
lo spopolamento e la devastazione, risorgendo parzialmente nel VII
secolo con l'arrivo della colonia di bulgari al comando di Altzeco.
L'abitato conobbe il tracollo definitivo con le disastrose incursioni
dei saraceni nel corso del IX secolo. Gli abitanti si rifugiarono
in parte nella roccaforte di Terravecchia e in parte sul colle dove
poco alla volta si sarebbe formato l'abitato di Sepino. Quest'ultimo
gradatamente sarebbe diventato il nuovo punto di riferimento della
zona. Il centro nel periodo feudale conobbe il dominio di vari signori.
Ultimi furono i Pignatelli.
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Un'accurata visita
nella zona non può non iniziare dalle rovine di Terravecchia.
Qui i resti delle fortificazioni sannitiche - resta ben visibile
una "postierla" - sono alternati alle sovrapposizioni
medievali. Nel complesso, comunque, resta nitida l'immagine del
sistema difensivo realizzato intorno al III secolo a.C.
Tra i campi e poderi
si distendono geometricamente ordinate, le rovine del municipium
di Saepinum, nella località ora conosciuta come Altilia.
I due assi stradali della cittadina che si incrociano presso il
foro che sono tratti del tratturo Pescasseroli-Candela (divenuto,
nel tessuto insediativo, decumano) e del tratturello del Matese
(cardo) sono costeggiati da edifici civili e sedi di esercizi commerciali.
Lungo il decumano nel tratto che volge verso porta Bojano (le altre
tre porte sono denominate "Benevento, per il decumano, Tammaro
e Terravecchia per il cardo) sono ubicati il Macellum, la Basilica
e, a ridosso delle mura, le terme. Lungo il cardo invece è
visibile la "fullonica" per le pelli. Gli edifici sacri
sono posti nel foro. Leggermente decentrato il teatro che negli
ultimi anni è stato oggetto di un intervento di restauro.
Nelle sue vicinanze si incontra un museo che raccoglie i maggiori
"pezzi" di valore artistico e storico, rinvenuti nel corso
di varie campagne di scavo. Sono, infine interessanti, fuori dal
recinto murario, i monumenti funerari di Ennio Marso, presso Porta
Benevento e di P. Numisio, presso Porta Bojano.
Il centro abitato
di Sepino conserva le tipiche caratteristiche medievali. Ad un'ampia
piazza corrispondono un certo numero di tipici vicoletti. Da questi
ultimi si accede alla Chiesa di Santa Cristina, costruita intorno
al XIII secolo. Nella cripta è visibile la ricostruzione
delle vicende della santa realizzata con busti di legno. Merita
attenzione il campanile romanico della Chiesa di San Lorenzo. E'
l'immagine materializzata della contemplazione il convento seicentesco
della Trinità, ubicato a poca distanza dal centro. Ne decorano
l'interno alcuni dipinti, statue e mosaici.
E' molto sentita a
Sepino la tradizionale suonata dei bufù che avviene la notte
del 31 Dicembre. A questo strumento, costituito da una canna infilata
in una botte di legno coperta di pelle, viene dedicato un vero e
proprio festival del mese di Gennaio. Tra le altre ricorrenze tradizionali
vanno segnalate quella in onore della patrona, Santa Cristina che
viene celebrata il 9-10 Gennaio ed il 23-24 Luglio e la sagra delle
"Tre Fontane" (Agosto). Sepino dispone di un maneggio,
del campo di calcio, da bocce e dei campi da tennis.
Tratto da: Comunità
montana Matese (Bojano)
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